Pensiero di Pasqua dal Pensante Curioso al Sindaco pro-tempore di Castelbuono

(Riceviamo e pubblichiamo)
Caro sindaco,
siamo sempre alle solite! Per te ogni occasione è buona per continuare a raccontare le stesse favole o, cosa più grave, insultare le persone che la pensano ed operano diversamente da te. Se si tratta di soggetti che reputi ignobili ed inconcludenti, li puoi ignorare girandoti, semplicemente, dall’altra parte per non ascoltare. Peraltro, caro sindaco, non ti serve dividere i cittadini di Castelbuono tra amici o nemici “da cuntintizza”. Se non hai più la serenità e la lucidità politica per governare non credo dipenda da quelli che, oggi, ti avversano. Infondo una buona parte di essi sono gli stessi che contribuiscono ad assicurarti la “manutenzione” del tuo cosiddetto “sistema paese”. Caro Sindaco pro-tempore, se sei davvero convinto che Castelbuono sia uno dei posti più belli e che “tutto il mondo ci guarda”, non lo devi dire così tanto per dire, devi comportarti di conseguenza provando a risolvere dignitosamente, con umiltà e meno arroganza, i problemi reali del paese. In buona sostanza, caro Sindaco, penso e ti dico che il vero ostacolo per la Comunità che amministri non sono quelli che criticano le tue scelte. Dovresti solo convincerti ad aprire un serio dialogo tra la tua anima eretica e quella opportunista: probabilmente, alla fine, ti renderai conto che Castelbuono non ha più bisogno né della tua eresia né del tuo opportunismo.
Grazie, caro sindaco e….. Buona Pasqua.
Pensante Curioso
Pensante curioso, quando si esprime un pensiero si deve avere il coraggio di firmare
Non occorre. Tutti conoscono il Pensate Curioso. Specie il destinatario della missiva.
Fermo restando che tutti sanno chi è pensante curioso tranne lei forse,
anche quando si esprime un giudizio e soprattutto quando si biasima chi non si firma bisognerebbe avere il coraggio di firmarsi, signora o signor Annamaria
Veda, Annamaria, ad un pensiero si può sempre rispondere con un altro pensiero, se si vuole e si sa cosa dire. In questo caso, come era prevedibile, visto l’esiguo numero di commenti e di like ma l’elevatissimo numero di visualizzazioni sul mio profilo, le assicuro che conoscere la identità del Pensante vale molto meno del pensiero espresso, soprattutto se il destinatario ne vorrà comprendere la reale sostanza. Tuttavia sono fiducioso.
I latini dicevano: “intelligenti pauca”. So che la offenderei se mi permettessi di tradurre in italiano.
Politica. questa parola riassumerebbe la più alta delle occupazioni umane. Basata, negli ordinamenti democratici, da un legittimo diritto di critica, si spera costruttiva, dell’opposizione. In questi quattro anni però io posso dire che si è assistito ad un livore crescente contro soggetti vari, talvolta anche istituzioni come l’Arma potrei pensare, che non si ricordava da anni immemori. Un livore che trova l’occasionale bersaglio in chi, in un dato momento, sia reo di formulare un pensiero dissonante dalla volontà del nostro ben noto soggetto. Il quale, purtuttavia, piuttosto di replicare con argomenti cerca, spesso tramite i suoi fedelissimi, un argomento di attacco personale al reo di cui sopra che nella stragrande maggioranza dei casi non ha nulla a che vedere con la critica espressa. O con la mancata azione amministrativa, vedasi collaudo S.Leonardo, che ha inscritto negli elenchi dei nemici pubblici dei tecnici che non hanno che potuto rilevare quanto dice la legge, e non l’hanno “forzata” come sempre il nostro soggetto orgogliosamente rivendicò, sempre con altissimi fini del benessere collettivo. La domanda è: Perchè? negli anni ’70 e ’80 un tal livore non si era mai visto a memoria mia, anche davanti a scontri politici accesi. Evidentemente la lapidazione politica dell’avversario, degna figlia della cultura comunista dell’autocritica e della rivoluzione culturale cinese, permea il pensiero sempre del nostro. Che, come spesso accade, non si vuol rendere conto che il sole tramonta sulla sua navigazione politica, perché ha esaurito gli argomenti con i quali può esercitare un democratico confronto e gli rimangono niente altro che questi strumenti per mantenere l’ordine nella comunità. Speriamo che la ragione lo illumini, e capisca che il suo momento è passato, le cartucce degli asini, de sistema paese, del dialogo alla pancia, come mi diceva a me giovane attento alla politica ormai le ha “sparate” tutte, SI facesse da parte, per il ben di tutti, anche il suo, in primis. So che non mi ascolterà, come non lo fece quattro anni fa quando gli dissi in privato di offrire alla comunità l’occasione dell’energia fresca e del rinnovamento della candidata prescelta. una persona per bene, che poteva e doveva essere messa alla prova