Studenti del liceo di Castelbuono al freddo nelle aule
Al liceo scientifico Failla Tedaldi di Castelbuono un comitato studentesco deciderà nei prossimi giorni le azioni da intraprendere contro l’inerzia delle istituzioni. La scuola, infatti, nonostante la “sciabolata artica” che ha fatto diminuire sensibilmente le temperature anche in Sicilia, non dispone del gasolio per i riscaldamenti perché la Provincia – ente che è stato soppresso dal governatore Crocetta – non ha i soldi per acquistarlo. Così almeno sembra. E a nulla sarebbero valse le richieste già fatte dal dirigente scolastico Antonio Ciolino.
Se a Palermo sono già diversi gli istituti superiori in agitazione contro la legge di stabilità, in altri comuni dell’isola – e Castelbuono è uno di questi – si lotta per beni di prima necessità. “Vogliamo seguire le lezioni senza dover morire di freddo – dicono gli studenti del Failla Tedaldi – senza il gasolio e, dunque, senza riscaldamento di fatto ci è impedito il nostro diritto allo studio”.
Sale la tensione studentesca a Castelbuono, soprattutto in queste giornate rese ancora più fredde dalla copiosa neve caduta sulle montagne che circondano il borgo medievale dei Ventimiglia. Una vera e propria gatta da pelare per il governatore della Regione Crocetta che non ha perso tempo ad abolire un ente – come la Provincia – sin da subito senza però prevedere, all’atto del suo insediamento, metodi e tempi necessari ad ovviare eventuali discrasie e cesure. E ora i nodi sembrano venire al pettine. L’esempio di Castelbuono, infatti, potrebbe essere seguito anche dai comuni montani delle alte Madonie. Insomma, se l’inverno ha già fatto la sua comparsa promettendo freddo e neve per i prossimi mesi, il prossimo mese di dicembre sembra preannunciarsi caldo solo per il presidente della Regione Crocetta.
Fonte: www.cefalunews.net
Testimonianza
Primi anni ’60
La Scuola Media alla Badia
Non c’erano ancora i motorini nè gli ingorghi davanti alle scuole nei giorni di pioggia.
Si andava a piedi a scuola la mattina; tutti insieme noi ragazzi del quartiere convenivamo agli angoli delle strade e, come per un tacito accordo, ci si aspettava l’un l’altro per percorrere allegramente il tratto di strada che ci separava dal vecchio edificio della Badia, dove era ubicata la Scuola Media.
Ci si emozionava vedendo arrivare il ragazzo o la ragazza del cuore che, modificando il tragitto più verisimile da casa sua a scuola, preferiva unirsi a noi.Attraversando piazza Parrocchia spesso entravamo in chiesa per una frettolosa preghiera(…oh, Signore, l’interrogazione di matematica, il compito di latino…) e ne uscivamo più forti e fiduciosi.
INFAGOTTATE ED IMPACCIATE NEI LUNGHI GREMBIULI NERI, OFFRIVAMO SORRISI AL VENTO E ALLA PIOGGIA NELLE BUIE MATTINATE D’INVERNO QUANDO LA BIDELLA,PRELEVANDOLE DALL’UNICA STUFA A LEGNA ,DISTRIBUIVA PALE DI BRACE IN APPOSITI SCALDINI AGLI INSEGNANTI PIU’ FREDDOLOSI.
Nel corso del Novecento abbiamo assistito a un progressivo benessere. Oggi assistiamo a un progressivo malessere. Ormai tanti giovani trentenni guadagnano meno dei propri genitori e tanti altri giovani non guadagnano proprio niente. Quindi il tenore di vita è destinato ad abbassarsi, altro che termosifoni nelle scuole! E noi continuiamo ad organizzare convegni e sagre di prodotti tipici (oltretutto senza i prodotti tipici).
Negli anni ’50 ci hanno salvato gli Stati Uniti d’America (che avevano una visione europea, democratica, tutto sommato cristiana, anche se in parte cattolica e in parte protestante). Ma oggi la Cina per quale motivo dovrebbe salvarci?