Palermo: neve anche in collina, disagi sulle Madonie

Difficoltà di transito da Petralia a Castelbuono, pochi i mezzi spalaneve disponibili
(di Ivan Mocciaro – palermo.repubblica.it) Prima neve del 2019 e primi disagi sulle Madonie. Strade al limite della percorribilità. Temperature in picchiata. Nelle prossime ore e durante il week end previste, anche in collina, nuove nevicate. Difficoltà di transito per raggiungere l’ospedale di Petralia Sottana, lungo la strada provinciale che conduce anche a Piano Battaglia. Il fondo stradale è rimasto innevato come gli spazi adiacenti la struttura sanitaria con difficoltà per medici e pazienti. Pochi i mezzi spalaneve in azione nel comprensorio, molti mezzi obsoleti sono fermi in officina. Difficoltà di transito lungo la statale 120, che taglia in due le Madonie, in particolare fondo ghiacciato lungo il tratto che da bivio Madonnuzza (Petralia Soprana) conduce a Gangi.
Palermo: neve anche in collina, disagi sulle Madonie
Difficile il transito per i mezzi pesanti, due sono rimasti bloccati poco prima del bivio di Geraci Siculo, mentre è difficile da raggiunge anche il centro abitato di Petralia Soprana. Difficoltà di transito lungo la statale 286 che dal bivio di Geraci Siculo conduce verso Castelbuono e lungo il litorale della costa tirrenica. Transito regolare invece lungo l’autostrada Palermo – Catania, obbligo di catene a bordo o pneumatici da neve nel tratto tra Scillato e Mulinello. Difficile da raggiungere anche Piano Battaglia, l’unica stazione sciistica della Sicilia occidentale dove nelle ultime ore si è scatenata una polemica sulla mancata apertura degli impianti sciistici.
Dopo la nota della società che si occupa degli impianti di risalita (leggi l’articolo), è intervento il sindaco di Petralia Sottana Leonardo Iuri Neglia che fa un appello al presidente della Regione Nello Musumeci e al sindaco della città Metropolitana Leoluca Orlando, “affinché in tempi rapidi possano pervenire a soluzione le difficoltà ancora presenti a Piano Battaglia con particolare riferimento al rischio che gli impianti di risalita restino chiusi a causa della mancata messa in sicurezza”.
Nonostante i risultati recentemente conseguiti con l’elezione di Petralia Soprana a Borgo più bello d’Italia, poco o nulla sembra cambiare nel comprensorio Madonita che dovrebbe fare rete per far fronte alla sfida. Anche in situazioni come questa, infatti, permane una condizione di marginalità che penalizza il territorio, i suoi abitanti e i visitatori che continuano a trovare degli enormi disagi. Questi paesi continuano ad essere impreparati all’accoglienza e alla gestione dei flussi turistici.
Puntualmente il cronista ogni anno ci illustra la cronaca puntuale delle difficoltà a cui è sottoposto un intero territorio lasciato da tempo immerorabile con servizi scadenti o del tutto assenti per precise e chiare responsabilità di varie autorità che mai vengono menzionate e denunciare nello stesso articolo.Sarebbe molto rispettoso prima ancora che per i lettori per i responsabili della informazione che il cronista portasse il suo taccuino e la sua penna dinanzi a chi ha incontestabili responsabilità di questo sfascio ( siano essi amministratori e funzionari degli enti pubblici) e sputtanarli per la loro inettitudine per giunta ben retribuita.
Altro che sollecitazioni da parte del singolo sindaco di turni.Servono precise denuncie circostanziate per mancata attuazione di precise norme a tutela delle comunità.Non si può più tollerare questa sapiente e pluridecennale presa
per i fondelli.Oltre a questo giornalismo narrativo a quanto un sacrosanto giornalismo di inchiesta e di denuncia ?
Il giornalismo d’inchiesta non esiste più. È finito con la morte dei vari Giuseppe Alfano, Carlo Casalegno, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato, Walter Tobagi.
Oggi è più comodo restare rintanati al calduccio delle redazioni o delle aule dei tribunali e degli uffici delle procure.
Poi per chi ancora volesse fare giornalismo d’inchiesta, ci sono nuovi ostacoli: ieri la morte ed il fango, oggi il bavaglio imposto da norme sempre più restrittive, come quelle che vietano la diffusione delle intercettazioni che non abbiano rilevanza diretta nelle indagini, ma che tanto utili sono state in passato per rendere pubblici tanti comportamenti inqualificabili.