Le Fontanelle: restauro si’, ma come? Lettera aperta al sindaco da parte del Gruppo 2001

Lettera aperta al Sindaco da parte del Gruppo 2001
Ill.mo signor Sindaco,
Il Gruppo 2001 è felice della riprogrammazione del finanziamento per la ristrutturazione del teatro Le Fontanelle che in questi giorni è stata resa pubblica e si congratula con tutti coloro i quali hanno lavorato per il raggiungimento di questo risultato.
Vorremmo però in questa sede esplicitare alcune osservazioni, peraltro già segnalatele sia in colloqui privati che in pubblico, senza il cui accoglimento la lungamente perseguita ristrutturazione si rivelerebbe un rimedio peggiore del male attuale e potrebbe mettere fine definitivamente al mito che questo Teatro rappresenta nell’immaginario collettivo dei castelbuonesi.
1. La ristrutturazione delle Fontanelle ha due punti cardinali inscindibili: ridare a Castelbuono il suo Teatro e risolvere lo sgorbio architettonico ed estetico che l’attuale edificio costituisce per Piazza Castello. Nessuna delle due cose può essere sacrificata, pena il conseguimento di un risultato fallimentare. Sull’eliminazione del vulnus alle linee di Piazza Castello lasciamo la parola a chi è più competente. Qui ci preme chiarire che affinché Le Fontanelle ritorni ad essere il Teatro di Castelbuono, funzione che gli spetta per diritto, storia, gloria e volontà popolare, è irrinunciabile dotarlo di una capienza adeguata al pubblico che lo dovrà frequentare. Abbiamo valutato (e non crediamo di sbagliare) che 400 posti sia una capienza adeguata per le esigenze di Castelbuono. E non si dica che, dopo la ristrutturazione, pensare di ottenere questa capienza sia una ipotesi fantascientifica o una idea da matti: ben presto mostreremo e proveremo, carte alla mano, che questa capienza è perfettamente ottenibile nel rispetto delle norme vigenti. In questo senso siamo confortati dal parere di diversi tecnici da noi consultati
2. Nessuno si rischi (ci si perdonerà questo termine che può suonare come vagamente minaccioso ma in realtà vuole solo esprimere il livello della nostra ferma contrarietà) di proporre un progetto-mostro che esprima il nulla dal punto di vista funzionale, come quelli finora vistiche come risultato netto esprimono un teatro (si fa per dire) di 80-100 posti al massimo. Con questa capienza Castelbuonoha già diversi edifici a (Casa Speciale, Sala delle Capriate, ex chiesa del Crocifisso) e non si vede alcuna esigenza di crearne un altro con Le Fontanelle, mortificandone l’indole l’aspirazione e, più di ogni altra cosa, l’aurea storia.
Vede, signor Sindaco, l’amministratore e l’amministrazione che riuscirà a intestarsi la ristrutturazione delle Fontanelle paradossalmente potrebbe passare alla storia del nostro paese, in ogni caso. Ma sarà ricordato come l’artefice di uno degli incubi peggiori, se la ristrutturazione relegasse Le Fontanelle ad essere una tra le tante sale-conferenze o, comunque, un edificio distante da quello che ne ha fatto la storia e la gloria nella memoria dei castelbuonesi, noi per primi. Oppure potrebbe passare alla storia come l’artefice della realizzazione di un sogno, se Le Fontanelle ritornasse al suo splendore e ad ospitare gli spettacoli teatrali che questo teatro e i castelbuonesi meritano.
Siamo certi che lei abbia già compreso perfettamente il messaggio, neppure tanto subliminale, che vogliamo trasmetterle. Ma dato che la cosa ci sta a cuore, anzi diciamo proprio che l’abbiamo nell’anima, “ntartarata”, da quando siamo saliti sul palco, ci tocca precisare che non lasceremo nulla di intentato per scongiurare il pericolo che la ristrutturazione mortifichi Le Fontanelle facendo scendere un sipario definitivo sulla possibilità di riassumere il suo vecchio habitus di Teatro. Chi dovesse compiere un tale scempio lo farebbe non solo contro di noi e contro molti altri concittadini, ma preoccupandosi di passare sui nostri metaforici cadaveri.
