La replica di Stefania Sperandeo e Bruno Tognolini all’articolo apparso sul periodico Le Madonie dal titolo “La Fiera della vanità”

Riceviamo e Pubblichiamo di seguito le repliche di Bruno Tognolini e di Stefania Sperandeo all’articolo dal titolo “La Fiera della vanità” a firma di Francesca Cicero e pubblicato nella rubrica “Castelbuonesità” del periodico “Le Madonie”.

LE TRE MALDICENZE

di Bruno Tognolini

Pochi giorni dopo il mio soggiorno a Castelbuono il 30 giugno di quest’anno, e i tre incontri coi lettori tenuti in quella sola giornata, ho voluto pubblicare su Facebook il ricordo che segue.

“Forse i paesi sono come le persone: solo quelli che rispettano e amano se stessi rispettano e amano davvero gli altri. A Castelbuono si respira un’aria di affetto, indulgenza, stima che va e viene fra gli abitanti e l’abitato. Il viaggiatore stupito diventa parte di questo circuito d’amore. E il paese, amato, riama e ripaga paesani e stranieri con eguale abbondanza…”

Non molto tempo dopo mi è stato segnalato un articolo, uscito su un giornale locale, che sparge critiche e virgole a caso su quella giornata. È ingrato, da parte mia, dire ciò che dirò, perché l’autrice di quell’articolo mi definisce “bravissimo dal pensiero raffinato” (senza la virgola che occorrerebbe in mezzo) e afferma che “il bellissimo discorso politico culturale fatto dallo scrittore, non poteva e non era rivolto ai bambini” (e qui con una virgola di troppo fra soggetto e predicato, e di seguito una costruzione verbale forse azzoppata da un refuso, e altrimenti squinternata). Ingrato, ammetto, ma è più forte di me. Le virgole sono importanti!

Ora una riflessione sul termine “maldicenza”. Dire male. Ma non “maledizione”: maldicenza. Che significa di certo dire il male, dire cose brutte di qualcuno o qualcosa; ma anche dirlo male, questo male: parlar male, scrivere senza… non dico bellezza, ma almeno esattezza di lingua.

L’autrice di quell’articolo – perdoni ancora la mia ingratitudine per le sue lodi – dice male in tutti e due i sensi, e anzi in tre.

Dice cose non belle. Dice cose non vere. Le dice male. Citarne alcune, a volo d’uccello, per sostanziare l’ingrato giudizio, è doveroso.

Che dica cose non belle, lo vedono tutti.

Che dica cose “male”, dette male, scritte male, ai più dovrebbe essere altrettanto evidente. Passiamo alle cose non vere, che sono importanti.

A me sta a cuore solo una precisazione. Io adoro questi incontri serali con pubblico misto. Adulti e bambini, e spesso tanti più adulti che bambini, che escono di casa per venire a sentire uno scrittore per l’infanzia, un poeta minore, uno che non va in TV, che non è una “celebrity”: ma è un miracolo! Un miracolo che si ripete dal Trentino alla Sicilia, di cui sono grato al mondo. Genitori, insegnanti, educatori, farmacisti, meccanici, geometri, casalinghe… Cittadini che hanno a cuore la lettura e la cultura dei figli. Bene: non è allora maldicenza dire che “gli adulti che avrebbero dovuto essere presenti, come i rappresentanti delle Istituzioni erano tutti assenti”? Lasciamo pur perdere l’ennesima virgola aperta e non chiusa. Fossero pure assenti giustificati quegli Adulti Importanti, che rispetto rivela per tutti gli altri adulti che riempivano la tribuna quell’osservazione? Se non c’erano le Autorità non c’era nessuno? Mi spiace, ma questa signora ha visto male. O forse ha visto bene, e ha detto male.

Ah, santa Ocsepisa d’Invalsi! Dov’eri tu, quando tutto ciò accadeva?

 

Vanità è ciò che appare ma non esiste
Cari “stralunati viaggiatori”, vi racconto ciò che esiste!

Non senza amarezza e bisogno di comprendere il perché di certa comunicazione, per quanto letto nel numero 7 del 15 -07-2015 del periodico “Le Madonie”, all’interno dello scritto “La fiera della vanità” firmato da Francesca Cicero, intendo replicare a quanto erroneamente recepito da fantomatici viaggiatori, protagonisti, forse loro malgrado, di una grottesca cronaca turistica. Non credo di travisare se, pur mancando la specificazione, mi convinco sempre più che, quest’estate, i confusi viaggiatori si siano ritrovati in un paese che sembra (o è?) Castelbuono. Sento l’obbligo morale di scrivere a mia volta, non foss’altro per non sminuire l’ottima nomea del centro in cui vivo. Mi chiedo a chi possa giovare il diffondere su un giornale falsità e perché mischiare l’iniziativa di una privata cittadina nel grande calderone delle critiche rivolte all’amministrazione comunale.

