Museo Civico di Castelbuono. Artribune intervista la Direttrice Laura Barreca che racconta la programmazione 2023

(artribune.com – Livia Montagnoli) –

Concetta Modica, La notte di Sant’Anna, progetto commissionato dal Museo Civico di Castelbuono, vincitore del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Photo ©Robert Goodman Photographer

Nella geografia dei luoghi del contemporaneo nel Sud Italia, il Museo Civico di Castelbuono si conferma una presenza sempre più solida, e peculiare per la capacità di coinvolgere la comunità locale e fare rete con altre realtà – istituzionali e non – del territorio. Il museo, ospitato nello storico Castello di Ventimiglia che conserva la veneratissima reliquia di Sant’Anna (acquistato nel 1920 con una colletta pubblica dai cittadini che ne temevano l’abbandono), è diretto dal 2014 da Laura Barreca: “Il museo dev’essere un dispositivo di relazione con la comunità, e tutti i progetti che stiamo portando avanti si basano sulla realizzazione di un welfare culturale favorito dai linguaggi del contemporaneo”.

Laura Barreca

LA DIREZIONE DI LAURA BARRECA AL MUSEO CIVICO DI CASTELBUONO

Si tratta di una pianificazione di visione e di lungo termine, fondata su iniziative messe a sistema con il sostegno dei bandi pubblici e basate su processi creativi che perseguono un’utopia, però assicurandosi di generare azioni concrete e positive per il territorio: “In questi anni il museo è cresciuto” spiega la direttrice “Il programma culturale ha coinvolto artisti italiani e internazionali, con residenze che hanno permesso di interpretare il patrimonio materiale e immateriale locale rileggendolo in chiave universale. Siamo immersi in una dimensione culturale e geografica mediterranea, pensiamo e agiamo come luogo di connessione: nell’intenzione di riaffermare il ruolo del museo come strumento di relazione, il nostro si configura come un progetto politico”. Così in questi anni si sono concretizzate la collaborazione con il Kunst Meran o la triangolazione con lo StadtMuseum di Dusseldorf e lo Janco-Dada Museum di Ein Hod, in Israele. “I bandi ci danno la possibilità di implementare le collezioni, ma non mi interessa fare mostre fini a se stesse. Ecco perché promuoviamo iniziative come la creazione di un giardino adiacente al castello, durante la pandemia, con l’associazione Il Cinghiale e la Balena e il coinvolgimento di una cooperativa di persone con disabilità cognitive. Castelbuono funziona come fosse un incubatore, persegue l’idea che un museo si faccia spazio pubblico e diventi luogo della comunità: oggi offriamo una dimensione corale, rivolgendoci a bambini, adolescenti, adulti, coinvolgendo associazionismo civico e scuole, promuovendo laboratori che intercettano interessi religiosi, antropologici, artistici. In estate attiveremo anche una Summer School per adolescenti. Oggi tutti i bandi europei puntano sulla cura”. Per questo è nato il Dipartimento progetti partecipativi, affidato alla responsabilità di Maria Rosa Sossai. Ma non meno importanti sono l’asset educativo (con Stefania Cordone), comunicativo (la cui responsabile è Rossella Barreca) e relativo alla valorizzazione e all’implementazione della collezione (a cura di Valentina Bruschi). “Stiamo lavorando anche per rendere il museo accessibile, senza barriere, grazie al finanziamento del Pnrr. L’anno prossimo il progetto sarà compiuto. Per noi è un momento di grande trasformazione: i bandi a cui partecipiamo finiscono per restituire economia al territorio, riattivano le filiere attraverso la cultura. Abbiamo la possibilità e il dovere di seminare”. Su queste premesse, nei prossimi mesi, si concretizzeranno i tre progetti che il Museo si è aggiudicato nell’ultimo anno.

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