Ristrutturazione ex cine teatro Le Fontanelle: supra pasta finucchieddri

(Riceviamo e pubblichiamo)

(Di Paolo Cicero) – L’avviso pubblicato all’Albo Pretorio il 20 agosto scorso per manifestazioni di interesse all’affidamento dei lavori di “Recupero e ristrutturazione dell’ex cine teatro Le Fontanelle”, sancisce il misfatto che sindaco e giunta comunale stanno perpetrando ai danni del teatro e della cultura in generale, contro il parere del Comitato per Le Fontanelle, della stragrande parte dei cittadini ma anche del Consiglio comunale.

Infatti il Consiglio comunale, seppure non indenne da responsabilità sull’argomento, fu convocato in due assemblee aperte, tra febbraio e marzo 2021, su richiesta del gruppo di minoranza. Alla fine il Consiglio verbalizzò la necessità di varianti al progetto approvato che, è bene evidenziarlo, i progettisti avrebbero dovuto prima valutare tecnicamente quindi motivare con conclusioni di fattibilità o infattibilità tecnica.

Questa richiesta di varianti, per quanto tardiva, fu confermata dal sindaco e dal progettista arch. Monaco pubblicamente, durante la tavola rotonda organizzata dal giornale online Espero News su “Castelbuono, il Teatro della discordia”, il 19 marzo scorso. Ricordo, avendo partecipato, che l’arch. Monaco con l’assenso del sindaco suo committente, dopo aver annotato -per l’ennesima volta- gli ormai arcinoti requisiti, mostrò uno stupore che alla luce dei fatti correnti non può certo definirsi sincero. Infatti dopo una premessa, in cui atturrò ancora che il vecchio Teatro Comunale era un “Teatrino”, ebbe a dire quasi testualmente: “Tutto qui? E per questo che fate battaglie da due anni?”. Giova ricordare che le richieste origine dello stupore dell’arch. Monaco erano:

  1. Creazione camerini e servizi specifici per gli artisti, con l’eliminazione dei gabinetti pubblici all’interno del teatro.
  2. Progettazione di un palcoscenico vero e proprio in muratura che includa le attrezzature indispensabili che la scenotecnica richiede per quelle rappresentazioni che richiedono una specifica scenografia
  3. Spostamento del corpo scala di accesso alla galleria dalla platea, in modo che non insista sullo spazio utile di entrambe
  4. Revisione delle pareti vetrate per evitare che le prevedibili infiltrazioni acustiche e luminose possano interferire con le rappresentazioni teatrali
  5. Allargamento della platea spostando la sua parete, solo al livello 0 della platea, verso ovest, quindi a scapito del grandissimo foyer

Per la cronaca, solo l’ultima sembrò non fattibile all’arch. Monaco anche se promise, da buon marinaio, di analizzarla tecnicamente. In pratica si trattava di 5 dei 7 capisaldi storici richiesti dal Comitato per il teatro. Ritenemmo di non ribadire, in quella sede, l’irrinunciabilità di eliminare la nuova strada sul versante Madonna della Catena e di eliminare il rame come copertura del tetto, soltanto perché avevamo già sottoposto entrambi questi punti all’attenzione dell’ente istituzionalmente competente: la Sovrintendenza.

Personalmente non credetti, nemmeno per un attimo, né allo stupore, né alle parole dell’arch. Monaco e del sindaco. Però, mentre allora la mia incredulità era basata su ipotesi ed esperienze pregresse, ora è dimostrata dai fatti: posso affermare che il sindaco e il progettista, in quella occasione, probabilmente per dissimulare e guadagnare tempo, fecero “Teatrino”. Quello sì che si può definire teatrino, arch. Monaco, non il vecchio Teatro Comunale di Castelbuono!

Quali sono i fatti? Eccone uno inequivocabile, desumibile dallo stralcio di avviso pubblico del 20 agosto scorso, che identifica “Le principali opere ed i lavori da realizzare”:

Premesso che ostinarsi a definire “stradella” ciò che sembra più un’autostrada è davvero curioso, dove sarebbero le valutazioni delle 5 varianti sopra elencate, riguardo la cui realizzabilità il progettista si espresse con un supponente: “Tutto qui?”. Dov’è il teatro reclamato dai mille e più sottoscrittori del Manifesto per il Teatro Le Fontanelle? Infine, cosa istituzionalmente più grave, dove trovano risposta le richieste di varianti formalizzate dallo stesso Consiglio comunale con un atto formale?

