La vergogna del Veglione di Castelbuono
Qualsiasi commerciante sa che per vendere il proprio prodotto dovrà puntare sulla differenzazione, sul riuscire a fornire al cliente un prodotto peculiare, distintivo inimitabilie, saranno quindi le caratteristiche e gli aspetti peculiari quelli che da sviluppare, potenziare e privilegiare.
Trasferendo questa breve ed elementare nozione al tema del carnevale a Castelbuono potremmo benissimo individuare nel Veglione, la manifestazione che più di altre si adatti alle caratteristiche descritte sopra.
Il Veglione castelbuonese rappresenta l’unicità dell’essere castelbuonese, in nessun altro luogo si ha conoscenza di kermesse simili, nessun altro paese al mondo può vantare una tradizione così radicata nel tempo, così distintiva, così peculiare, più peculiare degli asini spazzini, dei panettoni Fiasconaro, ormai famosi in tutto il mondo, della testa di turco o del tanto pubblicizzato giro podistico.
Compito di qualsiasi amministratore, che abbia un minimo di buon senso, sarebbe quello di sviluppare, potenziare e portare ad un livello sempre superiore tale tradizione al fine di creare aspettativa, interesse diffuso, attorno al Veglione però non c’è niente.
Con la chiusura del CineAstra, non c’è più nemmeno il luogo dove organizzarlo, così una tradizione nata alle Fontanelle, adesso deve “accontentarsi” di un capannanone abbandonato fuori paese, di una palestra non adatta, di una sala “a come viene viene”.
Tradizione svilita da un’organizzazione sommaria, dell’ultimo mese, quando va bene, svilita dal poco interesse di amministratori incompetenti, che mettono sullo stesso piano carri allegorici, che per carità sono il frutto del lavoro di volenterosi ragazzi, con il Veglione, tradizione ultracentenaria che solo Castelbuono ha la fortuna di avere, mi verrebbe da dire “di carri ne è pieno il mondo, di Veglione ce n’è uno solo”.
Tradizione rinata grazie a giovani ragazzi che hanno portato nuova linfa alla tradizione e a ragazzi un po’ meno giovani che con la loro perseveranza ed il loro resistere hanno contribuito a dare nuovo slancio ad una tradizione che stava morendo.
Oggi però si assiste al fenomeno opposto, non mancano ragazzi pronti a farsi carico della stesura di un copione, non mancano “facce toste” che salgano su di un palco a recitare, manca l’impalcatura capace di sorreggere questa base forte, manca la volontà di sostenere tale base, non c’è interesse, non c’è alcuna concezione di cosa sia una maschera se i gruppi vengono chiamati un mese prima a partecipare ad una riunione PREPARATORIA, non c’è alcuna concezione di cosa sia il Veglione per ed a Castelbuono.
Un qualsiasi amministratore a Castelbuono deve conoscere la tradizione più importante del paese che amministra, se non la conosce la studia, la fa sua, la mantiene viva, dovrebbe anzi preoccuparsi di portarla ad un livello superiore, creare un archivio, un museo, una scuola di stesura dei copioni.
Non si può pensarci “a squagliata i l’acquazzina” un mese prima per salvare la faccia con la cittadinanza che chiede insistentemente: “ma quest’anno dove si fa il Veglione?”.
Non è concepibile, accettabile che un mese prima non si sappia dove si terrà e se si terrà tale manifestazione, non può una tradizione unica nel suo genere, non solo a livello locale, essere svilita in questo modo, è una vergogna.
(fonte facebook: http://www.facebook.com/IGiullaridiCorte)
Effettivamente è vergognoso far morire una così bella tradizione, faccio presente che ciò era già successo, per molti anni se ricordate bene ci fu una lunga assenza, riapparsa nel 1998 quando io promotrice coinvolgendo altre ragazze abbiamo riportato all’astra il vecchio veglione con grandi sacrifici e senza alcun aiuto economico. Spero che il ns. sacrificio non venga seppellito, giovani lottate………..
