Operazione “Relax”, uno tsunami giudiziario e mediatico si è abbattuto su Castelbuono

L’operazione Relax sull’ormai tristemente famosa casa di cura Suor Rosina si è abbattuta su Castelbuono con gli effetti di uno tsunami giudiziario e mediatico.
Oltre lo shock e l’indignazione per i fatti si è scatenato un ampio dibattito con il moltiplicarsi di articoli e di interventi.
Vista la mole di materiale, facciamo qui un riassunto della vicenda.

L’operazione Relax
E’ l’inchiesta condotta dal nucleo della Guardia di Finanza di Palermo e coordinata dalla Procura di Termini Imerese che riguarda l’indagini a carico di 35 persone, delle quali 17 sottoposte a detenzione cautelare (in carcere e domiciliari), per gli altri è invece scattato l’obbligo di dimora o il divieto di esercitare l’attività professionale.
Si contestano i reati di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode nelle pubbliche forniture, malversazione che si ipotizzano essere stati commessi a vario titolo nell’ambito della gestione della casa di cura denominata “Suor Rosina” che si occupava dell’assistenza di persone disabili.
Il GIP ha disposto anche il sequestro della casa di cura e beni per un valore superiore ai 6 milioni di euro.
I pazienti sono stati trasferiti in altre comunità.

Le intercettazioni
Nell’ambito delle indagini sono state effettuate numerose intercettazioni dalle quali emergerebbero il degrado e le violenze cui sarebbero stati sottoposti i pazienti definito più volte come un “lager nazista” ma un quadro di corruzione e distrazione di denaro pubblico utilizzato per fini personali e non pertinenti con le prestazioni sanitarie.

Gli indagati
I difensori dei proprietari della struttura hanno fatto sapere che i propri assistiti hanno operato con correttezza delle procedure – relativamente al filone dell’inchiesta sugli illeciti finanziari e la corruzione – e condannano le ipotizzate violenze avvenute a loro insaputa.

La notizia sui media nazionali
Dalla mattina del 17 dicembre la notizia dell’inchiesta ha fatto il giro di tutte le principali testate giornalistiche nazionali, aprendo notiziari nazionali e regionali. Il Giornale di Sicilia di ieri riportava in prima pagina come titolo di apertura l’Orrore nel centro per disabili e anche oggi ne dà menzione in taglio basso.
Barbara D’Urso ha effettuato anche una diretta da piazza Margherita nel pomeriggio del venerdì nell’ambito del suo programma che va in onda su Canale 5.

Le reazioni
Vista la gravità dei fatti contestati sono stati molto gli interventi a commento. L’ANSA ha diffuso una dichiarazione del sindaco Cicero secondo il quale “la comunità è sotto shock e che se dovessero essere accertati gli episodi di violenza subiti dagli ospiti dalla struttura, dovrò tutelare l’immagine del mio comune. Ancora non so in che modo, ma qualcosa dovrò fare”.
L’assessore regionale alla sanità Razza ha annunciato un’indagine interna per verificare la correttezza delle procedure di assegnazione e di controllo delle erogazioni pubbliche per l’attività della Onlus – è infatti indagato anche un funzionario regionale – e la direzione aziendale dell’ASP di Palermo ha istituito una commissione ispettiva sulla vicenda e annunciato che si costituirà parte civile in ogni processo.
I Senatori della Repubblica Di Giorgi e Di Miceli – la Di Giorgi è anche castelbuonese – hanno condannato i fatti parlando di immagini dure come un pugno allo stomaco e di bestialità ai danni dei più deboli tra i deboli.
Il Vescovo di Cefalù Mons. Marciante si è dichiarato profondamente colpito dalla terribile notizia che riguarda una struttura indegna della compianta Suor Rosina e che non ha nulla a che vedere con la sua santità e sentendo profondo dolore per i pazienti.

Il dibattito
Il dibattito si è sviluppato in larga scala anche sui social con i cittadini che hanno espresso posizioni che vanno dalla costernazione, la rabbia, i dubbi e la vicinanza al dolore che in questo momento sta colpendo tantissime persone che a qualsiasi titolo siano coinvolte in questa triste vicenda.

E’ ancora presto per maturare dei giudizi definitivi sull’inchiesta che, come è ovvio, è materia che dovrà essere approfondita e le responsabilità accertate nelle relative sedi giudiziarie.
Ciò che fin d’ora si può anticipare è l’invito generale a quelle stesse persone che ora si lamentano di adottare in futuro una certa prudenza nella esternazione di giudizi affrettati di colpevolezza o di assoluzione anche in tutte le altre vicende simili a questa ma che nulla hanno a che vedere con il nostro contesto territoriale.
Abbiamo assistito in passato a dure prese di posizione nella nostra comunità per fatti di cronaca ben più insignificanti oppure che nulla avevano a che fare con il nostro contesto territoriale.
La sgradevole sensazione che ne deriva è di assistere ad un dibattito dettato più da convenienze politiche e non da una precisa linea di coerenza che tratti gli stessi fatti con il medesimo peso e misura con il risultato che tal volta questa comunità appaia come assoluta depositaria del giudizio di confine del bene e del male mentre altre volte stia più attenta a mostrare una carità pelosa dettata da un preciso interesse col grave danno di far apparire questo paese più ricco di ignavi e non baluardo di moralità e sani principi.

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