“Siamo sinceramente spiazzati dalle mosse di Cicero”. Maurizio Cangelosi torna a farsi sentire

Siamo sinceramente spiazzati dalle mosse di Cicero, “già” sindaco, “già” candidato sindaco del coordinamento di Andiamo oltre, oggi candidato sindaco pro domo sua. E spieghiamo subito che quest’ultima identificazione non vuole in nessun modo essere né riduttiva né offensiva. Semplicemente, dato che a sostenerlo non si può dire che ci sia uno schieramento politico, né un movimento d’opinione politico, né una lista civica ma solo un elenco di firme ottenute in vari modi -non ultimi la petizione porta a porta e la richiesta di condivisione contestuale a un disbrigo pratiche- riteniamo che la sua candidatura possa essere considerata espressione di una domus, mutuando uno dei sensi latini di questo termine. Una domus costituita dalla famiglia (metaforica) di castelbuonesi affratellati da un nesso (ancora da individuare) e identificati nei presunti “già” 723 firmatari. E qui il “già” è d’uopo perché questo numero, nel comizio del 19/2 in Piazza Margherita, è stato portato a 523 dal comiziante stesso (500 in realtà, il 23 lo aggiungiamo noi come buon peso); poi, volendo dar fede allo sparuto gruppo di fans che è andato a complimentarsi con Cicero alla fine dei comizi, non è improbabile un ulteriore saldo al ribasso che lasci sopravvivere soltanto il buon peso.
Dicevamo di essere sinceramente spiazzati: ma da cosa?
Non dai due comizi, dai quali onestamente non ci aspettavamo alcun colpo d’ali, memori dei suoi non propriamente alati precedenti oratori e redazionali.
Nemmeno dal suo volteggiare sulle regole condivise del movimento Andiamo oltre (non è il caso di specificare il tipo di uccello). Mentre sui voli pindarici delle locuzioni e sul rispetto delle regole grammatico-sintattico-lessicali … sorvoliamo.
Non ci ha stupito persino la non proprio velata presunzione di onnipotenza oratoria, politica, progettuale: ha detto di avere le idee per fare progetti importanti, anche prima che siano pubblicati i bandi stessi dei progetti, come se li leggesse nella sfera di cristallo. Ha anche prospettato capacità di sollevare l’economia quasi taumaturgiche (sarà per questo che i famosi firmatari ne hanno il culto?)
Ci ha stupito invece la pochezza delle giustificazioni addotte circa il mancato rispetto della decisione assembleare di Andiamo oltre. Attenzione: decisione assembleare, non dei convocati da una o dall’altra fazione in competizione dentro Andiamo oltre. L’indicazione, data da Cicero nel comizio del 19/2, che molti non sarebbero andati a votare per le primarie ritenendolo superfluo, poiché la pre scelta in suo favore operata dal coordinamento sembrava ormai inscalfibile, è pretestuosa e velleitaria. Cicero è un veterano delle primarie e sa bene che non ci si possono fare sconti. E non se ne sono fatti in realtà. Le assenze alle primarie non sono dovute a superficialità. Meno che mai quella, inspiegata a tutt’oggi, dell’arruolatore di sostenitori diversamente castelbuonesi.
Ci ha stupito moltissimo, anzi possiamo dire che ci ha quasi basiti, la dichiarazione, ostentata quasi come una sofferenza, riguardo alla scelta “lacerante” a cui lo hanno costretto facendogli fare le primarie con la Romè. A questo proposito ci sia consentita un’affermazione che riteniamo obiettiva: una competizione democratica tra due persone libere, che rispetta tutte le regole democratiche condivise preliminarmente, anche se le due persone hanno trascorsi di militanza comune e persino di amicizia, non può essere e non è mai “lacerante”. “Lacerante” è ben altro. “Lacerante” è il mancato rispetto delle regole condivise non appena il loro risultato non soddisfa più“, in nome del motto, squallido, “Non c’è nulla di più ingiusto di ciò che non ci conviene”. “Lacerante” è l’aver creato una spaccatura nel movimento politico che si è voluto fortemente e che si è propugnato come idea alata di politica, omnicomprensiva di tutte le energie positive e di buona volontà del paese. “Lacerante” è infine, ma è la cosa più importante, aver gettato all’aria una vittoria elettorale possibile restando uniti, in nome solo di un personalismo irrefrenabile, distruggendo un’unità a sinistra faticosa ma possibile.
