Museo di Castelbuono. Nuovo team, tutto al femminile
In una splendida valle ai piedi delle Madonie, ospitato dal trecentesco castello dei Ventimiglia, il Museo di Castelbuono –perla del palermitano- sgomita silenziosamente e fa parlare di sé. Fra una sezione archeologica, una collezione d’arte sacra, una pinacoteca di arte contemporanea e una straordinaria collezione permanente, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il fiore all’occhiello? Il team. Dal direttore Laura Barreca, al vice presidente Angela Sottile, dal responsabile della ricerca scientifica Valentina Bruschi, ai consiglieri Concetta Li Volsi, Mariella Pitingaro, Domenica Conoscenti, a Maria Antonietta Barreca, presidente del Consiglio di amministrazione, la professionalità è donna.
“Le stimo tutte, sono un grande arricchimento, un sostegno, per me, uno stimolo, nel raggiungimento degli obiettivi ambiziosi che insieme ci proponiamo”. Così Laura Barreca, critica e curatrice siciliana, timoniera del Museo dallo scorso 26 giugno, esalta il suo Staff considerandolo un valore aggiunto, una marcia in più, una risorsa preziosa.
Lei che non è nuova del mestiere, lei che vanta un curriculum di tutto rispetto, sa bene dove vuole condurre la sua nave, nel Mediterraneo, per l’appunto. “Valorizzare l’identità contemporanea nel solco del passato, valorizzare, tutelare e soprattutto promuovere, il nostro Museo, trasformandolo in un osservatorio sul Mediterraneo, non dimentichi della storia di ieri né della realtà sociale di oggi”.
Questi gli obiettivi che si prefigge da subito, questi i presupposti che ispirano iniziative in atto e progetti futuri. A questo si legherà la presenza di Imma Vitelli, giornalista di Vanity Fair,che sarà ospite al Museo di Castelbuono per testimoniare il viaggio dei migranti dall’Eritrea a Lampedusa, il tutto ispirato ad una progettualità formativa di largo respiro, ad un riposizionamento del Museo in un circuito più ampio con una creazione di laboratori didattici che saranno attivati dalla giovane Giulia Gueci.
Ma se è vero che il Museo debba parlare al contesto locale, “sono altresì convinta –continua la neo direttrice- che debba farlo anche al resto del mondo con un linguaggio universale che è quello dell’arte”. A questo secondo aspetto risponde, dunque, la mostra di Manfredi Beninati, artista siciliano, in programma per i prossimi mesi, con una selezione di opere realizzate utilizzando diversi media. Dalla produzione pittorica ricca di sfumature e velature di colore, in uno sfondo onirico e quasi fiabesco, alle installazioni che manifestano un voyeurismo che viola la dimensione privata e l’indefinitezza del ricordo.
La foto in alto è di Valentina Minutella
Il “renzismo” è sbarcato anche a Castelbuono?
Non saprei risponderle, e mi scuso perchè non comprendo il senso della sua “battuta”. Le posso dire però che essere affiancata da un gruppo di donne così valorose e appassionate del lavoro che fanno è la cosa più bella che ci si possa aspettare iniziando un nuovo incarico. Io sono qui per portare avanti un progetto culturale. La invito a venire a trovarci al Museo! un saluto. Laura Barreca
Dott.ssa Barreca, ne approfitto per porle una domanda: Ma la presidente Maria Antonietta Barreca perché non si vede mai?
Tutte queste donne hanno la sensibilità di capire il disastro politico del Sindaco e della sua Giunta? Proprio fuori sincro.
Secondo me tutte queste donne serviranno da pie consolatrici alla Waterloo politica di tumminello!!!!
L’unica politica che frequento è quella di natura culturale. Possiamo parlare dei progetti, della progettualità futura e delle modalità di valorizzazione e promozione del Museo, del suo impatto sociale e delle ricadute sulla crescita turistica del territorio, sull’implementazione della didattica e su quanto sia fondamentale che un Museo venga percepito come luogo vivo che parla ad una comunità, e non come mero contenitore. Su questi temi sono aperta al confronto, sempre. Saluti. Laura Barreca
qualcuno avrebbe dovuto spiegarle che la sua carica, così come quella di tutto il cda è di strettamente di natura politica, nomina del sindaco non di chissà quale altro ente simil culturale. Più consapevolezza del ruolo che avete e più contestualizzazione al nostro paese non farebbe male. Bene comune si chiama.
Bravo Nino, sante parole.