Cari Giullari di Corte ho letto la vostra lettera e da amante del Veglione quale sono, e dato che anch’io ho avuto l’opportunità di calcare le scene insieme al mio storico gruppo de “I Puddrasciuna” di cui con orgoglio voglio ricordare i componenti Enzo Guarcello (Fratello di Dario Guarcello) Luciano Spallino (“Figlio d’Arte” del compianto “Masci Pini Spaddrina”) Natale Cucco, Piero Lo Rè, Antonello Puccia, e Vincenzo Marannano. Noi che possiamo dire di aver avuto l’onore di essere stati battezzati dal nostro “Padrino” l’indimeticabile “the voice” Peppe Russo (di cui porto dei bellissimi ricordi, ma più di tutti la sua potente voce). Come vi ho sempre detto in voi, ma anche nel gruppo dei Farfalloni, I Comi Veni Si Cunta, I 4 a Maiddra, I Chinnicchienacchi, ho sempre rivisto noi che alla vostra età o più piccoli, affascinati da quel mondo fatto di coriandoli, balli,di risate, di copioni, di serate passate a scrivere (più che altro a mangiare salumi e formaggi a casa di Mastri Pini Spaddrina). Ma soprattutto ciò che ci affascinava più di tutti era il “potere dello sfotto”. Di cui chiunque ne fosse soggetto non veniva visto come una cosa negativa, ma anzi, un espressione di importanza a livello castelbuonese! Essere oggetto delle maschere al Veglione, significava, appunto, essere qualcuno a Castelbuono. E questo voi lo sapete bene! Perché così come noi, che dopo anni in cui sembrava negli anni 90, che la tradizione si stesse per spegnere, ci fu quell’uomo (Peppe Russo) al quale noi saremo eternamente grati, che ebbe fiducia in dei ragazzi che amavano quel mondo, così come voi lo amate oggi. E in questi anni me ne sono accorto sempre più! Mi spiace, invece dover convenire con voi, che lo stesso amore non vi è stato nel corso degli anni dall’amministrazione precedente (o è stato limitato) e a quanto pare altrettanto è, con la nuova! Purtroppo neanche con “Il Veglione” non si mangia, per parafrasare la bruttissima uscita che ebbe “qualcuno” dicendo che “Con la Cultura non si mangia”. Beh! Io dico che si forse col Veglione non si mangerà, ma il Veglione è Cultura, ma soprattutto è Memoria Storica. Per quanto mi riguarda alcuni dei copioni dei gruppi storici come “I Figli di Nessuno”, “I Duemila e Uno” , “I Niputi da Zzà Cicca” e anche i vostri, dovrebbero stare in un museo!!! Ma purtroppo questa voglia non c’è! Il Carnevale, così come il Teatro a Castelbuono, sono sempre stati una voce in capitolo a bilancio, come tra le voci “varie ed eventuali contributi”. A Giuseppe Vignieri sin dalla fine del veglione dell’anno scorso ho consigliato di prendere in mano la situazione, lui e tutti i gruppi! Formare un associazione e chiedere all’amministrazione di poter gestire loro il carnevale, o quanto meno il veglione! Perché come avete dimostrato, tutte le amministrazioni, per un motivo o per un’altro si riducono all’ultimo minuto, offrendo dei contentini, che credetemi non meritate! Se posso permettermi un consiglio! Fate qualcosa di rivoluzionario per quest’anno! Fate come facemmo noi, per protesta! Tornate solo nelle sale da ballo! Tornate tra la gente! E’ il che troverete il vero Veglione! Nella gente che vi offrirà un bicchiere di vino, un piatto di spaghetti “aglio e oglio”, un ballo e una risata! Questo credetemi per noi in quegli anni è stata la ricompensa più bella che abbiamo mai ottenuto! Con affetto un vostro ammiratore! Daniele Di Vuono ora e sempre un “Pudddrasciuni”
In ogni campagna elettorale quasi tutti i candidati a sindaco hanno parlato di voler realizzare un “Teatro Tenda” dove organizzarvi il veglione di carnevale e ogni altra rappresentazione teatrale… Ma poi in sostanza è sempre rimasta una “classica” promessa elettorale. Dell’abbattimento e della ricostruzione del Teatro Le Fontanelle com’era alle origini è meglio non parlarne proprio perché probabilmente si farà prima il ponte sullo stretto di Messina.