Questo si che ci ha sorpreso. Infatti, nonostante avessimo già assistito a cose analoghe nel passato, stavolta ha destato sorpresa per la rapidità e l’opportunismo del voltafaccia di pensiero: nel giro di meno di una settimana il movimento che lo mandava quasi in sollucchero, che lui considerava il fiore all’occhiello della buona politica di Castelbuono, è stato bollato come inadeguato e censurato nella forma e nella sostanza. E cosa sarà successo mai in quei pochi giorni? Per quello che ci ricordiamo, l’unica cosa accaduta nel frattempo è solo ed esclusivamente la scelta di Lia Romè come candidato sindaco operata dall’assemblea. Non ci venga quindi a raccontare –come ha fatto nei comizi- che lui ha un sogno; la cosa più probabile è che lui abbia delle mire, non un sogno. Le mire di fare il sindaco ad ogni costo, anche contro la legittimità di un candidato amico e (almeno a parole) “sognato” l’estate scorsa, quando fantasticava di un candidato sindaco donna.
Ci hanno stupito le motivazioni addotte per la sua discesa in campo come candidato sindaco che sono in sintesi due. La prima è la spinta emotiva rappresentata dai 723, oppure 523, oppure 23, oppure, op op (questa non è nostra, abbiamo adottato una battuta del grande Gaber), che lo ha “costretto a fare una riflessione condivisa”. Riflessione che lui ha quasi subìto, distante come era, a Verona, e ignaro della raccolta che ferveva e fremeva. Così, come Pietro l’Eremita coniò il motto “Dio lo vuole” per arruolare i crociati da mandare a combattere per liberare la Terra Santa, qui M.P. (abbiamo usato questa sigla casualmente, perché non conosciamo il nome del promotore e dire N.N. ci sembrava troppo generico) ha coniato il motto “il paese, anzi che dico, il mondo lo vuole” per arruolare firmatari con cui liberare la corsa alla sedia non tanto santa ma proficua di sindaco. Il grande Totò risponderebbe sicuramente: “… Ma ci faccia il piacere”. La seconda è quasi nobile, traendo le origini dalla frase di De Coubertin, creatore delle olimpiadi moderne: peccato però che mentre questi sosteneva il motto “L’importante non è vincere ma partecipare”, ha preferito un motto (sentito al comizio) che diceva più o meno “L’importante non è partecipare ma vincere”. E poiché Romè (ovviamente a suo dire, cosa che ha la stessa valenza di un avvocato del diavolo che parli male del candidato alla beatificazione) arriverebbe sesta su cinque, tale motto non poteva essere rispettato. Sempre il grande Totò qui direbbe, ancora più forte: “… Ma ci rifaccia il piacere”. Suvvia, non faccia torto all’intelligenza di chi lo ascolta e dica semplicemente che la motivazione è la stessa delle 2 (o meglio 3) precedenti volte e quindi è molto più terra terra. E non la diciamo, lasciandola alla razionalità di chi legge. In realtà però, questa volta, oltre alle motivazioni di sempre, ci potrebbe essere un’aggravante formidabile: chi lo ha superato, Romè, è uno dei pochi casi di collaboratori di cui si era circondato che ha mostrato concretamente capacità di sintesi politica e decisionali autonome e degne di nota (confermate nel comunicato del 22/2).
Senza voler fare un panegirico a Romè, questo è incontestabile. Niente niente che soffra la sindrome dell’allievo che supera il maestro?
Infine ci sono due interrogativi a cui vorremmo ottenere risposta: premesso che non crediamo granché alla concretezza del passo indietro che dice di aver fatto prima delle primarie (se fosse stato concreto non vediamo chi poteva impedirgli di attuarlo), il primo interrogativo è che se la competizione con Romè, per Cicero, risultava lacerante, non sarebbe stato più signorile e rispettoso fare lui un passo indietro invece di chiederlo alla Romè?. Ah già, con Romè –sempre secondo lui- si perde. Ma qui viene il secondo interrogativo: se con Romè si perde e con lui si vince (che tra parentesi assomiglia moltissimo al detto tipico dei giochi natalizi “rosso e bleu mai perdè”, detto che tipicamente … non funziona mai come sappiamo noi giocatori ciulati), considerato il responso a favore di Romè dell’assemblea di Andiamo oltre, non poteva Cicero mettere le sue “taumaturgiche” capacità al servizio di Romè prima e del paese poi, così decretando la vittoria elettorale di Andiamo oltre e il raggiungimento del bene supremo del paese? Ma forse le sue virtù “taumaturgiche” si attivano solo se lui è candidato sindaco in prima persona.
