“Sicilia, la cultura è nei guai”
Gli artisti siciliani lanciano un appello per la cultura. Si rivolgono ai candidati presidenti e dicono: “In Sicilia è emergenza”.
Scrivono gli artisti e propongono una ribellione della cultura. Ecco il testo dell’appello: “Sicilia…emergenza cultura: un’isola in un mare di guai! Oggi siamo davanti ad una crisi economica senza precedenti. A questa si affianca una gravissima crisi istituzionale, che in Sicilia, in questi ultimi mesi, ha mostrato il suo peggio. Il peggio del peggio, però, il governo regionale uscente lo ha mostrato nei confronti della cultura, attraverso la mancanza di un progetto vero, attraverso la scarsa sensibilità mostrata nei confronti dell’arte e delle categorie professionali che la rappresentano.
Oggi più di ieri viene posta la questione con forza e viene indetto un tavolo d’emergenza, come sta accadendo per le diverse categorie produttive in crisi: un tavolo per poter discutere concretamente di legge regionale a tutela della cultura, di proposte sulla legge esistente, un tavolo che possa discutere e porre l’accento su un tema fondamentale come i tempi di liquidazione dei crediti attesi. Con l’Istituzione bisogna siglare un patto di reciproca coerenza e responsabilità, suggerire la dotazione di figure d’intermediazione che si interfaccino tra il mondo della categoria e le istituzioni competenti, che interpretino i bisogni della categoria, capaci di indirizzare e proporre le linee guida dell’attività istituzionale.
E’ venuto il momento di prendere una posizione chiara, precisa, politica, rispetto alla grave crisi che da troppo tempo attanaglia la cultura in Sicilia, provando ad individuare le principali cause, gli eventuali colpevoli, ma anche proponendo soluzioni ed ipotesi di reazione costruttiva e collettiva. Per far questo pensiamo oggi si possa partire da un’analisi dell’operato dell’Assessorato al Turismo della nostra Regione Siciliana, ente preposto istituzionalmente al sostegno della cultura nel territorio, attraverso i diversi capitoli di finanziamento nei confronti della Musica, del Teatro e del Cinema, oltre che alla gestione dei numerosi Fondi Europei in materia (PO/FESR 2007-2013). Non possiamo più credere che l’immobilismo generato e perpetrato dalla Regione in proposito, sia casuale e semplicemente dettato dalla crisi economica generale. Non possiamo ancora pensare che non vi sia dietro una grave, consapevole intenzione di non considerare la “cultura” come una categoria produttiva, al pari della altre in Sicilia, e che il lavoro che c’è dietro l’arte, lo spettacolo, il cinema, sia dignitosamente rispettabile e degno di tutela al pari delle altre professioni. In questi mesi abbiamo riscontrato da parte della Regione, una politica di soppressione lenta e asfissiante nei confronti della cultura in Sicilia. Di un’intera categoria, che purtroppo nelle sue diversità poetiche non riesce a fare “gruppo”, coesione sociale, che non scende in piazza, ma che è esasperata e svilita da questo evidente susseguirsi di cancellazioni, di ritardi, di inspiegabili cambi di rotta: unico filo conduttore la totale mancanza di trasparenza, chiarezza, coerenza, coraggio.
