Presentazione del libro di Piero Carbone “Venti di Sicilinconia e…… altre poesie”

locandinaNell’ambito della rassegna “Incontro con l’autore”, curata dal Consiglio di Biblioteca di concerto con l’ Assessorato alla Cultura, sabato 10 dicembre si terrà alle ore16,30 presso la Sala delle Capriate – Badia, la presentazione del libro“Venti di Sicilinconia e…… altre poesie” di Piero Carbone.

Dopo i saluti istituzionali, interverrà per il Consiglio di Biblioteca il prof . Angelo Ciolino , animeranno la conversazione con l’autore la prof.ssa Mimma Conoscenti e la prof.ssa Mariangela Pupillo.
Venti di sicilinconia è un’ opera vincitrice del Premio Martoglio 2009.

I versi sono pieni di saggezza critica, che dicono d’un acuto scrutatore della realtà, attento al dipanarsi della quotidianità della gente del suo paese, dei nostri paesi, della Sicilia che gli genera non “malapinzera” ma amare considerazioni che gli arrovellano il cervello, come colpi di maglio su un’incudine.
L’incudine ci rimanda al titolo della silloge. E’ una questione di accenti, sui quali Carbone gioca: Sicilinconìe o Sicilincònie? Sicilia e sicilianità come pensieri che martellano e non ci abbandonano mai o malinconie di siciliano? Alla fine i significati dei due neologismi convergano. Salvatore Di Marco, che della raccolta ha curato da par suo la Prefazione, alla questione dedica ampio spazio e riesuma altri termini quali sicilitudine e isolitudine.

Tanti i temi trattati, che vanno dal disagio esistenziale al recupero della memoria, dal mistero della vita e della morte alla contemplazione della vastità dell’universo, dai mutamenti di pensiero e mentalità e dall’inesorabile trascorrere del tempo – per cui ciò che c’era non c’è più e tutti siamo come canne al vento – all’emigrazione e alla durezza di taluni lavori, dalla tragedia della guerra, sempre assurda, alla disperazione di quanti arrivano sulle nostre coste.
E c’è il malessere, la consapevolezza di ciò che poteva essere e non è stato, di un rapporto di rabbia-amore per la nostra terra, difficile da cambiare per cui si sente fuori posto o, addirittura, fuori tempo e di notte mentre “lu munnu tuttu taci / mi nni vaju nni li seculi passati”.

Il tutto condito d’una amara ironia che smorza nostalgia e malinconia e narrato in modo elegante, con tono disincantato e tuttavia accattivante, che depongono della sua sensibilità ed originalità per cui, giustamente e meritatamente, la Giuria del premio ha potuto attribuirgli il Martoglio, sottolineando la “grande efficacia comunicativa” e “la chiarezza del dettato poetico”, che sigillano “la pronunciata sicilianità spirituale e culturale” di Carbone, che ha saputo conferire alla sua silloge “una struttura espositiva ed architettonica estremamente moderna” (Motivazione del premio).

La lingua usata da Piero Carbone è il dialetto racalmutese, non quello letterario e colto, spesso artefatto, di G. Pedalino Di Rosa, ma quello di tutti i giorni, del parlare spicciolo della gente, della piazza, più aderente alle cose e, perciò, più vero e autentico, colloquiale, coinvolgente nella sua comunicabilità
Con un linguaggio poetico che riflette la chiarezza del dettato, assicurandone così la immediata comprensione nella lettura, il dialetto coniuga così strettamente e in sintonia le sue ancestrali radici lessicografiche con l’espressione orale dei nostri tempi.

Le venature malinconiche e il sigillo di una ben pronunciata sicilianità spirituale e culturale del poeta, conferiscono alla raccolta Venti di sicilinconia di Piero Carbone il segno di una interessante suggestiva liricità.
Piero Carbone è nato a Racalmuto. Vive e insegna a Palermo. Scrive in lingua italiana e in vernacolo siciliano. Alcune sue opere sono state musicate e rappresentate. Ha curato una serie di mostre di artisti siciliani e i suoi testi figurano in cataloghi e numerose edizione d’arte.

Gian Clelia Cucco
Assessore alla cultura

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