Ora diventa indispensabile per lui vincere le elezioni (anche se onestamente noi siamo e restiamo lontani anni luce dal considerare fondata questa possibilità, tanto che se fossimo bagarini daremmo la sua vittoria 1000 a 1). Diversamente l’errore madornale che, secondo noi, è stato consumato indipendentemente dal risultato, lo porterà all’isolamento politico (per non usare una parola che ricorda le tristezze della II guerra mondiale). Su quali basi di fiducia oggi si può rischiare un’alleanza politica con lui?
Direbbe Manzoni a questo punto, riprendendo la famosa frase della sua ode per Napoleone Bonaparte, “Ai posteri l’ardua sentenza”.
Noi però siamo più propensi a considerare, come frase più appropriata e profetica, ovviamente solo politicamente parlando e non riportandola qui per non far torto alla cultura del candidato stesso, l’incipit della stessa ode.
Maurizio Cangelosi
ma mario cicero a questo signore che cosa non ha dato ?
Questo interrogativo lascia supporre che le persone che vanno d’accordo con Mario Cicero abbiano ricevuto e debbano ricevere. Logico… non è che si possa dare un giudizio disinteressato, d’opinione: chi sta con lui ha un interesse. Giuseppe hai chiarito bene il concetto.
La domanda non è “ma mario cicero a questo signore che cosa non ha dato ?” bensì che cosa intende dare o ha dato a coloro che gli vanno dietro.
l’isolamento politico non è un rischio, ma una situazione attuale.
l’affidamento politico non potrebbe essere diverso rispetto a quello che lui ha manifestato nei confronti di andiamo oltre.
la verità è quella dell’io o nessuno
analisi perfetta
parole sante per arginare il ventennio di forgia nuova
Finalmente un articolo ben scritto e conforme alla realtà
Analisi perfetta, una domanda al Sig. Cangelosi però va fatta.. Come mai non vi siete accorti prima?
La verità è che la candidatura di Mario Cicero è la candidatura del popolo e per il popolo anche se, come dice giustamente l’articolo, non è supportato da alcun partito politico. Ma non sono i partiti che fanno la forza di un candidato bensì l’esperienza e l’acclarata competenza nella gestione della cosa pubblica.
I partiti a tutti i livelli hanno già fatto abbastanza danni e francamente buona parte degli elettori è stufo di loro. Una cosa infine le vorrei consigliare signor “Cangelosi”: dal momento che avete sempre criticato questo blog per la possibilità di commentare in anonimato al punto di non mandare i vostri articoli e comunicati per diverso tempo, non sarebbe più meglio scrivere il nome vero dell’autore anzichè un nome di fantasia? l’anonimato può anche andar bene per un commentatore di passaggio ma non certo per il portavoce di un movimento politico o di un partito in piena campagna elettorale o dobbiamo pensare che anche il nome della Romè è di pura fantasia e in realtà il candidato sarà un altro?
la saluto cordialmente
certo, sarebbe più meglio.
Mi consenta, sig. treccani, io oltre a sottolineare esagererei l’espressione di inorridito: sarebbe più meglio assai
Ma chi ha dato a Cangelosi la delega di portavoce? Secondo me dietro Cangelosi ci sono i servizi segreti. Perché la CIA, il Mossad e il KGB non vogliono Mario Cicero che invece è voluto dal popolo.