I mali dell’ultimo governo regionale, hanno radici lontane e sono solo l’ultimo esempio dell’assenza di uno straccio di politica culturale della nostra classe politica, della scandalosa discrezionalità con cui opera da decenni, dell’impunito clientelismo, aggravati spesso dall’incompetenza della burocrazia regionale. Un’Isola in un mare di guai: Clamorosi sono stati (e sono) i ritardi nella gestione (dissennata) dei finanziamenti Europei (POR) destinati alle iniziative culturali nell’isola, tanto nei pagamenti (fermi al 2010), quanto nelle modalità di gestione, la mancanza di regole chiare, paletti-guida precisi, tempi certi, si sono trasformate così per le aziende culturali in un boomerang economicamente drammatico, che sta mettendo a rischio un intero settore. La cabina di regia regionale per la gestione dei fondi Europei si è rivelata un disastro. Le manifestazioni chiudono. Gli organizzatori scappano dall’Isola. Gli artisti emigrano. Altre regioni virtuose in Italia, come la Puglia hanno messo a frutto il sistema di finanziamento Europeo ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
L’isola in un mare di luce: I fondi per il cinema e l’audiovisivo, sono fermi ancora alle proposte 2009, mentre i film siciliani fuggono dalla Sicilia stessa. Agrodolce chiude, nonostante i milioni di euro investiti. Ficarra e Picone vengono accolti a Torino (da una Film Commission degna di questo nome) e Daniele Ciprì gira una storia tutta siciliana in Puglia (e ci sono anche altri film ambientati in Sicilia, ma girati nella regione Puglia) questo solo per citare alcuni esempi eclatanti. In Sicilia non c’è più la bella stagione: questa estate abbiamo assistito inermi, alla cancellazione di tutte le manifestazioni culturali regionali, al fianco dei tanti teatri che chiudono, come se dietro tali programmazioni culturali, non vi fosse il lavoro e la sussistenza di un’intera categoria, come se cancellare un Festival non contribuisse inesorabilmente a cancellare lentamente la cultura dell’Isola. Manifestazioni radicate nel territorio e nuove, cancellate con la stessa leggerezza.
Con la Cultura non si mangia: In Sicilia, quest’anno, è saltata l’estate e nessuno se ne è accorto.
Sono state cancellate il Womad, Taoarte, Castelbuono jazz Festival, il Circuito del Mito e quello di Epicarmo, salterà il Palermo Teatro Festival e chissà ancora quante altre manifestazioni invernali. Lo stop dato alle manifestazioni culturali ha dell’eclatante ed il silenzio politico che vi si sente intorno è davvero assordante. In un momento di grande crisi come questo, la mancanza d’investimento nel settore e gli incredibili ritardi perpetrati nei pagamenti, stanno definitivamente uccidendo la categoria. La cancellazione d’importanti manifestazioni e di spettacoli diffusi sul territorio, non rappresenta un risparmio (apparente) per una Regione in crisi. Bisogna pensare quanto le manifestazioni (ben organizzate e promosse con i giusti tempi), possano effettivamente condizionare i flussi turistici dell’isola, quanta economia reale muovano. Non uno spettacolo quest’estate ha arricchito la nostra proposta turistica, non una manifestazione, non un festival. Mentre nel resto dell’Europa e del mondo, il settore in crescita è proprio quello del Turismo culturale….cosa ha potuto offrire la Sicilia quest’estate ai turisti, oltre che ai siciliani? Il 2013 è vicino…addio Europa: Dove finiranno le risorse che l’Europa ha destinato alla Sicilia, allo sviluppo del settore, dove finiremo noi se continuerà questa indecente gestione?
E oggi, per finire in bellezza, ci si nasconde dietro il patto di stabilità, per bloccare con la solita leggerezza, tutti i pagamenti del settore, quelli del 2010, 2011 e ovviamente il 2012, quelli europei, quelli ministeriali, quelli regionali, i capitoli sul Teatro e la Musica, le compagnie, i teatri privati, le rassegne….
AI CANDIDATI PRESIDENTI… UN PRESUPPOSTO SEMPLICE: Progettazione, programmazione, modalità trasparenti, tempi certi! DUE DOMANDE SEMPLICI: Vogliamo che l’Isola sprofondi tra mala politica e burocrazia? Riteniamo ancora la cultura un asse portante di questa terra, del suo sviluppo, del suo turismo? UN’INFORMAZIONE: Secondo l’indagine L’Italia che verrà: Rapporto 2012 sull’Industria culturale in Italia, elaborata da Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla cultura della Regione Marche, la cultura nel nostro Paese frutta un bel po’: quasi il 5,4% della ricchezza prodotta, equivalente a circa 76 miliardi di euro. In termini occupazionali il dato si riflette su un milione e quattrocentomila persone impiegate nel settore, ovvero al 5,6% del totale degli occupati. E allargando lo sguardo dalle imprese che producono cultura in senso stretto (vale a dire industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico-artistico e architettonico, performing arts e arti visive) a tutta la “filiera della cultura”, il valore aggiunto prodotto dalla cultura schizza dal 5,6 al 15% del totale dell’economia nazionale e impiega ben quattro milioni e mezzo di persone, equivalenti al 18,1% degli occupati a livello nazionale. Nel quadriennio 2007-2011 la crescita nominale del valore aggiunto delle imprese del settore della cultura è stata dello 0,9% annuo, cioè più del doppio rispetto all’economia italiana nel suo complesso (+0,4%). E nello stesso periodo, dunque, gli occupati sono cresciuti dello 0,8% a fronte della diminuzione dello 0,4% a livello sempre complessivo su base annua. Infine l’export di cultura vale oltre 38 miliardi di euro e rappresenta il 10% dell’export complessivo nazionale. L’import “pesa” per 17,8 miliardi di euro, pari al 4,4% del totale.