VIENE DA PIANGERE,VIENE SEMPLICEMENTE DA PIANGERE.IN OGNI PAESE CHE SI RISPETTI LE TRADIZIONI VENGONO CURATE,PORTATE AVANTI,CHI LE COLTIVA,CHI LE SEGUE,VIENE AIUTATO ,SPINTO A DARE SEMPRE DI PIU,PERCHE ,IL VEGLIONE.è PIU CASTELBONESE DI OGNI ALTRO EVENTO CHE SI SUSSEGUE NEL CORSO DELL ANNO.SI PROVA SDEGNO,ANCHE UN PO DI IMPOTENZA,A NON POTER FAR NULLA,A NON ESSERE IN GRADO,PERCHE NON FACENTI PARTE DELLA STANZA DEI BOTTONI,DI MIGLIORARE LO STATO ATTUALE DELLE COSE.MI SA UN PO ABBIAMO SBAGLIATO TUTTI,PERò,QUALCHE MESE FA,PERCHE QUALCUNO DEL AMMINISTRAZIONE HA ILLUSO,ORA DEVO PENSARE ,HA ANCHE PRESO IN GIRO,MOLTISSIMI RAGAZZI CHE HANNO LA PASSIONE PER IL CARNEVALE,PROMETTENDO AD UNA RIUNIONE QUINDICIMILA EURO PER I CARRI E LA FESTA?? SIAMO RAGAZZINI,RAGAZZI,VENTENNI,MA NON SIAMO STUPIDI.
Tenevamo a precisare che il gruppo de I Giullari di Corte non ha niente contro i carri ne tantomeno con i giovani che con sacrificio e passione si cimentano nella loro realizzazione.La critica è rivolta a chi pone sullo stesso piano, o meglio considera come la stessa cosa, 2 eventi che insieme fanno il carnevale ma che sono totalmente diversi l’una dall’altra, sia per realizzazione, per tempi che per costi. Non era nelle nostre intenzioni attaccare i carri, ma denunciare la situazione che ci troviamo ad affrontare con gli occhi di noi che siamo da questo lato ovvero dei gruppi di satira e del Veglione.Per quanto riguarda la frase “di carri ne è pieno il mondo, di Veglione ce n’è uno solo” non voleva essere offensiva o lesiva dell’immagine dei carri e degli amici carristi, che come noi o forse più di noi, fanno dei sacrifici enormi per portare avanti la tradizione carnascialesca a Castelbuono, ma essendo un discorso
pro-Veglione, scritto da chi ha sempre e solo fatto veglione, voleva essere un ulteriore esaltazione dell’unicità del Veglione.Avremmo potuto scrivere di “scecchi”, di panettoni e di giri podistici ne è pieno il mondo, ma di Veglione sempre uno ce ne sta.
Ci scusiamo se nella nota “La vergogna del Veglione di Castelbuono” abbiamo in qualche modo offeso qualcuno dei ragazzi, non era minimamente nelle nostre intenzioni.
I Giullari di Corte.
Cari Giullari di Corte, vi esorto a lottare per il Vegione castelbuonese. Se in questi anni vi ho partecipato è perchè credo nel vostro gruppo e nella vostra capacità di proporre non una satira qualunque ma la vera e autentica satira castelbuonese, quella d’un tempo insomma … Quindi vi auguro un buon lavoro e spero che anche quest’anno ci offrirete uno spettacolo divertente e riflessivo insieme.