Primarie, il PD annuncia la linea dura: “Nullo il 90 per cento delle giustificazioni”
Duemila le richieste di nuove iscrizioni in Sicilia. Con le giustificazioni più banali: “Stavo male”, “dormivo”, “ero in viaggio”, “non ho fatto in tempo”. A Gangi e Petralia sconto di due euro al cinema per chi andrà a votare, a Cefalù un consigliere provinciale ha riconosciuto e bloccato un militante del Pdl.
ANCHE lo sconto al cinema, pur di fare di nuovo il pienone e le file ai seggi elettorali. A un giorno dal ballottaggio, nella Sicilia feudo di Bersani si riaccende la sfida. “Abbiamo ricevuto 2mila richieste di nuove registrazioni per votare.
Ma le giustificazioni presentate al 90 per cento sono tra le più banali. E non saranno accettate.
Il regolamento è sui siti, non si può ammettere tanta superficialità”, bacchetta Liliana Modica, Pd, responsabile organizzativo delle primarie in Sicilia. “Stavo male”, “dormivo”, “non ho fatto in tempo”, “ero in viaggio “: queste, nella quasi totalità dei casi, le motivazioni della gente che domenica scorsa ha disertato le urne, per distrazione, disaffezione o per reale impossibilità, e che ha chiesto di partecipare almeno al ballottaggio. C’è chi ha tentato di forzare il regolamento, ricorrendo alla lirica: “A Trapani un elettore si è firmato Giacomo Leopardi e come giustificazione ha scritto in versi di essere stato impegnato con la fidanzata “, dice Domenico Venuti, responsabile del comitato locale del Pd.
Ma l’iniziativa più singolare per rivedere la gente in fila ai gazebo domani, e far recuperare i 2 euro versati per il voto, si è registrata nelle Madonie, con un accordo tra il Partito democratico e i gestori dei cinema. A Petralia Sottana, al cine-teatro Grifeo, lunedì, quando già l’esito sarà noto, gli elettori delle primarie, con la ricevuta in mano, potranno assistere al film in proiezione alle 19, “Breaking Dawn”, pagando tre euro anziché il costo intero, di 5 euro, del biglietto. E a Gangi, fino al 16 dicembre lo sconto di due euro sarà valido per qualsiasi film in visione all’ex cinema Astoria.
La tensione è alta, nella Sicilia che cerca di ripetere l’alta performance: il segretario nazionale Bersani ha stravinto al primo turno col 52 per cento. E adesso che il “pacchetto” dei voti di Vendola è assicurato, l’apparato avanza con tutti i big schierati in prima fila ai seggi, per evitare “infiltrati”. A Cefalù domenica a un cittadino è stato impedito di esercitare il diritto al voto. “Era un militante del Pdl, l’abbiamo visto appendere i manifesti del centrodestra. E abbiamo deciso di allontanarlo dai seggi”, ha obiettato il consigliere provinciale del Pd, Gaetano Lapunzina, fratello del sindaco. “Ho il diritto di votare liberamente”, ha replicato Giuseppe Ollà, vicino a Simona Vicari.
Ad Alcamo, roccaforte della corrente di “Innovazioni” del Pd, i “renziani” hanno dovuto faticare per reggere il confronto con lo schieramento bersaniano. E domani, per “vigilare”, scenderanno in campo in modo massiccio. “Abbiamo contro tutto l’apparato. Ad Alcamo il partito, attraverso i consiglieri comunali, ha invitato parenti e amici alle urne pagando a tutti il gettone di due euro. Non abbiamo visto nessuno versare alcuna somma al momento della registrazione ai seggi o al comitato”, sostiene Vincenzo Mulè, che ha denunciato il caso alla Digos e ai collaboratori del sindaco Renzi a Firenze. Di fatto, riportano i dati del gruppo pro-Renzi di Alcamo, su 4.650 iscritti per le primarie in paese, hanno votato 2.062 per Bersani, 1.060 per Renzi, 450 per Vendola e 30 a testa per Tabacci e la Puppato. “Facendo i conti, risulta che un migliaio di persone iscritte a votare dal partito non è andata alla urne. Il dubbio è che molti siano stati obbligati a partecipare alle primarie. Abbiamo visto tante schede con ingiurie e parole di protesta”.
A Messina, dove per Bersani c’è stato l’exploit, i rappresentanti di lista del “rottamatore” sono stati presi alla sprovvista. E anche qui, continuano a fioccare le critiche. “Il partito ha aperto uno dei nuovi seggi perfino a Spartà, in periferia, zona di villeggiatura estiva. In mancanza dei villeggianti, chissà come sono arrivati a votare in 523 per Bersani, oltre a 21 per Renzi e 24 per Vendola – dichiara Filippo Cangemi – Domani non ci faremo fregare: saremo in tutte le sezioni a vigilare”. A Regalbuto hanno votato per Bersani in 400: alle regionali del 28 ottobre il Pd aveva preso invece solo 230 voti. Anche ad Enna ci sarebbe stata una disparità tra elettori registrati e votanti. “Domani ci difenderemo e non ci faremo imbrogliare – aggiunge Danilo Margio, anche lui renziano – Su 2.758 registrati a Enna, domenica scorsa hanno votato in 2 mila. tanti non sapevano nemmeno di essere nella lista “. Anche ad Agrigento, dove le scorse operazioni di voto si sono svolte in un clima sereno, la sfida è accesa. “La volta scorsa noi dei comitati di Renzi eravamo presenti solo in 20 comuni dell’agrigentino – dice Francesco Licata – Domani li copriremo tutti e quarantatré, anzi quarantadue: purtroppo non riusciremo a presidiare Lampedusa”.
(http://palermo.repubblica.it – di ANTONELLA ROMANO – ha collaborato Ivan Mocciaro)