I PRIMI FIRMATARI:
Roberta Torre, regista – Rosetta Film
Alfio Scuderi, produttore e regista – Palermo Teatro Festival
Claudio Collovà, regista – Officine Ouragan
Franco Scaldati, autore e regista – Compagna di Franco Scaldati
Vincenzo Pirrotta, autore e regista – Compagnia Esperidio
Giorgio Pace, sovrintendente Teatro Garibaldi di Modica
LATITUDINI, rete siciliana di drammaturgia contemporanea
Giuseppe Cutino, regista – Compagnia M’arte
Claudio Gioè, attore
Marco Betta, compositore
Chiara Agnello, casting e regista – I 100 Autori
Melino Imparato, attore – Compagnia di Franco Scaldati
Paolo Briguglia, attore
Filippo Luna, attore
Noemi Troja, organizzatrice – Teatri Alchemici
Luigi di Ganci, attore e regista – Teatri Alchemici
Dario Ferrari e Nina Lombardino, attori e organizzatori – Teatro delle Balate
Gigi Borruso, attore e regista – Transit Teatro
Mauro Lo Monaco, organizzatore – Teatro dei Due mari
Paride Benassai, attore – Compagnia dei Doppi Semplici
Giovanna Velardi, coreografa – IBI Cultura
Vincenzo Ferrera, attore – Compagnia Scena Dinamica
Paolo Cinquemani, organizzatore – Bogota’ Teatro
Antonio Silvia, attore
Claudia Scuderi, Ufficio stampa Cultura
Clara Gebbia, regista e produttrice – Teatro IAIA
Beatrice Monroy, scrittrice
Mario Incudine, autore e musicista
Dario Sulis, musicista
Maurizio Puglisi, produttore – Nutrimenti Terrestri
Corrado Russo, organizzatore
Stefania Blandeburgo, attrice
Gianfranco Perriera, regista – Teatro Teates
Elena Pistillo, attrice – Teatro Teates
Giuditta Perriera, attrice – Teatro Teates
(livesicilia.it)
Ma cerchiamo di finirla!: in periodo di crisi, bisogna necessariamente TAGLIARE su cultura, spettacoli di qualunque genere, ect.
E’ INDISPENSABILE finanziare solo le attività produttive, attività che possano risultare produttive di REDDITO.
Il denaro pubblico va INVESTITO e non speso senza ritorno di profitto.
Che ricchezza economica porterebbe un concertino di trombe e/o una rappresentazione teatrale ?
Siamo seri !
Dobbiamo essere, oggi come non mai, una grande FAMIGLIA, e allora vi chiedo: ” se i vostri figli hanno FAME, che fate? comprate loro da mangiare o un bel libro del vostro scrittore preferito? ”
La cultura può e deve attendere, non muore nessuno senza aggiornamento culturale; esistono i libri e le scuole per chi vuole acculturarsi e a spese proprie.
Per adesso DEVONO essere altre le priorità.
Provate a fare un sondaggio aperto a tutti i Siciliani , e chiedete se preferiscano che i “loro” soldi pubblici siano destinati alla cultura, piuttosto che allo sviluppo economico personale e/o del loro comprensorio.
Sono perfettamente d’accordo con te!
io credo che lo spettacolo culturale sia il complemento della vita, ma sicuramente non un bisogno essenziale. Ti arricchisce la giornata ma non ne costituisce le fondamenta.