Siamo certi che lei, da persona intelligente quale certamente è, ascolterà queste indicazioni con gli argomenti a supporto che, anche dal punto di vista tecnico, stiamo preparando e che presto illustreremo in un incontro pubblico.
Con osservanza
il Gruppo 2001
Condivido le parole del gruppo dei 2001! I precedenti progetti tutto rappresentavano fuorché un vero e proprio Teatro quale Castelbuono ed i castelbuonesi meritano. Oltre alle cose proposte e (sempre che il “patto” non si riveli “il pacco”), qualora non fosse possibile pensare a un progetto più confacente a un vero e proprio teatro, a questo punto sarebbe meglio (provocatoriamente e volutamente parlando) abbattere completamente la struttura, pensando successivamente, magari a un belvedere, che allargando Piazza Castello permetta di accogliere più persone per le oramai annuali manifestazioni come l’Ypsigrock.
Poiché cari stimati componenti dei 2001 dubito fortemente che lo scopo del recupero del finanziamento sia più legato all’oggetto in sé che all’amore per Cine Teatro “Le Fontanelle” e del Teatro in genere.
abbattendo le fontanelle più che belvedere si otterrebbe un pandemonio considerati i depositi di materiali edili e gli immobili abusivi di infimo gusto che vi sorgono incontrollati
In effetti non ha senso spendere un sacco di soldi per fare una saletta da 80 posti. In paese ci sono tante altre sale con questa piccola capienza. Ora c’è anche la sala nel convento di San Francesco.
Bisogna fare una sala per almeno 400 persone.
Altrimenti conviene fare spazio….
Condivido anch’io che occorrerebbe realizzare un cine-teatro di almeno 400 posti. Aggiungo anche che non avrebbe senso ristrutturare quella struttura degli anni 50 sia dal punto di vista architettonico e sia dal punto di vista di sicurezza statica. Sarebbe meglio abbatterla totalmente. Se abbiamo anche imparato qualcosa dal recente evento sismico di Amatricia (con tutti gli scongiuri), risulterebbe molto più sicuro realizzare un edificio totalmente nuovo anziché accomodare quello già esistente.
Attualmente quel che resta del “Cine Teatro Le Fontanelle” esteticamente è alla stregua di un capannone industriale e non c’è nulla del vecchio Teatro Le Fontanelle, per cui: CHE SENSO AVREBBE CONSERVARLO?
forse l’attuale conformazione del teatro risale agli anni 50 ma l’impianto è quasi coevo al castello dal momento che proprio in quel sito sorgeva la cappella di corte dedicata a San Filippo. Bisognerebbe documentarsi prima di dire abbattiamo, scaviamo, stravolgiamo tutto. L’importanza storica di quel manufatto va oltre l’attuale.
Realizzare un mostro da 440 posti probabilmente vorrebbe dire ingrandirlo a scapito del castello e non credo proprio sia proponibile.
E poi chi le ha detto che un edificio ben ristrutturato crollerebbe prima in caso di sisma? vada a riguardare i filmati del terremoto e magari qualche testo di scienza delle costruzioni
Filmati del terremoto in Giappone o in California vorrebbe dire lei. Ma qui si parla di sistema Italia non di edificio ben ristrutturato. E non è in discussione la scienza delle costruzioni ma la pratica.
In Giappone e negli Usa utilizzano sistemi costruttivi in acciaio con resistenze a sollecitazioni meccaniche di gran lunga superiori ma ciò è applicabile solo ai nuovi edifici, il restauro delle architetture storiche è cosa diversa…
Quindi chi ha ristrutturato quella struttura del ‘300, il castello, chissà che cretino doveva essere.
I tristi fatti di Amatricia (da cui l’aggettivo amatricia-na) non le hanno insegnato nulla. Il vecchio campanile rimasto in piedi e la scuola antisismica caduta: niente. Il cemento armato impoverito: niente.
non capisco cosa vuole dire
Voglio dire che non è vero che edifici antichi ristrutturati sono meno sicuri di edifici costruiti oggi. La storia d’Italia degli ultimi decenni lo dimostra, fino al recente terremoto. Adesso è chiaro?
no perchè dovrebbe conoscere lo stato dei luoghi e come è stato costruito non è la struttura del teatro antico che tra l’altro ormai nessuno può ricordare