Le Fontanelle: il sindaco Cicero getta la maschera

(Riceviamo e pubblichiamo) – Domenica 27 giugno, durante l’ormai celebre comizio in solitudine dove ha tuonato contro coloro che hanno rubato la cultura dai libri, il sindaco che è anche assessore alla cultura, quella vera, la sua, dopo avere analizzato e dato le soluzioni ai massimi problemi che opprimono il mondo ha avuto modo di rassicurare i presenti sulle Fontanelle.
Il progetto, ha detto, non può essere suscettibile di alcuna delle sette modifiche proposte dai Promotori del Manifesto per Le Fontanelle col documento presentato nel corso del consiglio comunale aperto dell’11 marzo 2021. Ora, questa affermazione del sindaco-assessore alla cultura non sorprende nessuno perché nessuno ricorda di avergli mai visto fare un passo indietro dalle sue determinazioni. Sorprende, invece, che il sindaco, con l’espressione mesta e i toni flebili propri dei martiri della chiesa, dichiari pubblicamente che tale impossibilità è stata decisa in alto loco: in Soprintendenza e negli uffici dei progettisti. È un po’ come il discorso degli alberi di Piazza Parrocchia e di ogni situazione che presenti macroscopiche contraddizioni: lui non c’entra mai niente. La colpa è sempre di qualcun altro. Qui la colpa è della Soprintendenza che gli ingiunge di fare il tetto in rame. La stessa Soprintendenza che per piccole difformità rigetta un progetto al privato cittadino, oggi intima al sindaco di fare un tetto in rame ai piedi del Castello e nello stesso tempo, con gli stessi toni ultimativi, prescrive ai cittadini coperture non in rame ma in coppo siciliano per le loro case. Lui non ci trova niente di ridicolo nell’affermare ciò. È un po’ come la storia dei pannelli solari che in tutto il centro storico non sono permessi se non al municipio. Siccome noi dei Promotori non siamo nati ieri e conosciamo il soggetto abbastanza bene, sospettiamo fortemente che la Soprintendenza non ne sappia niente né della copertura in rame delle Fontanelle né dei pannelli solari sul terrazzo del municipio.
Il sindaco-assessore alla cultura ha continuato il suo soliloquio in solitudine dicendo che dei dettagli tecnici lui non si occupa. Lui ha solo il compito di trovare i finanziamenti ed essendo anche bravo ci riesce bene. Prima di qualche puntualizzazione sui dettagli tecnici, vorremmo ricordare al sindaco-assessore alla cultura che il recupero del finanziamento per le Fontanelle non è assolutamente opera sua ma della precedente amministrazione. Per quanto riguarda la seconda trance, il cui importo supera di poco il milione di euro, gli è stata assegnata – al pari di svariate altre opere pubbliche in Sicilia – senza che lui sapesse niente né che si fosse mai preoccupato di chiedere integrazioni al finanziamento. Tanto è vero che non credeva alle sue orecchie quando gli è stato comunicato dal dottore Fazio dirigente Regionale dell’assessorato infrastrutture. Altro che bravura nell’intercettare i finanziamenti!!! Anche in questo caso la realtà è ben diversa da come il sindaco-assessore alla cultura la racconta nel tentativo di addomesticarla alle sue necessità.
Per quanto riguarda i dettagli tecnici nei quali lui – uomo composto e di nessuna ingerenza – non entra perché invaderebbe la sfera di competenza dei professionisti e della Soprintendenza dobbiamo dedurre che
- il pisciatoio sotto il palco è stata una pensata del progettista Monaco o dell’allora Soprintendente Bellanca che oggi ritroviamo con Monaco presidente nella stessa parte politica nel Consiglio dell’ordine degli architetti (quando si dice la combinazione!!!);
- il pavimento senza alcun declivio, perfettamente in orizzontale, è stata una idea del progettista;
- il palco non in muratura ma con quattro sgangherate pedane alla maniera dei saltimbanchi è stata una imposizione del progettista;
- l’autostrada che deve attraversare il poggio del Castello, zona sottoposta a vincolo archeologico, per arrivare a una casa privata è stata fortemente voluta dal progettista Monaco e addirittura imposta dalla Soprintentenza. Anzi ci viene da pensare che la Soprintendenza, per stroncare ogni resistenza del sindaco, abbia detto: qui prima si fa la strada e soltanto dopo il teatro.