A meno che non sia la tua unica fonte di sussistenza: vedasi direttori artistici, attori, registi, vari ed eventuali.
infatti..non è questione di cultura ma di posti di lavoro.giusto per carità, ma tra la guardia medica e il concerto jazz, io taglio il jazz
la mamma degli ignoranti e’ sempre incinta, purtroppo…….
hai quindici fratelli?
non si tratta di ignoranza…ma di gestione.
vedi caro figliolo…io di duke ellington e swing ti posso parlare
tu di hamiltoniano non credo proprio
Quello che è stato scritto è aberrante! Si vuol far passare il solito messaggio che “con la cultura non si mangia”! Utilizzare l’accostamento del buon padre di famiglia che decide se dare da mangiare ai propri figli invece che comprargli un libro è un colpo basso! Soprattutto in un paese in cui invece di spendere i soldi per il cibo si fa la fila per comprarsi un cellulare, magari indebitandosi con un finanziamento! Non credo caro Enzo che siamo ancora ai livelli di non poter acquistare un libro per cibarci! Parliamo invece della gestione dei fondi alla cultura, a come vengono distribuiti! Parliamo a chi fa cultura, teatro, arte, spettacolo senza soldi! Parliamo di queste cose! Di come sia possibile sfamare sia la pancia che l’anima, anche con poco! Di questo si dovrebbe parlare! Ragionare in questi termini è troppo semplice! Far parlare solo la pancia, non in collaborazione con il cervello, si rischia di generare mostri!
Ecco il classico esempio di mancanza di “Cultura”….Studia, figliolo, studia….
Tutti Ragionieri, Economisti ed Esperti di mercato e di moneta, ecco il mondo di Minà!
Ma perchè distingui tra attività culturali e attività produttive? Come se non fossero la stessa identica cosa. Come se chiudere una compagnia teatrale creasse meno danno di chiudere un’azienda manifatturiera. Come se nell’ambiente culturale non ci fossero posti di lavoro, indotto, investimenti, esportazione, intercambio, immagine, ecc. Anzi, a differenza delle altre attività produttive, nel fare cultura non ci guadagnano solo gli addetti ai lavori ma tutti gli utenti che ne beneficiano pagando pochissimo o addirittura nulla. Seguendo la logica dell’improduttività della cultura il passo successivo è quello di legittimare il taglio nelle scuole, poi nella ricerca, poi nell’informazione, fino a trovarci veramente col culo per terra.
Invece le spese della politica possiamo anche incrementarle, l’inghiottitoio dei lavori pubblici che ha permesso a molti cosiddetti imprenditori di ingozzarsi come maiali possiamo anche ingigantirlo, per i consulenti degli enti pubblici si potrebbe anche pensare di assumerne addirittura altri. Forse sarebbe il caso di cominciare a pensare che questa società basata sull’economia ed eterodiretta dai poteri finanziari è prossima a scoppiare, come l’occidente intero.
Lei ritiene che l’infinita quantità di denaro che lo stato negli anni ha regalato alla FIAT, visti anche gli esiti, sia stata una sana politica di investimento? Poi lei cosa intende per tagli alla cultura i tagli ai musei, alle fondazioni, alle scuole, alla ricerca scientifica?
Quando si consuma un colpo di stato, la prima cosa che fanno i golpisti è quella di arrestare gli intellettuali, uomini di lettere o di scienze che siano. Lei, se è al corrente di ciò, si è mai chiesto perché questo avviene? O lei è così infervorato coi tagli alla cultura proprio perché ha pure paura degli intellettuali e della forza delle idee?
Infine, chi non è in nessun modo avvezzo a leggere libri non lo fa né in tempo di caviale né in tempo di sarde magre. Gli operai delle fabbriche occupate negli anni ’20 con le scarpe aperte e i pantaloni rattoppati non rinunziavano certo a leggere libri e giornali.
