Palestra del Liceo Scientifico di Castelbuono. L’ennesima settimana della vergogna
Ancora senza soluzione dopo tanti mesi l’annosa questione della Palestra del
Liceo Scientifico a Castelbuono, struttura della Provincia data in gestione
all’Istituzione scolastica, che rappresenta l’unico posto chiuso dove poter
praticare sport nei mesi invernali.
In pochi se ne sono accorti in questi anni a Castelbuono ma la palestra è
stata costruita anche per dare la possibilità alla comunità di poter usufruire
di un posto al chiuso dove praticare sport nei mesi invernali, quindi anche per
le locali associazioni sportive, ferma restando naturalmente la priorità del
suo utilizzo per il Liceo Scientifico negli orari didattici.
Essendo una struttura provinciale e non comunale l’iter per poter usufruire,
della palestra da parte delle Associazioni sportive è lungo e laborioso,
addirittura la richiesta deve essere fatta entro il 30 giugno dell’anno
precedente e la risposta arriva entro dicembre, il che complica non poco la
vita alle nuove associazioni che per poter utilizzare la palestra devono
programmare un’attesa di due stagioni sportive in quanto entro dicembre tutti
campionati federali, che sia basket, volley o pallamano sono già partiti.
L’utilizzo però è sempre vincolato dal parere del consiglio d’Istituto del
Liceo che a settembre comunica alla Provincia gli orari da preservare per le
attività didattiche pomeridiane, mentre le restanti ore vengono divise tra le
associazioni.
Da un paio d’anni a questa parte però l’assegnazione delle ore per le società
sportive locali è diventata una vera e propria battaglia in quanto la scuola ha
predisposto l’uso della palestra praticamente tutti i pomeriggi tranne il
sabato con orari che quest’anno vanno ad esempio fino alle 19 e 30 di sera il
lunedì e il mercoledì, o fino alle 17 il martedì e il giovedì, questo lascia
uno spazio risicatissimo a tutte le associazioni sportive che svolgendo
campionati e allenamenti si trovano in enormi difficoltà.
Il problema purtroppo viene dal momento che questi orari non vengono perlopiù
utilizzati, almeno finora (e siamo già a dicembre…) è stato così, tranne il
martedì che la scuola utilizza la struttura fino alle 17, mentre gli altri
giorni è rimasta tristemente chiusa e i ragazzi delle locali associazioni
sportive scalpitano per potersi allenare o giocare, e gli restano liberi orari
serali che vanno anche fino alle 23, compromettendone l’uso per i ragazzi più
piccoli, il 90% dei tesserati delle associazioni che al momento hanno la
concessione.
Noi dell’YpsiVolley stiamo cercando ormai da tre mesi di sbloccare la
situazione, perchè se la scuola utilizzasse questi orari nessuno potrebbe dire
nulla, ma dover impedire a centinaia di ragazzi di poter fare sport, con tutti
i relativi riscontri sociali che questo rappresenta, crediamo sia ingiusto e
vergognoso, e una comunità che ha un’importante tradizione sportiva come
Castelbuono non dovrebbe permetterlo.
La nostra associazione opera in collaborazione con la Polisportiva
Castelbuonese per i campionati federali invernali e i nostri numeri sono
incredibili se si pensa che viviamo in un paesino, siamo infatti più di 100
tesserati, dai 7 ai 50 anni; a cui si devono sommare i circa 60 tesserati della
Polisportiva Castelbuonese Basket; e tutti siamo costretti ad operare in un
contesto veramente impossibile dato l’esiguo numero di ora a disposizione;
basti pensare che il solo Volley partecipa a 9 campionati federali tra
minivolley e prima divisione mashile, ma ha a disposizione solo 9 ore per
allenamenti e partite, delle quali tralaltro solo 5 utilizzabili in quante 4
vanno dalle 21:30 alle 23:30, orari che non sono francamente utilizzabili per i
ragazzi, il che comporta allenamenti anche con 40 persone contemporaneamente
presenti in campo, con tutte le problematiche connesse, mentre ci sono orari
nei quali la palestra resta completamente chiusa e vuota.