E così di seguito si potrebbe continuare. Il sindaco vorrebbe fare l’anguilla anche se oggettivamente si muove come il capodoglio. Infatti vorrebbe sgusciare ma finisce con lo sconfessare il deliberato del consiglio comunale della seduta del 11 marzo 2021 nel quale si accoglievano alcuni dei sette famosi punti proposti dai Promotori attraverso l’ordine del giorno presentato dalla minoranza consiliare. Ma sconfessa anche se stesso in quanto durante l’incontro organizzato da Esperonews sia lui che l’architetto Monaco avevano pubblicamente affermato che le varianti richieste, a partire dal tetto, dalle vetrate dal palco e dal declivio (strada e pisciatoio, però, sempre intoccabili) si potevano accogliere senza nessuno stravolgimento.
A tal proposito, in allegato potete leggere la lettera che abbiamo inoltrato in Soprintendenza, sperando che la Soprintendente dott. Giuliano voglia valutare attentamente e dare le risposte la nostra comunità attende.
Siamo stupiti dall’ennesimo colpo di coda del sindaco? No, sapevamo già in occasione del consiglio comunale aperto che sarebbe finita così ma ci era sembrato che qualcuno del suo entourage avesse mostrato la volontà e il senso di responsabilità di volerlo guidare e indurlo a più miti consigli. Ciò non è stato e ne siamo delusi perché si constata che il gruppo di maggioranza del Consiglio comunale si è ormai totalmente appiattito sulle bizze del capo. Ne prendiamo atto e andiamo avanti. Non tarderà ad arrivare il giudizio del popolo che osserva e capisce molto più di quanto si possa credere.
Noi Promotori del Manifesto per Le Fontanelle non demorderemo, la nostra è una battaglia di civiltà perché nella civile Castelbuono si riaffermi la sana politica che deve sottendere le scelte di un’amministrazione, affinché si diano le risposte ai bisogni dei più e non dei pochi amici dâ cuntintizza.
Promotori del Manifesto per Le Fontanelle
Che il sindaco/ assessore alla cultura dica sempre bugie lo sappiamo tutti. Io sono curioso di sapere cosa ne pensa l’assessora ai Lavori pubblici Annamaria Mazzola. In tutta questa vicenda la brillante professionista è stata in silenzio. Ahime, solo durante il consiglio comunale aperto, ha parlato minuti dicendo delle ovvietà assolute.
Ora però dovrebbe dire che peso ha lei, in quanto professionista del settore, nelle scelte che, a quanto si apprende dal
Comizio dipendono solo dall’Arch. Monaco e dalla Soprintendenza. Quindi, il suo assessorato, lei nello specifico, cosa decide? Cosa propone? Ha qualche documento che attesti che la “trattava” sulle varianti è stata un fallimento?
Bisogna chiederlo a lei visto e considerato che il sindaco/assessore alla cultura, in quanto tale è affaccendato a rubare dai liberi per promuovere la cultura di Castelbuono in tutto il mondo. Un po’ fari tutti così iddru. Sarebbe gradita una risposta dal parte dell’arch. Annamaria Mazzola. Grazie
Sempre e solo bugie, una dopo l’altra.
L’architetto Dolce ieri ha testualmente detto che secondo la Soprintendenza (meni mali ca cc’è a Soprintendenza!!!!) i canaloni si devono mettere rigorosamente in lamierino zincato non trattato (attenzione: non trattato!) perché il canalone in rame non è tradizionale. Va bene.
E Invece per il tetto? il rame? (alludendo a quello PRESCRITTO per le Fontanelle) hanno detto dal pubblico?
No, il tetto si può fare come si vuole, ha detto Dolce.
Perché, giustamente, tradizionalmente in Sicilia sui tetti neca c’eranu i canala, c’era il rame. Certu, tant’anni s’a dittu!
E invece gli infissi esterni, si potrebbe aggiungere?
No, gli infissi come si vuole, in pvc, finto legno, forse anche rame (cu sapi… )
Perché giustamente quando cazzo si è mai usato il legno per fare portoni, finestre e finisciuna in Sicilia e a Castelbuono?
Noi siamo governati da gente così e magari siamo contenti!!!
Ma invece vogliamo ricordare i toni da paciere del capogruppo Sapuppo? Cosa è successo? Lei è la garante della capacità di ascolto del primo cittadino, almeno ci dica perché vi siete rimangiati tutto.
La Sapuppo è diventata forse come Indira Gandhi? Come Benazir Bhutto? Come Golda Meir?
La Sapuppo è niente se non il microfono del Sindaco, la voce del Capo.
Sono tutti ammaestrati come i personaggi di un circo. Hop, hop, hop
QUINDI SARA’ UN CAMMARUNI malgrado mesi di discussioni, aperture, mezze modifiche a parole, alla fine finisce per fare ciò che vuole lui e che aveva in mente lui. ha vinto lui, e se non si trova un candidato autorevole e condiviso, vincerà anche le elezioni di nuovo
È un paese finito