Oggi, che non si sta certo peggio degli anni ’20, si tratterebbe al massimo di bere una birra in meno e comprare un libro in più. Ma il problema è un altro: i soldi servono per arricchire Fiorito, una persona obiettivamente più vicina a lei che a me
Caro Prof. Genchi, purtroppo non si è arricchito solo Fiorito, si sono arricchiti tutti a destra e a manca!
nessuno dice di non leggere libri
di non foraggiare il sottobosco della psudo cosi detta autoreferenziat “cultura” si
tipo compagnie teatrali con palinsesto di martoglio, improbabili jazz festival etc etc
sono anche quelli clientes…
si risparmi l’invettiva contro l’ignavia.
chi scrive il post sa il risultato di expipi
Secondo me il problema del fallimento di molte aziende siciliane ed italiane sta proprio nella mancanza di cultura. Per esempio caro Enzuccio, molti imprenditori non sanno amministrare, assumono manodopera a basso costo ma hanno gli uffici vuoti di menti acculturate (i laureati come te non trovano lavoro). Le uniche aziende che resitono alla crisi sono quelle amministrate bene, e guarda caso, se giri per la Sicilia, vedi uffici amministrativi pieni di giovani laureati e diplomati con tanta cultura imprenditoriale sono nelle aziende sane. Dalle nostre parti, tranne qualche rara eccezione, si vedono aziende gestite da singoli tuttofare che mancano di conoscenze di marketing, di architetti, di economisti, di esperti ecc… Se andiamo a vedere le statistiche i paesi che oggi stanno meglio hanno anche i migliori artisti nel panorama internazionale (pittori, musicisti, registi, attori, ecc…). Tagliare la cultura è il primo passo verso la decadenza economica e sociale. E’ chiaro che i soldi pubblici devono essere distributi meritocraticamente, e questo nella Regione Sicilia fino ad ora non è avvenuto. Io non sono per il taglio, ma per una riforma che assegni i fondi a chi li merita veramente.
Il figlio che ha fame io lo porterei a sentire il comizio di Cateno de Luca, presentato da Enzo Mina’…….altro che concertino di trombe!!!!
guardate che splendido esempio di politica siciliana
http://video.corriere.it/ecco-video-segreto-micciche/bc70aef6-0fc1-11e2-8a30-964199cb16b3
Mi sovviene in mente, un indimenticabile concertone degli Almamegretta, in Piazza Castello, non ricordo se uno o due anni fa.
In piazza Castello quella sera, c’erano si e no 10 ( o forse meno…) persone,
Mi chiedo quale ricchezza culturale, sociale, o economica abbia prodotto per la comunità castelbuonese quell’ evento.
Ricchezza economica si… ma solo per gli organizzatori ( non so chi fossero) dell’evento e per gli Almamegretta.( girava voce, che quel per concerto fossero stati stanziati finanziamenti per migliaia e migliaia di euro) …! ma di cosa stiamo ancora parlando?!!! TUtto cio’ è assurdo, se considerate che per eventi piu importanti , come l’ Ypsigrock , non viene erogato nessun finanziamento ( o scusate se erro).
Quidni, per concludere:
1) oggi come oggi , con la crisi ec. , prior ità alle attivita produttive, particolarmente le piccole imprese.
2) se proprio si vuole “Investire” nella cultura, allora almeno che fianziassero eventi piu suggestivi e interessanti per la collettività, e non per solo per gli organiz….
Nei paesi dove si affronta la crisi seriamente, e si pensa allo sviluppo per i prossimi anni e per le prossime generazioni, si investe nella cultura; ma qua siamo in Italia, e i soldi vengono più “economicamente” dirottati alle banche, alle cosiddette grandi opere,ai costruttori di cacciabombardieri, ai furbetti di tutti i quartierini, e ai parassiti della politica, persone che nella loro vita non avranno letto che uno o due libri (compreso l’elenco telefonico), e che infatti in Italia spadroneggiano e si arricchiscono. Certo, potrebbero farlo più agevolmente se il popolo fosse ancora più ignorante …
la crisi…questa sconosciuta.
castelbuono vive di soldi pubblici. industrie non ce ne sono, ergo non possono chiudere.
crisi finora non se ne è vista, solo ora che si devono tagliare le spese dello stato, arriva.
ma purtroppo non può continuare all’infinito, la spesa fatta a debito.
mi piacerebbe capire cosa intendiate per CULTURA e per SVILUPPO.
perchè il sogno industriale del sud, anni ’60, è FINITO anzi non è mai partito.
