Mafia, nuova intimidazione per il sindacalista della Cgil nelle Madonie

Busta con due proiettili a Liarda.

Non cessano le intimidazioni nei confronti di Vincenzo Liarda, sindacalista della Cgil nelle Madonie impegnato nella battaglia per l’assegnazione a tre cooperative sociali del feudo di Verbumcaudo confiscato alla mafia. Una busta con due proiettili e un foglio con le iniziali di Liarda è stata recapitata alla camera del lavoro di Petralia Sottana. 

Nel foglio con cui erano avvolti i proiettili erano segnate due croci accanto alle iniziali V. I. Questo è l’ultimo messaggio minaccioso destinato a Liarda che già in passato aveva ricevuto altre intimidazioni: altri proiettili, la casa di campagna a fuoco, l’auto danneggiata.

 

Liarda ha ribadito che il suo impegno proseguirà. Ma ha anche aggiunto: “Vivo tutti questi episodi con un senso di sconforto perché vedo che manca una forte reazione collettiva. Come se prevalesse un senso di assuefazione o, peggio, di rassegnazione. Ora comprendo meglio le parole di Falcone e Borsellino quando dicevano che bisogna tenere alta la tensione e l’attenzione. Bisogna scuotere le coscienze, provocare una rivoluzione culturale. Ma la spinta deve venire dalle istituzioni e da chi ha pubbliche responsabilità”.

 

“L’attività della Cgil in quelle zone – ha detto il segretario della camera del lavoro di Palermo, Calà – ha permesso di restituire alla comunità il feudo confiscato di Verbumcaudo e già da qualche anno sta accendendo i riflettori sulla situazione grave di presenza mafiosa che contrasteremo con tutti i mezzi”.

 

“Chi fa questi atti – ha aggiunto – ci vuole ridurre al silenzio e vuole spaventare un’intera comunità. È utile che gli autori di queste azioni intimidatorie sappiano che non solo non ci fermeremo ma che il ripetersi di questi gravi fatti ci convincono della necessità di alzare di più il tiro e di chiedere uno straordinario intervento da parte delle istituzioni, delle forze politiche e sociali per affrontare la mafia e il clima di omertà e di collusione del quale la mafia si nutre”.

 

La Cgil, in una nota, ribadisce la scelta di campo del sindacato: “Gli atti intimidatori che si sono susseguiti in questi mesi – si legge – non fanno altro che confermarci la bontà e la giustezza delle nostra battaglie. Continueremo quindi a presidiare il territorio per rivendicare sempre più legalità e giustizia, due concetti fondamentali per il riscatto dei lavoratori e delle lavoratrici dalla pesante e oppressiva zavorra mafiosa”.

 

“Chiediamo agli organi inquirenti e alle forze dell’ordine – aggiunge la nota – di fare chiarezza sul susseguirsi di questi atti vili e intimidatori per arrivare presto all’individuazione dei responsabili. La Cgil non si farà intimidire. Anzi, continueremo a ribadire la vicinanza e la solidarietà ai tanti sindacalisti che in territori difficili si impegnano per l’affermazione della libertà e della democrazia”.

 

A Liarda sono arrivati dal territorio numerosi attestati di solidarietà. Tra i primi quelli dei sindaci di Gangi e di Geraci.

(lavoceweb.com)

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