Piano Battaglia non è una discarica. Chi sporca non è benvenuto
Per certi visitatori occasionali, chiamiamoli “domenicali”, la gita a Piano Battaglia è un’occasione per divertirsi, sicuramente, ma anche e soprattutto per devastare l’ambiente. Purtroppo non è retorica, non è demagogia, è un dato di fatto: il lunedì mattina Piano Battaglia si presenta come un campo devastato, una discarica a cielo aperto, un immondezzaio. Una prima causa di sporcizia sono quelle maledette palette di plastica, dei giganteschi cucchiai variopinti che vanno spesso in frantumi assieme alle ossa del malcapitato utente, che scivola senza controllo sulla neve ghiacciata. Lo sanno bene gli sfortunati che finiscono in ospedale, lo sanno bene gli operatori che lavorano a Piano Battaglia, lo sanno bene gli animali. Non è raro, infatti, trovare nei nidi degli uccelli, decine di pezzetti di plastica provenienti dalla disintegrazione di questi oggetti. Sovente è facile incontrare bottiglie rotte, carta di vario tipo, resti di cibo, lattine, sacchi di immondizia, guanti, cappelli, sciarpe, brandelli di tute da sci, escrementi umani, e la lista potrebbe proseguire, disegnando uno spettro infinito di rifiuti di ogni genere. Ora poniamo il caso che io vada a pranzo, la domenica, da uno di questi “signori”, ed immaginiamo che consumi il pasto, rida, mi diverta. Poi all’improvviso mettiamo che getti a terra la bottiglietta di plastica da cui ho bevuto, sputando sul pavimento e presumibilmente defecando nel centro del salotto. Probabilmente sarei additato come una bestia, uno psicopatico. E quindi sarei controllato. Purtroppo nel nostro caso, a Piano Battaglia appunto, il controllo è ridotto ai minimi termini; esistono le ordinanze comunali, i divieti, ma non c’è un organismo di controllo. Nemmeno le fantomatiche associazioni ambientaliste, sempre sul piede di guerra quando bisogna boicottare progetti che porterebbero sviluppo (vedi la seggiovia) o che prevedono il taglio di un ramo o lo spostamento di quattro foglie del sottobosco. Dove siete? Perché tacete? Non basta organizzare una volta l’anno manifestazioni per ripulire il pianoro!
Finché non ci sarà una cabina di regia anche per la vigilanza di questi episodi (perché non vietare la vendita, spesso in nero, delle palette di plastica?), purtroppo dovremo tenerci l’immondizia e con gli impianti chiusi e l’abbandono generale, Piano Battaglia rischia di assomigliare sempre più a Bellolampo, piuttosto che ad una stazione sciistica.
Piano Battaglia è di tutti, voi “signori” della domenica compresi. Voi, bestie, ineducati, trogloditi. Voi qui non siete i benvenuti.
Fonte: www.pianobattaglia.it
Se ci sono ancora delle persone che per rispettare l’ambiente dove viviamo hanno bisogno di qualcuno che li controlli ed eventualmente applichi una qualche sanzione, siamo ancora lontano dalla civiltà…
Piano Battaglia è un punto di riferimento, dove è più facile notare l’abbandono del territorio. I nostri boschi le nostre montagne, sono abbandonate e in balia di tutti. Poi la maleducazione e l’inciviltà, della gente fà il resto.
Ma la carenza dei controlli, e l’assenza delle istituzioni non è giustificata.
Se la gente fosse educata non ci sarebbe bisogno di alcun controllo. Ma questo sarebbe il PARADISO, e qui siamo sulla terra e, scusate se forse sono troppo prevenuto, anche in Sicilia.
Ma l’esercito di “guardie forestali siciliane” e “operai forestali” che fanno? Non potrebbero fare il proprio dovere di vigilanza i primi ed essere utilizzati anche per la pulizia e il controllo i secondi? In particolare, quando gli operai forestali hanno finito il proprio turno e si beccano la disoccupazione, anziché lavorare in nero, perché non vengono impiegati, almeno nei fine settimana, per svolgere queste funzioni di vigilanza e pulizia di aree come Piano Battaglia?