Le Fontanelle: La demolizione dell’ecomostro

(Di Massimo Genchi) – In questi giorni di delirante vanagloria e di euforia per qualcuno, di intima tristezza per moltissimi altri, c’è stato chi ha preferito tacere, chi ha detto o scritto qualcosa, chi si è doluto in silenzio, chi si è disinteressato volutamente pensando ad altro, c’è stato chi si è appellato alla giustizia divina e chi a un qualche principio di conservazione che deve pur governare il mondo.
In questi giorni di volgare violenza ricercata, meditata e ostentata con ogni mezzo da parte di “chi ha la forza ma non la ragione”, come disse il Presidente Allende di Pinochet e dei suoi, in pochi si potevano aspettare tanto intimo affetto da parte di tanta gente per l’ecomostro (definizione di un giornalettista di chiara fama), per il teatro Le Fontanelle “che va”, come ha teneramente scritto Angela Sottile.
Tante manifestazioni espresse che mettono in evidenza come nel paese, e anche fuori, a parte i noti paesaggisti della domenica, si sia in tanti a provare sdegno e vergogna. E questo il pro-tempore lo sa ed è per questo che, a fronte dell’euforia di facciata, è nervoso. Basta vedere come risponde a chi gli muove un appunto o a chi, semplicemente, lo invita alla compassatezza istituzionale. Per lui tutti fanno inutile e sterile polemica.

Sulla questione del teatro c’è stato un braccio di ferro che sembra essersi concluso a favore del pro-tempore. Ma forse no. Allora ecco l’immagine del “braccio di ferro” che demolisce con cieco furore, alzando e lasciando soltanto… polvere e macerie. E poi il nulla.
Il teatro, per barbara determinazione, è rimasto seppellito sotto le macerie ma chissà che stavolta non si inveri una qualche legge del contrappasso terrena.
Intanto sul braccio di ferro, sull’acciaio, sul bronzo, sul ferro, e quindi sulla forgia, nel senso di forgiare, ma anche del signor Angelo Forgia, sulla lega, o meglio, sulla imperversante bassa lega, si fa acuta e ironica la penna di Pietro Carollo che, per Le Fontanelle e per il teatro negato e seppellito ci regala un altro dialogo con il maggiordomo Lloyd ma soprattutto ci regala una risata. Perché sia chiaro che – come si diceva nel ’68 – una risata vi seppellirà.
Ecco il maggiordomo Lloyd a colloquio con il sir:
«Ma dopo la demolizione dell’ECOMOSTRO, si costruirà un nuovo TEATRO, Lloyd?»
«Non mi pare, sir».
«Come si affrontano le facce di bronzo che si approfittano dei cuori d’oro, raccontando loro favole mendaci, Lloyd?»
«Mantenendo nervi d’acciaio e volontà di ferro, sir».
«Quindi è la resistenza del materiale a fare la differenza?»
«La fa sempre con le persone di bassa lega, sir».
«Fai azionare la forgia, Lloyd».
«Immediatamente, sir».
«Ad maiora, Lloyd»!!!
Scommettiamo che nel nuovo edificio che verrà costruito, non si terrà per primo un qualsiasi spettacolo inaugurale ma una colossale mangiata? Scommettiamo pure chi farà il catering? Questo era lo scopo voluto e questo sarà, con buona pace per gli artisti castelbuonesi e per la gioia della gola dei manciatari di ieri, di oggi è di domani.
io penso che se davvero finisce come si prefigura non sarà tanto quello che costruiranno, piaccia o no. Le grandissime magagne arriveranno dalla gestione che ne faranno, vedendo i precedenti
e certo. sappiamo tutti qual è il fine ultimo, a che serve la strada per uso occasionale chi saranno gli attori
Pensate solo a mangiare. Perché non pensiamo invece a quante compagnie teatrali ci sono a Castelbuono. Quanti attori degni di questo nome ci sono, e quanti imprenditori potrebbero investire in cultura teatrale. Nella mia era i teatri erano usati perlopiù come cinema. Le uniche giornate di folla che io mi ricorda erano quelle del veglione… una vota. Ora neanche quelle. Perciò che ben venga un luogo dove si possono fare tante attività, a parte u cammaruni che vi sta tanto a cuore…
commento da brividi. Siamo un paese fottuto
Siamo un paese finito. Una minoranza, poco più del 40%, a causa delle beghe politiche, ha consegnato il paese nelle mani sbagliate. Ha vinto l’ignoranza sulla cultura, la prepotenza di uno o poco più sul parere contrario di migliaia di cittadini ed altre personalità dello spettacolo. La cosa buffa è che si appellano “democratici”. Ma per cortesia
te l’ha detto il sindaco che le cose andavano così una volta qui? Lui lo sa da tutte le volte che ci andava da piccolo a teatro o al cinema? Lui sempre si vedeva sia a teatro sia al cinema e anche in libreria.
Guarda che i commenti belli non sono solo quelli che ti fanno comodo. Il paese non è fottuto..ha solo tanti pensieri diversi e mi dispiace ,dal tuo…
Riaffermo decisamente!
Appunto riaffermo quanto detto e non c’entra il tuo sindaco
Caro Fiorello il tuo sindaco con la suacultura , ha fatto il sindaco per 4 legislature. Tu con le tue lauree quante volte hai fatto il sindaco?
Guarda che l’intelligenza non si misura a numero di sindacature. E neanche altre cose.
… fossero anche 10 sono consiliature e non legislature!
Siamo fottuti anzi fottutissimi, il teatro non va usato solo dagli attori locali, ci sono le compagnie teatrali di ogni dove che possono esibirsi sul palco di qualsiasi teatro, anche in quello di Castelbuono, se ci fosse. A teatro si può fare musica, concerti , operette. Il teatro è vita è cultura, non è solo veglione, svegliatevi.
Infatti si è visto quante sé ne organizzano…con le fontanelle in rovina non si poteva fare nulla… adesso forse qualcosa si…che ti piaccia o no… ma siccome dovete sempre criticare ormai è assodato ma siii… fatelo pure… intanto le fontanelle va verso il suo restauro… criticare criticate..
Le fontanelle va verso il restaur-ant ahahah
Per fare un grande teatro ci vuole grande palco. Con piccolo palco non viene grande compagnia e neanche grande orchestra. Con piccolo palco entrare tanti tavolini, con tanti tavolini non esserci poltrona comoda.
Gente che scrive di campo sportivo paragonando a teatro è gente che cerca scontro. Lo scontro favorisce governo.