Presenza di batteri coliformi nel rubinetto Liccia
Nella consueta analisi delle acque che il Comune di Castelbuono pubblica periodicamente sulla pagina Facebook emergono dati non in linea con i parametri che l’acqua potabile ai sensi della legge dovrebbe avere.
Nello specifico, nell’analisi delle acque che fuoriescono dal rubinetto di Liccia emerge la presenza di batteri Coliformi fecali nella concentrazione di 95 unità/100mL e di batteri Clostridium perfrigens in concentrazione di 2 UFC/100mL.
A corredo del post diffuso dall’amministrazione il commento di un chimico professionista il quale scrive testualmente:
I valori di coliformi a 37°C e clostridium perfringens sono oltre i limiti consentiti dalla legge. I coliformi fanno parte dei cosiddetti “batteri indicatori”, assumono grande importanza nella determinazione della qualità delle acque e per definirne la potabilità. La presenza di batteri indicatori (Escherichia coli, batteri coliformi, enterococchi) rivela una contaminazione fecale dell’acqua potabile. Se in un’acqua potabile vengono rilevati questi microrganismi, si presume la presenza anche di microrganismi patogeni (Salmonelle, virus, ecc.).I batteri coliformi sono diffusi nel suolo, nelle acque e nell’ambiente in generale e parte di loro sono ospiti abituali dell’intestino dell’uomo e degli animali. La loro presenza nelle acque destinate al consumo umano è da mettere in relazione a contaminazione d’origine fecale. Devono essere assenti in 100 ml di campione analizzato. I clostridi vivono negli strati superficiali del suolo, alcune specie vivono nell’intestino di alcuni animali, compreso l’uomo. Affinché un’acqua sia idonea al consumo umano, questa specie batterica deve essere assente in 100 ml di campione analizzato.
Un dato dunque se non allarmante almeno preoccupante, da segnalare che le analisi sugli altri punti acqua di Centomasi, Pontesecco e fontane arco Sant’Anna (in quest’ultimo caso però non sono riportati tutti i parametri) sono risultate entro parametri regolari.
Grazie al nostro concittadino, che conosce bene come avviene la lettura dei dati. Ogni qualvolta vengono fatte le analisi su appuntamento, viene fatta una super clorazione, e dai rubinetti esce odore di cloro, poi puff sparisce l’odore. L’acqua viene sempre tirata dal fiume, sono state fatte opere a centomasi di cui non si conoscono il costo, le modalità di affidamento lavori, le finalità, e il piano di manutenzione di questa struttura. Per il resto ci affidiamo a matri S.Anna. Ultimo appunto si è parlato di sorgenti montane dove vi era la presenza di alluminio in concentrazioni elevate, ad oggi non sappiamo altre notizie.
Cosa aspetta l’inquilino Pro tempore di via S. Anna a dichiarare che l’acqua che beviamo NON È POTABILE????