Petralia Sottana. Un cinghiale attacca un uomo per difendere i suoi piccoli. Nessun ferito, solo tanta paura
Della pericolosa proliferazione dei suidi all’interno del Parco delle Madonie ci siamo in più di un’occasione occupati. I grossi cinghiali (incrocio tra cinghiale e maiale) da anni oramai vivono liberi all’interno dell’area Parco, creando non pochi problemi agli agricoltori, ai quali distruggono spesso le colture, ed ai residenti in generale, con i quali è diventata difficile la convivenza. Tavole rotonde, convegni e riunioni si sono susseguite senza esito alcuno. La politica non ha saputo trovare una soluzione al problema. Si, perché pur amando e rispettando la natura e le sue creature, di problema di tratta.
Ultima segnalazione in ordine cronologico è quella giunta in redazione nella mattinata del 31 agosto, quando un giovane racconta di aver trovato un animale nel suo terreno e, nel tentativo di spaventarlo per allontanarlo, è stato attaccato. Fortuna e prontezza di riflessi hanno evitato il peggio. Il ragazzo, infatti, è riuscito a sfuggire alla furia di una “mamma cinghiale” rinchiudendosi in casa.
«Migliaia di suidi invadono il Parco delle Madonie, un incrocio tra il cinghiale ed il maiale. Oltre a distruggere la flora e la fauna presente all’interno del Parco, sfondano i recinti dei terreni privati, con gravi danni alle colture. Giovedì 28/8/14, assisto ad uno spettacolo terrificante all’interno della mia proprietà recintata con rete metallica. Tutta l’uva da tavola e quasi tutta l’uva da mosto era stata divorata. Uno spettacolo increscioso. – Ci scrive Calogero Cerami. – Ma la situazione più grave si verifica nel pomeriggio, in cui trovo, la mamma cinghiala e altri 8 piccoli. A quel punto sorpreso, cerco di farli spaventare, ma vengo improvvisamente attaccato dal grosso animale e solo per la prontezza di chiudermi dentro casa, ho evitato il peggio, che poteva costarmi la vita. Questo grave problema non è mai stato affrontato con decisione da parte della Politica Regionale. In tutti i Parchi d’Italia, vanno fatti le catture e gli abbattimenti selezionati. Per le richieste dei danni subiti vanno versate subito 30 euro e le somme erogate sono del tutto umilianti. In tanti ci chiediamo: “possibile che dobbiamo ancora subire questa umiliazione per l’inerzia della Politica? È arrivato il momento della ribellarci?»
Fonte: www.ilcaleidoscopio.info
Sono d’accordo con chi scrive,anche noi in cda Montenero non possiamo stare tranquilli davanti casa perchè siamo accerchiati dai cinghiali.
Solo parole e solo parole ma i fatti dove sono? Gli interessati sembrano sempre gli altri della porta accanto!!! Io promuoverei un comitato formato da persone con gli attributi che riescano a portare presso gli enti preposti cinghiali vivi o morti per sensibilizzare le coscienze di coloro che sono lontani dalle reali problematiche. Senza azioni di forza e se non ci scappa il morto nessuno si attiverà per l’abbattimento e la risoluzione dell’annoso problema.Nessuno si è mai preoccupato dei danni procurati alle colture e dei probabili pericoli per la collettività. Basta basta basta!!!
Invece di promuovere comitati, proporrei di sensibilizzare l’amministrazione. Che magari sarebbe meglio.
Se noi madoniti non facciamo un’azione di forza ,questi finti politici ci prenderanno sempre in giro.
E il momento di ribellarci insieme e fare una lotta decisa al fine che finalmente tutta la stampa nazionale ne prende atto.uniamoci tutti.
Bravo Filippo
Credo che sul triplice “Basta!” invocato da Filippo Botta siamo tutti d’accordo. Così come va accolto coralmente l’appello a ribellarci con forza per superare questa situazione insopportabile per i danni alle coltivazioni e per i pericoli fisici e sanitari per gli uomini. Ottima l’idea di istituire quanto prima un “comitato di gestione-suidi”, con rappresentanti dei tanti paesi delle Madonie, che però, al fine di agire nei confronti di politici (sempre + disattenti), deve avere un serio e concreto consenso da parte delle popolazioni. Per questo occorre una preliminare e democratica raccolta di firme su un quesito semplice: “Vuoi che nel territorio comunale siano applicate per legge le Linee Guida nazionali per la gestione dei suidi?”. Si tratterebbe di una sorta di referendum su base popolare: per la raccolta firme basterebbe richiedere l’appoggio dei tanti bar e negozi dei vari paesi. Credo che, di fronte a qualche migliaio di firme raccolte democraticamente e ad una corretta informazione sui vari canali mediatici, i politici e le Autorità giudiziarie saranno costretti ad intervenire in forma definitiva.
Sandro condivido in toto le tue parole. La questione va affrontata a livello di comprensorio madonita e non certo nell’abito locale comunale. La tua idea di un comitato spontaneo popolare credo sia l’unico strumento di pressione capace di mettere in campo azioni eclatanti comprendenti anche minacce di disobbedienza civile, scavalcando burocrati e politici.
Bisognerà evidenziare soprattutto l’incalcolabile danno ambientale prodotto dalla sovrappopolazione, oltre ai danni materiali ed alla concreta minaccia alla sicurezza fisica. Non dimentichiamo che i suidi (come i daini!) non fanno parte della fauna autoctona né sono una calamità naturale, ma sono stati volontariamente ed incoscientemente introdotti e male gestiti dagli “esperti” della nostra amata Regione.
Sandro sono con te iniziamolo a fare e poi coinvolgiamo Madonie live per gli altri comuni