Ci fai capire cosa vuoi dire? Che ci azzecca il sogno industriale del sud, anni 60,con il voler capire cosa si intende per cultura e sviluppo?
se lei si firma, le rispondo
mi riferivo al commento di anonimo. scusate.
non vedo che problemi abbia lei a rispondere sul MERITO DELL’ARGOMENTO.SUL CONTENUTO…non ci sono persone DIRETTAMENTE coinvolte o NOMINATE.
o anche lei ha il codice etico?questo blog è stato concepito con la possibilità di restare anonimi, nella consapevolezza che la redazione intervenga per insulti, turpiloquio o diffamazione (di cui rischierebbe di rispondere penalmente)
Nel caso in oggetto, e peraltro in generale, non mi pare si ravvisi alcuna delle precedenti categorie
se poi non ha argomenti e si ripara dietro la presunta apposizione di un nome ed un cognome che potrebbero essere Giacomo Leopardi come ugo foscolo è un’altra storia
perchè altrimenti ci vuole la firma digitale…in aderenza al CAD
e si liberi delle scorie di marxismo maoista degno dei processi ai dissidenti della rivoluzione culturale.è un blog … e si parla del contenuto
egregio signore, mi spiace deluderla, ma non sono mai stato maoista, e neanche tanto marxista. Non so lei invece cosa sia (anche se non è difficile immaginarlo), visto che non ha il coraggio di sottoscriversi.
Le ricordo che è stato lei a rispondere ad un mio commento, mentre io con gli incasppucciati non ci parlo, è un mio limite.
Mi sono limitato a commentare un articolo postato sul sito e a dire la mia sul commento di Enzo Minà, di cui non condivido una parola, ma che apprezzo perchè esprime le sue idee liberamente, mettendoci la faccia.
Per me il discorso è chiuso; se vuole che risponda nel merito, si firmi.
a proposito, per tutti i paladini della CULTURA ve lo ricordate quel pianoforte a coda, costo circa 40milioni di lire, per le stagioni concertistiche estive?
a mio avviso sono soldi pubblici spesi male
preferivo meno tarsu
Infatti il problema è distinguere la cultura seria, che si può fare anche con pochi soldi (anche se non necessariamente), da manifestazioni che di culturale non hanno niente e spesso sono organizzate ad arte per creare un turbinio di soldi che vanno a rimpinzare persone fisiche ben precise, senza distinzione di colore politico.
L’idea del pianoforte non mi piacque già nel ’94 perché capivo che sarebbe stato utilizzato una tantum. Il problema, quindi, è spendere bene i soldi e ricavarne un ritorno durevole. Non tutti i soldi spesi per cultura o per pseudocultura sono soldi spesi bene.
Quelli del jazz festival, per es., non sono (stati) soldi spesi bene.
Caro amico “Tu dietro al vetro di un bar impersonale,
seduto a un tavolo da poeta francese,
con la tua solita faccia aperta ai dubbi
e un po’ di rosso routine dentro al bicchiere:
pensai di entrare per stare assieme a bere
e a chiaccherare di nubi…”
Ma parla come mangi!
Per Van gogh:
Tu ritorna nel tuo autoritratto!
Indaco, il mio posto è senz’altro nell’autoritratto così come il tuo è in un altro mio quadro: “I mangiatori di patate”
ok
Addirittura…abbiamo un portatore di verità assolute…illuminaci quali sono i soldi spesi bene?
…e le lacrime si aggiunsero al latte di quel tè e le mani disegnavano sogni e certezze, ma io sapevo come ti sentivi schiacciato fra lei e quell’ altra che non sapevi lasciare, tra i tuoi due figli e l’ una e l’ altra morale come sembravi inchiodato…
Forse lei dovrebbe rivedere la differenza fra opinione e verità assoluta. Io non sono l’ENEL e non sono quindi tenuto a illuminare però le posso dire che il contributo erogato a favore dell’associazione Glenn Gould, che organizza l’Yspigrock, mi sembrano soldi spesi assai bene, a differenza di quelli che si spendono per vedere sempre le stesse facce sul palco.
Infine, volevo complimentarmi per le ultime quattro righe del suo commento. Rispetto alle prime due, scritte non proprio con le mani, sembrano quasi opera di un’altra persona.