L’arrivederci della comunità castelbuonese a Padre Domenico

di Anna Maria Cangelosi e Massimo Genchi
Oggi a Castelbuono siamo tutti un po’ più poveri… da oggi, infatti, manca un pezzo molto importante per ciascuno di noi, una persona che ha donato se stessa con amore, dedizione e umiltà. Padre Domenico Costanzo ieri ci ha lasciati all’improvviso, suo malgrado, trasferito d’ufficio a Reggio Calabria. Ad onor del vero, nei giorni scorsi, si era già sparsa la notizia del suo imminente trasferimento, notizia che aveva lasciato l’intera comunità allibita. E’ risaputo, infatti, che l’Ordine francescano è subordinato al vincolo dell’obbedienza e i frati operano in sedi opportunamente assegnate e non definitive. Ciononostante, non si riesce a comprendere il motivo di un trasferimento così tardivo e improvviso e, in questa sede, è inopportuno fare illazioni che purtroppo, se dovessero venire confermate, sarebbero troppo dolorose da accettare.

Padre Domenico operava a Castelbuono ininterrottamente da più di quarant’anni sia pure con brevi periodi di permanenza in altre sedi. Adesso, a 83 anni, invece deve spostarsi. A che pro? Ci si chiede: chi può trarre vantaggio da questo trasferimento? Con tutta l’energia e la vocazione al bene che gli riconosciamo, come può un uomo della sua età, sradicato in modo così improvviso, reimpostare la sua vita apostolica, ricostruire la sua opera in un luogo e in un contesto nuovo? Con tutta la fiducia che riponiamo in lui riteniamo che quello che gli si sta chiedendo è veramente al di fuori del comune. Queste, ed altre ancora, sono le domande che hanno tempestato i cuori dei castelbuonesi in questi giorni e sono scaturite ieri sera in un momento di condivisione per offrire un saluto al nostro Padre Domenico; saluto che ha voluto avere il forte ed esplicito significato di un arrivederci.
Gli amici di Padre Domenico si sono radunati in Piazza San Francesco alle 20.30 per muoversi, sfilando in un freddo silenzio, alla volta del Convento dei Frati Minori. Nel cuore di ciascuno pesava la notizia che il nostro caro amico era partito in fretta e in furia poche ore prima, una partenza forse anticipata ad hoc affinché non si trovasse più in sede per l’ora del corteo? Nessuno aveva cercato di coinvolgerlo nel momento di testimonianza che Castelbuono ha voluto tributare a questo uomo che meritava sicuramente molto di più di quanto non si sia riusciti a mettere su in poche ore. In ogni caso, è più che certo che se Padre Domenico fosse partito oggi, 31 luglio, come inizialmente previsto, in nessun modo avrebbe partecipato all’iniziativa. Troppo schivo il suo carattere, troppo lucido il suo pensiero, troppo preso emotivamente per passare sotto le luci di una ribalta che mai, in tanti anni, ha cercato. E dire che di crediti, o meglio di meriti, ne vantava. La sua operosità umile e disinteressata era stata il terreno fecondo in cui erano nate e cresciute iniziative come l’avviamento dei giovani alla musica, l’AReSC, la Corale polifonica, Sport e promozione umana, la Marcia della Pace, la Biblioteca, il Presepe, tutte opere al servizio della comunità e della crescita spirituale, culturale ed umana di diverse generazioni di castelbuonesi.

Ieri, prima di partire, Padre Domenico era sereno ed ha ricordato che oggi si chiudeva l’edizione 2015 di Sport e promozione umana ma che lui, per la prima volta, non ci sarebbe stato. Ieri sera il popolo di Padre Domenico ha dovuto sopportare non solo il dolore di un allontanamento incomprensibile ma anche la beffa di una partenza inspiegabilmente anticipata. Davanti alla Chiesa dei Cappuccini ci siamo sentiti tutti vicini, accomunati dal bene che ciascuno di noi ha ricevuto da questo umile frate. Abbiamo voluto salutare Padre Domenico con le sentite e profonde parole di affetto che il Prof. Angelo Ciolino ha preparato, esprimendo il sentimento di tutti e con la musica, che ha costellato il suo percorso e attraverso la quale è arrivato ai nostri cuori. A seguire, la giovane Deborah Marguglio ha eseguito una canzone che Padre Domenico amava e che aveva chiesto di ascoltare cantata da lei: ieri sera non l’ha potuta ascoltare ma il pathos che promanava dall’esecuzione della bravissima Deborah ha avuto il significato di un auspicio forte, quello del suo ritorno fra noi. Anche la Corale Laus et honor ha eseguito un canto denso di significato che chi ha frequentato Padre Domenico non può non associare a lui: il Cantico delle creature, un canto che riflette l’ispirazione mistica di San Francesco d’Assisi, ispirazione alla quale tutta la vita di Padre Domenico è stata improntata.
In conclusione Padre Lorenzo Marzullo, che mai ci lascia soli in momenti così delicati, ha espresso la sua vicinanza nella fede a Padre Domenico e la sua gratitudine per i lunghi anni al servizio del Bene e nel salutarlo, ha voluto estendere il saluto della comunità anche a Padre Valeriano Fiasconaro che a breve sarà trasferito a Messina.
Oggi, la fede cristiana si trova con un delicato problema da affrontare e risolvere, quello di non riuscire ad essere il collante per una comunità di fratelli e sorelle. Purtroppo sempre più spesso il fedele non riesce a sentire dentro di sé quel senso di appartenenza e di vicinanza spirituale che dovrebbe essere il cemento della Chiesa. Padre Domenico ha dimostrato a tutti che, con l’agire quotidiano, e fuori dai vacui proclami, si può tendere davvero alla fratellanza e alla realizzazione del bene e dell’amore, al di là di qualsiasi credo religioso perché i fondamenti morali della cristianità, quelli veri, sono trasversali a ogni credo, anche a quello di chi non crede. E noi tutti, a partire da oggi, siamo chiamati ad un impegnativo compito, quello di far sì che la monumentale eredità morale, di Amore e di Bene che Padre Domenico ci lascia, sia patrimonio anche per le generazioni a venire.

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