Sull’ammissione del sindaco di aver bruciato rifiuti in c.da Santa Lucia ferma presa di posizione della Costituente

(Riceviamo e pubblichiamo) – Il sindaco Mario Cicero si autodenuncia:
non risolve i problemi e aggira le leggi


Gli incendi funesti di questa estate hanno portato alla ribalta la vulnerabilità dei nostri territori e anche Castelbuono, qualche settimana fa ha vissuto in Contrada S. Lucia, nelle immediate adiacenze dello stabilimento Fiasconaro e dell’isola ecologica, un evento di questo tipo che ha danneggiato i luoghi e messo in pericolo anche fabbricati e beni nella zona. Nei giorni successivi a questo evento, c’è stata una dura contestazione da parte della Costituente e di altre forze politiche, nei confronti dell’amministrazione responsabile della presenza di materiali infiammabili nei dintorni della Chiesa di S. Lucia.


Durante il Consiglio comunale richiesto specificamente dal gruppo di minoranza per parlare dell’incendio accaduto, il primo cittadino trovò l’irrituale risposta che in quella zona (Contrada S. Lucia) è sempre stato così. Aggiungendo anche che lui, presente nell’amministrazione da tempo immemore (sigh!), questo lo sapeva benissimo!
Oggi, fa di meglio. Da diversi giorni e da più fonti, in quei luoghi sono stati segnalati fumi e piccoli fuochi, come se qualcuno stesse “ripulendo” il terreno dando fuoco agli scarti depositati sul terreno comunale in Contrada S. Lucia. https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10223260918048585&id=1153364172 In un post su facebook contradditorio e delirante, il sindaco Mario Cicero si autodenuncia: “abbiamo bruciato su Mia indicazione le sterpaglie, gli sfalci di potature, accumulate su MIA autorizzazione, su terreno del comune, dietro la chiesa di Santa Lucia… Nei prossimi giorni, bruceremo anche i cumuli che sono nelle zone limitrofe al cimitero”. Afferma quindi che, in barba alla sua stessa ordinanza n. 46 del 5 maggio c.a., che vieta al privato cittadino di bruciare sterpaglie dal 15 giugno al 15 ottobre, lui invece, che tutto può, in un delirio di onnipotenza può bruciare quando vuole. Spacciando per giunta il suo agire per “buon governo”.


Quando chi amministra si trova di fronte ad un evento eccezionale, deve trovare soluzioni e deve attivare tavoli di lavoro con gli enti preposti, sempre nel rispetto della legge che prevede anche deroghe per risolvere le emergenze.
Ma, se il sindaco afferma, probabilmente nella più totale incoscienza della gravità del suo dire, che si è fatto sempre così dal ’93 ad oggi, afferma che non ha dovuto affrontare un’emergenza ma una SUA consuetudine e che non ha saputo, nei suoi 20 anni di sindacatura, risolvere tale problema.

Ci chiediamo quindi: se sarà rieletto, continuerà a fare così perché si è sempre fatto? Potranno anche farlo i privati cittadini o vale solo per lui? Come si fa a scrivere un’ordinanza ed infrangerla nel momento in cui fa comodo? La legge, a Castelbuono, è veramente uguale per tutti? Ma lui lo capisce che il 2050 a momenti è più vicino del 1993?
Al sindaco che strumentalmente afferma “A costoro chiedo di proporre soluzioni alternative, senza aspettare una improbabile elezione in consiglio comunale o sindaco del proprio partito” rispondiamo che le soluzioni le deve trovare lui, perché è lui che amministra, è lui che ha il dovere di rispondere ai cittadini, nel rispetto del ruolo e con il senso di responsabilità che ci si aspetta da una carica pubblica.
La Costituente della Castelbuono di domani condanna fermamente tale modo confuso di intendere la cosa pubblica e invitiamo i cittadini di Castelbuono a riflettere sul fatto se chi fa affermazioni simili sia degno della loro fiducia… noi preferiamo essere “nemici d’a cuntintizza” perché solo gli sciocchi si accontentano e noi vogliamo sempre il meglio per il nostro paese.

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