A questo punto il candidato di andiamo oltre sarà Cangelosi.
mi chiedo dove ha vissuto finora. come fa ad affermare che buona parte degli elettori è stufa dei partiti e che quindi va bene il suo candidato che è fuori dai partiti (non per sua scelta bontà sua) o che comunque è persona perfetta per ricoprire il ruolo di sindaco.
dimentica che cinque anni fa, buona parte dell’elettorato di sinistra sostiene, che le elezioni si sono perse perchè lui era sempre presente e la gente ne era ormai stufa. poi che sfaceli adduce a quelli venuti dopo che pur nelle ristrettezze economiche, determinate dai vari tagli ai trasferimenti regionali e statali, hanno comunque saputo operare e certamente il paese non risulta distrutto ed abbia oggi bisogno di essere ricostruito con le solite dicerie e visioni del tipo “il mondo ci guarda” . francamente la invito a riflettere sul come un amministratore senza freni del tipo il suo pupillo amministrerebbe oggi la cosa pubblica, lui abituato a spendere e spandere come si troverebbe oggi ???
il tutto riferito al commento di inorridito
Complimenti analisi perfetta!
Io o nessun altro
Comunque vada, senza Antonio Tumminello, sarà un successo!!!!
A me questa candidata non piace!
Non lo dire più perché tanto a noi non ce ne frega niente.
Non ti piace perché ha fatto uscire al naturale quel campione di democrazia che invece è quell’altro candidato, che a te viceversa tanto piace.
I partiti fanno danni se il Re non vince le primarie altrimenti no…. Ah Ah Ah
SignorA Maurizio Cangelosi
Come ai fatto cara? Noi pure lo vogliamo sapere, dacci un’indizio
Grazie Maurizio hai elencato una serie di motivazioni e situazioni che mi hanno convinto a pieno. È assurdo nel 2017 pensare di essere l’espressione di Castelbuono stravolgendo tutte le regole che facevano parte di un progetto. Ma se lo stesso innominato faceva parte del progetto c’è anche un errore tuo nell’averlo accettato nel movimento. Ormai è logoro, ha mostrato nel tempo di non possedere le capacità di cui sempre parla. Ma al di là di tutto i CASTELBUONESI hanno sempre ignorato coloro che cercano di mortificare le proprie intelligenze. Bravo Maurizio una lettera a settimana ed il pollo è bello che lesso da qui a maggio. Mi dispiace solo per quanti attorno si stanno sacrificando senza rendersi conto che c’è un tempo per tutto
Scrivere un comunicato così lungo ,che appena finito di leggerlo ,non ti ricordi più niente di ciò che hai letto, è sinonimo di poca SINTESi e concretezza ! Se la candidata a Sindaco o chi per lei si presenta in questo modo , allora è PIÙ MEGLIO altro ! non necessariamente Mario!
Mi piace parlare e dibattere pacificamente mettendoci la faccia e non con falsi nomi. Apprezzo tantissimo la dialettica e l’arguto vocabolario del sig. Cangelosi che presumo faccia parte del movimento andiamo oltre ma che non ho avuto il piacere di conoscere. Sempre se esiste, qualche dubbio ce l’ho, o se si nasconde anch’esso sotto falso nome. Se fosse così sarebbe puerile, anzi nemmeno i bambini lo farebbero. Suggerisco inoltre al sig. Cangelosi che per comunicare alla gente comune occorre una capacità di sintesi e far passare dei messaggi chiave. Così diventa accessibile ai pochi. A prescindere dai contenuti condivisibili o meno ho letto per intero questo articolo ricco di contenuti ma constato che è mancante di alcuni passaggi di verità.
Ermetico, molto ermetico e troppo di parte.
da un professore di filosofia cosa puoi aspettarti
Sì , ormai l’unico in purezza è rimasto Mario
La verità certa è che si sono fatte le primarie con regole certe ed accettate dai concorrenti, finita la conta chi ha perso invece di fare squadra e lealmente aiutare l’altro concorrente, come era logico che fosse, decide di candidarsi lo stesso. Questa è la verità. Se poi si hanno i paraocchi…la verità è solo quella del re
Per carnevale ogni scherzo immorale vale .
