Sicilia e/è Donna – Letteratura e condizione femminile

23 agosto 2012 – ore 18:00 – Castello dei Ventimiglia, Sala del Principe.

La letteratura come forma indispensabile di conoscenza – raggiunta  attraverso un percorso interiore tanto travagliato quanto emozionante – e la riscoperta artistica di Giuseppina Turrisi Colonna (1822-1848) – una delle autrici più rappresentative dell’Ottocento siciliano- saranno protagonisti tra il 22 e il 23 agosto a Castelbuono.

 

Una due giorni che promette tanti spunti interessanti e si realizza sotto il patrocinio dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana della Regione Sicilia, del Comune e del Museo Civico di Castelbuono, del Comitato di Palermo della Società Dante Alighieri.

 

Le manifestazioni in ricordo di Giuseppina Turrisi Colonna si aprono il 22 agosto. Alle ore 18.00 si intitolerà una via dedicata alla poetessa; alle 18.30 ci sarà l’apertura al pubblico di Palazzo Turrisi Colonna che si trova in Corso Umberto I n.27.

 

Per apprezzare invece la poesia dei versi della Turrisi Colonna l’appuntamento è il 23 agosto. La poetessa siciliana sarà il nume tutelare del Convegno “Sicilia e/è donna. Letteratura e condizione femminile” nel quale si alterneranno al tavolo dei relatori la prof.ssa Domenica Perrone e la prof.ssa Donatella La Monaca, entrambe docenti di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Palermo, e la giornalista Egle Palazzolo.

 

A moderare e presentare l’incontro, che si svolgerà alle 18.00 presso la Sala del Principe del Castello di Ventimiglia, ci sarà Natale Tedesco, professore emerito di Letteratura italiana saggista di fama. Successivamente, alle ore 21.30, nel suggestivo Chiostro di San Francesco, sarà messo in scena “Dei miei sogni leggiadri la magia”, spettacolo teatrale incentrato sulla poesia di Giuseppina Turrisi Colonna con protagonista Laura Tedesco. Regista dello spettacolo Tommaso Capodanno.

 

Un viaggio all’interno delle liriche della scrittrice siciliana che rivelano come la letteratura possa essere vissuta come forma d’amore sebbene aleggi continuamente il fantasma della morte.

 

 

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