L’evento che non aveva un filo conduttore” (cit. scritto) pare essere la rassegna teatrale per bambini che da quindici anni, ricordo, si svolge al parco delle Rimembranze coinvolgendo, per fortuna dico io, anche i genitori. In realtà è la stessa autrice dello scritto a confermarlo: “ E in tutto questo frastuono, si è susseguita nei giorni seguenti, una rassegna teatrale per bambini. Non in un teatro, quello non si sa ancora se si potrà fare ma, in un parco comunale. Anche in questo caso siamo andati a vedere, ci pareva interessante”. Vorrei sapere cosa mai avrebbe causato il “frastuono”. Di che natura era? Sarebbe utile saperlo, per evitare in futuro l’inconveniente.

Ma tornando agli improvvisati viaggiatori, che tanto avrei voluto incontrare personalmente al parco, mi auguro che non abbiano immaginato di partecipare, perché io di forestieri allarmati per quello che stava avvenendo proprio non ne ho visti!

“Anche qui, ci siamo trovati ad assistere a una passerella di adulti e non di bambini, dove anche un noto scrittore, bravissimo dal pensiero raffinato, è esibito come un “dono/regalo/”, esibito dicevamo, come un trofeo da tenere stretto e non presentare a nessuno se non ad alcuni scelti cortigiani. Anche in questo caso l’organizzazione non si è resa conto che il bellissimo discorso politico culturale fatto dallo scrittore, non poteva e non era rivolto ai bambini che si sono mostrati subito abbastanza irrequieti, ma agli adulti. Ci siamo informati e gli adulti che avrebbero dovuto essere presenti, come i rappresentanti delle Istituzioni erano tutti assenti. Anche in questo caso pubblicità a gogò, non per l’evento in sé ma, per gli organizzatori” (cit. scritto).

Quanto delude la contraddizione! I distratti viaggiatori hanno letto realmente la locandina dell’evento aperto a TUTTI? Chi sono i cortigiani? E poi, se erano presenti, occhi e orecchi a disposizione, perché avrebbero dovuto informarsi sullo svolgimento della serata, organizzata peraltro solo da me? Quando mai, in questi anni, al parco sono intervenuti solo genitori nelle serate dedicate ai bambini? Lo scrittore citato è probabilmente (o è?) Bruno Tognolini, autore con una personalità talmente magnetica e determinata che pensare a lui come “trofeo” e, peggio ancora, che sia stato “esibito”, suona come un insulto. Tognolini ha intrattenuto un bel po’ di castelbuonesi, bambini ed adulti, in tre appuntamenti distinti per tutta la giornata del 30 giugno. Le spese relative sono state sostenute attraverso un meccanismo che, lo scorso inverno, mi è piaciuto mettere in moto a scopo sociale. Il denaro veniva dalla festa del mio cinquantesimo compleanno, in occasione della quale ho chiesto che nessuno portasse regali, ma solo un eventuale contributo economico da destinare ad attività culturali per i bimbi del paese. Per me ho chiesto solo di portare una poesia amata. Pertanto, con la giornata delle mille filastrocche del poeta Tognolini, non ho fatto altro che onorare il gesto degli oltre cento amici che, col loro denaro, hanno compreso lo spirito della festa all’insegna dell’arte che abbiamo condiviso. A loro ridico grazie anche da queste pagine, ribadendo ai viaggiatori disinformati a cosa sia servita la somma residua. L’ho impiegata per l’antico sogno di un teatrino di legno da usare con le marionette, che possa consentire la libera espressività dei nostri piccoli.

Relativamente agli amministratori, è il caso di far sapere agli irrispettosi viaggiatori che erano presenti l’assessore alla Cultura ed alcuni componenti del Consiglio di Biblioteca. Tanti altri erano impegnati al Consiglio comunale.

“Un po’ delusi dalla nostra vacanza che speravamo potesse unire l’aspetto culturale a quello ambientale, ci avviamo a tornare a casa, pensando che forse, quel meraviglioso paese, raccontato da molti come la mecca del turismo di qualità, sia oggi, in verità, soltanto una mera fiera delle vanità” (cit. scritto).

Agli inconcludenti viaggiatori non posso che ribadire ciò che mi viene in mente della parola “vanità”. È un termine triste poiché rappresenta ciò che appare ma non esiste, dunque l’esatto contrario del mio intento gioioso per Castelbuono.

Stefania Sperandeo

 

Di seguito il link all’articolo “La Fiera della vanità”:
http://fresche-frasche.blogspot.it/2015/07/la-fiera-della-vanita.html

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