La nuova Legge urbanistica regionale: quali opportunità in vista. Alla chiesa del Monte incontro con l’on Trizzino

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1 Commento

  1. Piro Nicolo ha detto:

    La nuova Legge urbanistica regionale: una lepida insalata mista senza capo né coda. . . .

    . . . . incastonata in un contesto fumoso e confuso che, speriamo, non varchi i confini nazionali per approdare a Bruxelles e da lì, varcata la soglia che dalla Mitteleuropa si schiude ai Paesi Scandinavi e anglosassoni, condurre a compimento il fallimento di quella che doveva essere la resurrezione dell’ Italia o la sua reincarnazione nello spirito del demiurgo di turno maltrattato da un destino crudele che ne ha irrimedibilmente azzoppato le due „v“ introduttrici di vis et voluntas. Che poi doveva essere proprio Castelbuono a fare da battistrada all’ ennesimo salto nel vuoto della politichetta locale, non ce lo aspettavamo proprio, atteso che dopo la fuga verso la campagna inaugurata negli anni Sessanta dalla carneficina delle amministrazioni carolliane con contorno di assurde infrastrutture primarie seminate sul territorio, il processo di implosione che doveva avviare il ritorno all’ urbanità della fatiscente città consolidata, sottratta ad una grande operazione culturale di „renovatio urbis“ – che più tardi venne battezzata come „rigenerazione urbana“ -, finì per risolversi in un sogno di mezza estate. Doveva stagliarsi all’ orizzonte un novello Ambrogio Lorenzetti per passare con accademica disinvoltura dalla sincopata alla diffusione del nuovo vangelo intriso di norme e luoghi comuni per il buon governo del martoriato territorio urbano e agreste siciliano, mescolando e rimescolando ricette e concetti con i quali il sensibile Francesco Indovina, Professore presso la Facoltà di Pianificazione dell’ Università IUAV di Venezia e condirettore della rivista Archivio di Studi Urbani e Regionali, aveva affrontato il tema cruciale di come possibile sarebbe stato il miglioramento delle condizioni di vita nelle città e nel territorio, grazie ad una esemplare pianificazionne urbana e territoriale.

    Se proprio vogliamo parlare dell’essenza della pianificazione urbana, allora dobbiamo affermare che pianificazione è un termine ambiguo che può descrivere un processo – la pianificazione – e spesso viene applicato al suo risultato – ai che poi devono essere implementati nella realtà. Questi piani possono servire a diversi scopi: rappresentare un oggetto da creare (una casa, un insediamento) o determinare un processo regolare (un progetto di costruzione) o anche affrontare con lungimiranza risorse limitate per prevenirne l’esaurimento o uso inappropriato: risorse come denaro, materie prime o spazio. Queste diverse interpretazioni della pianificazione si incontrano nella pianificazione urbana: la creazione – così come la riconversione o la riprogettazione di un’area edificabile richiede innanzitutto la sua significativa integrazione nella pianificazione dello sviluppo a lungo termine della città. Per questo è necessario un piano dello stato obiettivo, dal quale la struttura, la forma e la funzione possono essere lette alla maniera di un – donde anche il flusso regolare di finanziamenti, acquisizione di terreni, sviluppo e misure di costruzione richiede una pianificazione. Uno dei requisiti specifici del pianificatore urbano è che si possa tener conto del collegamento di questi approcci progettuali nello spazio e nel tempo. La pianificazione urbana può quindi essere definita in modo molto generale come lo sforzo di organizzare la convivenza spaziale a livello della città o comunale secondo i bisogni umani. Tuttavia, questo termine comune, come il termine , che è spesso usato nello stesso senso, non è chiaro in quanto di solito si riferisce anche a quegli insediamenti che non hanno lo status di città; il termine meno comune di pianificazione locale descrive meglio la situazione. In Gran Bretagna, il termine è usato ufficialmente, cioè l’area rurale è inclusa, mentre il linguaggio colloquiale è solitamente limitato a . Recentemente il concetto di è stato sempre più utilizzato in Gran Bretagna; se l’uso dello spazio è in primo piano, caratterizza la componente progettuale dell’urbanistica. Negli Stati Uniti, è corrente, ma si usano anche o . Le lingue romanze derivano coerentemente i loro termini dalla parola latina per città (urbs): <urbanisme (fr.), (ital.), (spag.). Il termine tecnico olandese è – la costruzione di siti – cioè . In sintesi possiamo definire la pianificazione urbana una scienza, un’ arte ed una aspirazione politica volta alla formazione e all’ orientamento della crescita fisica e dell’ ordine delle città in armonia con i loro bisogni sociali ed economici, tenendo ben conto che è il concetto di bene comune a sostenere la giustificazione d’ imporre restrizioni agli interessi privati ​​con misure di pianificazione urbanistica.
    (continua su:
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    Categoria: Architettura e Pianificazione urbana)

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