Un “Fenomeno” paesano che ha tentato più volte di farsi onorare altrove, anche lui, è oggetto di culto con un preciso rituale. Dorme come faceva dieci anni fa. E’ abile, un bravo imbonitore, lui ha un sogno: governare per altri 20 anni, 100, 1000… soltanto Lui, però,… coltiva questo sogno! E già, se è un fenomeno in tutto, non lo è nel gioco di squadra, Lui le squadre le smonta, come un “nostrano” ed esperto D’Alema. E’ bravissimo a fare fuori i “compagni”, solo quelli però, gli altri, gli avversari gli servono come alibi o alleati di temporaneo sostegno. Meno abili di lui, capaci solo di propaganda e populismo, lo fanno rimpiangere, lui questo lo sa, e dorme, dunque, sornione, assistendo alla decadenza, cui tacitamente contribuisce. Non fiata, non accompagna neanche le orazioni dei suoi in consiglio comunale se non con qualche inutile scaramuccia con il Nostro “primo cittadino”. E’ ambizioso e per questo deve primeggiare sempre, evita le voci critiche, lui è amico di tutti ed è capace di liquidare anche i partiti. Ci riuscì dieci anni fa con lo storico Movimento democratico per Castelbuono, artefice della svolta e della rinascita, oggi con il Partito Democratico, messo ormai in liquidazione o in amministrazione controllata. Non avendone uno lui, iI partito se lo crea. E’ abile, è solito ripetere che si circonda di “uomini e donne che amano il proprio paese”. Ed è così, lo amano devoti e mai si sognerebbero di criticarlo, di osteggiarlo; e Lui emerge come un pino, alcuni dicono, “sotto il quale nulla cresce”. Infatti, nei suoi lunghi anni di militanza e governo della politica, non ha mai contribuito a fare crescere una nuova classe dirigente. Semplicemente non gli serviva. Il “dopo di me nessuno mai”, è la sua filosofia. Dorme, ancora non parla, ogni tanto scrive, ma si sta appartato, aspetta sornione il momento in cui gli altri, incapaci o forse desiderosi solo del salvatore, gli chiederanno per cortesia di rimettersi in gioco. Vive e si alimenta delle incapacità altrui. E così, come una cortese e “sacrificale” scelta, accetterà di “candidarsi” – pro domo sua e non nostra. Più silenzio c’è, più errori commetteranno gli altri, più facile sarà per lui comiziare e sorridere ai cittadini. “Il mondo ci guarda”, diceva e ripete ancora; peccato che non riesce a fare il salto di qualità invertendo il ragionamento. Dovremmo essere noi a guadare il mondo e prendere quello che di buono accade, se vogliamo veramente crescere. Non cambia il suo pensiero, perché chi guarda “oltre”, dovrebbe essere capace di confrontarsi, chi, al contrario, si fa guadare è autoreferenziale. Peccato che al culto del Dormiente, si stiano dedicando ancora in tanti, rei di lasciare per strada altre opportunità di crescita sociale e politica. Peccato, ancora una volta, che uno slogan diventi solo il nome di un movimento politico e non una filosofia. Svegliarsi da quel sogno significa non voltare pagina, ma cambiare libro. Siamo certi che qualcuno sta già raccogliendo appunti, riflessioni e argomenti per iniziare a scrivere un racconto davvero nuovo sulla nostra Comunità. E i gatto si leccano i baffi !!!
La gentile signorA che si spaccia per un Maurizio cangelosi che a Castelbuono neppure esiste al posto di celarsi dietro un nomignolo fittizio perché non dice chi è…ormai lo sappiamo tutti…la dialettica talmente raffinata è così disgustosa! Questa signora sta solo cercando di non far candidare il cicero scrivendo articoli vergognosi! Stai a cuccia baby
In 80 giorni si pensa di fare il giro di tutta Castelbuono rione per rione con una moto ape. Sul mezzo con cui si girerà la città campeggerà la scritta “Contro chi non si rassegna a perdere il potere del condominio Comune per una città libera”, mentre sulle fiancate due frasi in dialetto: “No alle minestre arricuariate” e “Megghiu u bonu a cannusciri che u tintu canusciutu.
Ci vuole coraggio e faccia a presentarsi!!!
Bravo bravo bravo Maurizio anzi bavissimissimo ma io vi invito a fare una riflessione accurata anche su di voi prima che finisca carnevale
Io mi sto proprio divertendo a leggere i vostri post. Una cosa voglio dire subito che nessuno di voi ha il coraggio delle proprie azioni. Vi trincerate dietro l”anonimato, troppo bello. In tutta questa vicenda la mia considerazione è quella che purtroppo continua a non cambiare niente chi mira al posto non antepone gli interessi della collettività a quelli propri o quelli degli amici. Questo tipo di politica mi ha disgustato.