“Pietà l’è morta”. La Costituente interviene sullo stato in cui versa il cimitero di Castelbuono

(Riceviamo e pubblichiamo) – Una volta messa all’indice la cultura, pericoloso fattore di instabilità per un sistema paese che ha garantito il consenso e il compenso a una dozzina di amici da cuntintizza, sembra che a Castelbuono un altro valore fondante della comunità non abbia più diritto di cittadinanza: la pietà per i morti

Basta vedere lo stato in cui è ridotto il cimitero, che finora è stato per i castelbuonesi il luogo nel quale raccogliersi accanto ai propri cari defunti, e mantenere così con essi quella corrispondenza d’amorosi sensi cara al poeta dei Sepolcri. Ci perdonino gli illustri consulenti del Sindaco per le citazioni, se ci avventuriamo in un campo in cui loro spadroneggiano incontrastati, incuranti di qualche piccolo incidente che li espone al ridicolo assieme al loro mentore. A proposito, saranno remunerati per questo?

Che cosa è oggi il cimitero di Castelbuono? Non servono molte descrizioni dettagliate, bastano le immagini di ciò che è sotto gli occhi di tutti coloro che lo frequentano abitualmente per coltivare legami mai spezzati, e di coloro che, venendo da sedi lontane, anche solo una volta l’anno vanno a visitare i propri defunti.

Lo stato di abbandono si sostanzia in cacche di cani, bottiglie di plastica lasciate ovunque, sterpaglie disseminate in ogni viale e in ogni anfratto, erba secca tagliata dove sì dove no, secondo criteri imperscrutabili, e mai rimossa dal luogo dove il decespugliatore passando velocemente l’ha lasciata. Infine, per suggellare la fine dell’epoca del rispetto dei defunti, le sepolture nel campo comune ricoperte di erbacce e di sfalci di potatura.

Ma forse l’esigenza impellente era un’altra, era quella di stupire il mondo, e qualche elettore distratto, con il tardivo ampliamento del cimitero (mentre nel frattempo si provvede alla men peggio al reperimento di aree dove capita per le inevitabili estumulazioni).

Pertanto la manutenzione e la cura del cimitero esistente, in parte peraltro storico e monumentale, passa in secondo piano, e val bene un affidamento a una ditta edile con tutti i requisiti di affidabilità per trasformarlo in ciò che è diventato e che si vede dalle foto.

Pazienza. Pietà l’è morta.

La Costituente per la Castelbuono di domani

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