Quando Angela da Mondello urla dalle Madonie…è meglio fare prudenza

Un po’ per prudenza, un po’ per scaramanzia, per i sindaci sarebbe il caso di stare alla larga dai proclami ai tempi del Covid.

“Nelle Madonie Covid un ci neé…sul serio” titola trionfalmente il giornale di via Lincoln, commentando i dati dei positivi sulle alte Madonie.

Leggendolo, proverà un sorriso amaro Mario Cicero, sindaco di Castelbuono, che il 6 novembre dichiarava alla stessa testata Castelbuono, il comune Covid Free : “Speriamo di essere un esempio per tutti”  mentre dal giorno dopo i contagi sarebbero prima arrivati e poi saliti fino alla preoccupante quota di primato madonita dei 34 attuali.

Ma bando alla scaramanzia, sono i sindaci delle due Petralie a spiegare come mai di contagi non se ne contano da quelle parti.

Secondo Leonardo Neglia, primo cittadino di Petralia Sottana, la ragione non sarebbe per nulla confortante essendo dovuta al “graduale spopolamento che le zone interne stanno subendo”.

Gli fa eco Pietro Macaluso, che occupa lo scranno della più alta omonima Petralia, per il quale nel borgo c’è poca movida che “praticamente si è azzerata da mesi”.

Una valutazione simile è di fatto quella formulata dal professore Antonio Cascio, primario dell’unità di Malattie Infettive del Policlinico: “le caratteristiche di questo territorio e della popolazione favoriscono una corsa molto più lenta della malattia. Meno centri di aggregazione, meno bar e pochi condomini. Insomma, quelli che in un contesto normale per le Madonie rappresentano svantaggi, in questo sciagurato 2020 si stanno rivelando punti di forza”.

Insomma, in tempi pericolosi come questi, la lezione sembrerebbe quella di essere pochi ma buoni.

Per campagne, proclami e i venite venite è tempo di aspettare, se non per prevenzione, almeno per scaramanzia.

Articolo per intero sull’edizione odierna del Giornale di Sicilia.

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