L’unico interesse sembra abbattere l’attuale teatro per erigere … quattri mura e un tietti. Non c’è alcuna traccia dei lavori necessari per avere un teatro vero.  L’unica opera utile, tra quelle citate, è l’eliminazione dell’amianto dal tetto: ma motivare una spesa di più di 3 milioni di euro per questo e per ottenere un edificio senz’anima è davvero troppo.

A chi volesse contestare la mia precedente affermazione, sostenendo che i dettagli costruttivi, impiantistici e funzionali necessari al teatro sono inclusi nel progetto esecutivo approvato, ricordo che è dimostrata la carenza di tale progetto per quasi tutti gli aspetti indirizzati al teatro: peraltro i requisiti formulati partivano proprio dalla constatazione di queste carenze A questo proposito, invito anche a consultare le pinnuliddre pubblicate dal Comitato Le Fontanelle sull’argomento.

Né qualcuno tenti di dire che è mancato il tempo per valutare e predisporre le varianti richieste: da marzo, quando sono state consolidate, al 20 agosto, quando è stato pubblicato l’avviso pubblico, c’era tutto il tempo per adeguare il progetto, sempre che lo avessero davvero voluto committente e progettista.

E spero che ci sia risparmiato anche il ritornello stonato “Castelbuono non può mantenere un teatro”, smentito più volte elencando i diversi teatri del circondario che non determinano alcun problema economico per i comuni che li ospitano.

Il sindaco vuole imporre una scelta, seppure tanti la osteggino: il Comitato per Le Fontanelle, i più di mille che hanno firmato il manifesto per il teatro e persino il Consiglio comunale che ha chiesto formalmente varianti significative.

Riguardo i motivi di intestardirsi in questa scelta taccio, avendo solo ipotesi non documentali. Ho invece elementi certissimi per gridare che questa scelta è disastrosa, per il teatro, per la cultura, per l’associazionismo virtuoso, per le prospettive culturali della comunità.

Al punto in cui siamo, solo i castelbuonesi possono cambiare la situazione. Se non faranno nulla di concreto scegliendo il quieto vivere, per evitare … dissapori con l’amministrazione (un si po’ sapiri mai), si pemetterà che il cine teatro Le Fontanelle diventi un ulteriore nuovo, edificio senz’anima, buono a nulla per la collettività. O, peggio, buono per il primo che potrà sfruttarlo per impieghi prosaici, all’insegna del chi se ne frega della cultura.

Sarebbe triste ma a pensarci bene non stranissimo, confermando una discutibile vocazione recente: la mia scuola elementare San Leonardo, dove il maestro Giovanni Librizzi cominciò faticosamente ad aprirmi la mente, sembra essere stata ristrutturata, spendendo tanti soldini, ma … non può più essere una scuola. Se tanto mi dà tanto, il fatto che si stia tentando di ristrutturare l’ex cine teatro Le Fontanelle che … non potrà più essere un vero teatro sarebbe una coerente prosecuzione: supra pasta finucchieddri.

Se vogliamo che Castelbuono abbia ancora un teatro, è indispensabile una azione popolare decisa, precisa e coesa. Non basta più solo scrivere, bisogna fare. Invito tutti i castelbuonesi che hanno a cuore il teatro, ad uscire allo scoperto, individuando un modo per contestare la scelta del sindaco e manifestarlo: una mail, un messaggio, una parola o un gesto incontrandolo, un commento o un post sui blog, qualsiasi cosa. Se saremo in tanti a manifestare contrarietà per l’attuale scelta, potremo pensare, nel breve, a istituti più efficaci: come raccogliere le firme per un referendum sull’argomento, previsto dallo Statuto comunale di Castelbuono, all’articolo 48. Basterebbero un trentesimo degli aventi diritto al voto.

Intanto comincio io a manifestare con questo post, gridando al sindaco: “Basta chiacchiere. Noi rivogliamo Le Fontanelle”.

Paolo Cicero

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

3 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
3
0
Cosa ne pensi? Commenta!x