Un esempio impetoso è dato dalla nostra squadra di punta femminile, l’under 16
che questa settimana è stata costretta a giocare, vincendo, a Castellana ma non
ha potuto neanche allenarsi…
Tutto questo in una situazione vergognosa da un punto di vista della privacy,
in quanto ci viene concesso un solo spogliatoio da dividere uomini, donne,
bambini, arbitri, pubblico, squadre ospiti e locali, basket e volley, e la cosa
assurda è che la struttura della palestra avrebbe a disposizione una serie di
spogliatoi che vengono però tenuti chiusi; senza considerare la situazione
docce, presenti in gran numero ma inutilizzabili perchè non c’è acqua calda, ma
sopratutto difficilmente qualcuno si farebbe una doccia in uno spogliatoio dove
entra chiunque; problematica questa che mette in grosse difficoltà non solo i
ragazzi locali ma anche e sopratutto gli ospiti che sono costretti loro
malgrado a non potersi neanche lavare.
E come ciliegina finale sulla torta c’è da considerare che le associazioni
pagano per utilizzare questa struttura un canone orario…
Per quel che riguarda il Volley siamo stati costretti a chiedere alla
federazione di giocare tutti gli incontri fuori casa in quanto con sole 5 ore a
disposizione non potremmo materialmente farcela considerando anche gli
allenamenti… abbiamo preso contatti con la palestra comunale di Pollina che
ci ospiterà anche se questo comporta un notevole dispendio economico in termini
di trasporto e comunque di rischio supplementare dovendo viaggiare dei ragazzi
per strada.
Abbiamo fatto richiesta alla Provincia di poter utilizzare le ore non
assegnate del venerdì e della domenica, ma purtroppo neanche rispondono al
telefono, siamo stati al Comune dove abbiamo chiamato con il sindaco ma anche
lì nessuna risposta, settimana prossima andremo direttamente in provincia a
Palermo…
Questa al momento la situazione Palestra, la realtà che vivono centinaia di
ragazzi castelbuonesi, costretti loro malgrado a rinunciare ai loro sogni
sportivi in un contesto sociale che ne avrebbe quanto mai bisogno; Castelbuono
European Town of Sport 2013.
Roberto Mitra
ASD YpsiVolley
Forse non sai che le province saranno abolite……
Ben ci sta! Per 20 anni a Castelbuono abbiamo voluto un solo colore (il rosso) ed ecco quello che ci hanno lasciato: un paese senza palestra, senza teatro, senza uno stadio decente, senza un ripetitore per i telefonini, senza nuove aree edificabili. Ci hanno spacciato per 20 lunghissimi anni come il miglior paese delle Madonie, andando in giro per il mondo e raccontando la stessa favola dal Canada alla Romania (chi vuol intendere intenda), non accorgendosi che intanto restavamo indietro, non dico rispetto al resto del mondo, ma rispetto a tutti i paesi delle Madonie. Il Comune di Pollina ha la palestra, anche San Mauro e Cefalù hanno un teatro, Castellana ha il campo di calcio in erba sintetica e una magnifica palestra comunale, Isnello la piscina, Cefalù il palazzetto dello sport. Non c’era bisogno di girare il mondo, bastava girare per i paesi del circondario per capire che stavamo restando indietro. Altro esempio lampante di arretratezza e miopia delle passate amministrazioni: il PIT e il PIST. E’ inconcepibile che Castelbuono, secondo comune delle Madonie per numero di abitanti dopo Cefalù, non abbia avuto nell’organico di tali importanti strumenti di programmazione negoziata un solo rappresentante.
Ma d’altronde, cosa poteva importare ai nostri lungimiranti amministratori di restaurare un teatro oppure di costruire una palestra? Tanto lì non potevano certo impiantarci un bar o una bottega, meglio restaurare un Eremo…
Ma la cosa più grave è che alla “Grande Bugia” ci abbiamo creduto tutti. Siamo convinti di essere i migliori del mondo, solo perché in tutte le televisioni del mondo è passato qualche servizio televisivo con gli asinelli.
Ma adesso è giunta l’ora di guardare in faccia la realtà: siamo rimasti indietro, a livello di infrastrutture siamo l’ultimo paese delle Madonie, non il primo, come ci hanno raccontato.
Ma ormai è troppo tardi. E’ finito il tempo delle vacche grasse. Non ci saranno più finanziamenti: il treno è passato e noi l’abbiamo perso. Non ci resta che dedicarci alla vera vocazione del nostro territorio, pastorizia e agricoltura e ringraziare chi ci ha ridotto così durante gli ultimi due decenni.
Ti salutu, ‘u frati