Sicilia, fermo alla spesa regionale: cultura bloccata
Il blocco della spesa regionale non risparmia nessuno. Nemmeno la cultura, congelata per via dei limiti imposti da Roma.
E così una settantina di dipendenti del teatro Vittorio Emanuele di Messina sono senza stipendio, mentre al Biondo di Palermo, senza trasferimenti pubblici è a serio rischio – dicono dalla struttura – la programmazione della stagione 2012/2013. Ma c’è un’altra «bomba» che è esplosa nel pieno dell’estate e riguarda il circuito del Mito, una rassegna di spettacoli che da anni anima il palcoscenico culturale dell’Isola.
Quest’anno, secondo quando trapela dal dipartimento regionale del Turismo, potrebbe addirittura saltare. E addio a oltre 600 spettacoli per una spesa pari a una decina di milioni.
Ma l’assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida, teme il peggio: «Di questo passo – dice – non si potranno pagare stipendi degli enti lirici, dei teatri regionali. Rischiamo di vedere sfumare tre mesi di programmazione con gravi conseguenze per l’economia turistica di tante località come Taormina, Noto e per tantissime strutture ricettive».
Tra le kermesse saltate c’è ad esempio il festival jazz di Castelbuono, in provincia di Palermo, un evento musicale di richiamo internazionale, che è stato sospeso perchè la Regione non sarebbe riuscita a definire i contratti in tempo.
All’origine di tutto ci sarebbero ritardi burocratici e non solo difficoltà di cassa. Pure le rappresentazioni classiche al Teatro di Segesta sono state cancellate. L’ex direttore artistico, Enrico Stassi, ricorda che «in cinque anni c’era stata una crescita progressiva di pubblico, con grandi ripercussioni positive per l’economia».
Nell’attesissima riunione della giunta regionali in queste ore, quello della cultura è uno dei tanti nodi spinosi da risolvere.
I vari dipartimenti dovranno rivedere i propri limiti di spesa ma il tetto complessivo resterà invariato. L’assessorato al Turismo ha chiesto la possibilità di spendere fino alla fine dell’anno altri 55 milioni. In attesa di sbloccare i fondi, nell’Isola sono scoppiate decine di emergenze, da quella sugli stipendi dei forestali agli investimenti dei fondi europei. E ieri è stata la volta dei teatri, che conterebbero in tutto circa 500 dipendenti. Il presidente del Vittorio Emanuele di Messina, Luciano Ordile, ha protestato contro i tagli ai trasferimenti. E l’assessore regionale per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo, Daniele Tranchida, ha spiegato che «la Ragioneria generale ha bloccato i provvedimenti di spesa in base a un decreto dell’assessorato all’Economia, per effetto del blocco determinato dal patto di stabilita’, in attesa di una suddivisione delle quote di riparto entro fine mese. Il taglio del 22 per cento dei fondi regionali al bilancio del Teatro Vittorio Emanuele di Messina – ha aggiunto Tranchida – è un provvedimento preso per motivi di bilancio, ed è equivalente, e per certi versi inferiore, a quello subito da altri enti lirici e teatri siciliani».
Secondo il dipartimento regionale del Turismo, inoltre, la situazione del teatro messinese è aggravata dalla mancata approvazione del bilancio, che invece in altre strutture ha permesso di ovviare alla mancanza di liquidità.
È il caso del Biondo di Palermo, che è riuscito a pagare gli stipendi dei dipendenti «ma senza i trasferimenti di Regione, Comune e Provincia – spiegano dall’amministrazione – siamo bloccati sulla presentazione della stagione 2012/2013 che comincia a fine anno.Anzi, al momento siamo in fortissimo ritardo». Mentre i teatri siciliani guardano con ansia alla decione della giunta sulla ridistribuzione della spesa, decine di impresari del mondo dello spettacolo stanno col fiato sospeso.
Il dipartimento del Turismo ha infatti chiarito che prima di spettacoli e concerti, sarà data priorità agli stipendi per evitare emergenze sociali. Dunque via libera ai soldi per i forestali e stop a oltre 600 spettacoli tra cui le esibizioni di Gino Paoli e Malika Ayane. «A mio avviso – dice Tranchida – bisognerà stabilire quali sono le priorità. Credo che sia necessario investire nell’unico settore in crescita, il turismo. Ma ripeto, dovremmo stabilire le priorità».
(GDS.it)