Veglione 2014: Una precisazione di Gabriele Perrini

perrini

 

Avevo deciso di restare soltanto a guardare e sentire, ma dopo cinque giorni di silenzio ho deciso di puntualizzare alcuni concetti in riferimento all’articolo pubblicato qualche giorno fa su castelbuonolive.

Partiamo da un presupposto: non parlerò in modo assoluto della classifica finale poiché reputo la premiazione soltanto un modo simbolico sia per arricchire una serata creando suspance sia per incentivare i gruppi ad aumentare il livello tecnico delle proprie maschere. Non voglio nemmeno discutere i voti dati o cambiati sul web perchè preferisco non espormi su questo punto di vista. Entriamo nel merito: penso, innanzitutto, che le critiche siano sempre state costruttive. Noi stessi ogni anno abbiamo accettato qualsiasi tipo di parere. Partiamo dal commento del veglionista storico. Il riprendere le vecchiette dello scorso anno non è ascrivibile a una pochezza di idee, ma soltanto la volontà originale di ricreare due copioni (come si faceva una volta “menza vecchia e menza nova”). Naturalmente per questioni di tempo (prove, scenografia ecc..) abbiamo “rimandato” il nostro progetto.

Quest’anno avevamo deciso di comune accordo di non prendere parte al veglione 2014 poiché gli impegni universitari sono notevoli e non riuscivamo a far coincidere le cose. Poi l’amministrazione comunale ha deciso di prendere il palatenda e lì, ragionando un pochettino, abbiamo deciso di stringere i denti per far si che già l’anno prossimo venga ripetuta la stessa situazione. Con ciò non voglio intendere che i nostri colleghi, da soli, non erano in grado di portare avanti il veglione, ma purtroppo e dico purtroppo con la crisi, ognuno di noi prima di pagare un biglietto di 10 euro ci pensa dieci volte. Tre gruppi rispetto a due “fani sustanza” già all’occhio di uno spettatore pagante. Il nostro amore verso questa atavica tradizione porta anche a questo.

Caro Daniele Di Vuono, si è vero, abbiamo avuto modo di parlarne privatamente, ma anch’io volevo esprimere pubblicamente il mio pensiero di modo da evitare fraintendimenti. Partiamo dalla musica… Quando con Vincenzo Naselli fondammo il gruppo, non pensavamo di aggregare musicisti del calibro di Michele Mazzola soltanto perché sono eccezionali musicalmente ma perché sono persone che rendono magico un gruppo, attraverso il loro impegno, la loro creatività e la loro simpatia. Anno dopo anno, grazie ai loro consigli abbiamo definito la band e da lì abbiamo capito che queste gente non è li per caso.

Prendi l’esempio di una macchina: abbiamo bisogno della benzina, dell’olio, di ruote nuove ovvero piccoli tasselli che permettono a questa vettura di sfrecciare per le strade. Reputo, inoltre, corretto sottolineare che la band NON è un contorno al copione, ma un tutt’uno. Dirai o direte ma il veglione non è nato cosi…io rispondo: e chi se ne frega!!!! Il percorso è cominciato insieme ed insieme lo porteremo avanti!!! Stare in un gruppo vuol dire divertirsi, socializzare, confrontarsi e CRESCERE!!!! Per andare avanti non bisogna rispettare per forza la forma originale delle cose, ma cambiare. Negli anni le grandi manifestazioni, i grandi gruppi si sono evoluti mutando il proprio repertorio e aggiungendo creatività. Non penso sia stato un musical (se ti riferisci all’entrata in platea del duo Mazzola-Occorso) ma sono degli arricchimenti per non creare cali nei cambi di scena. E poi la bella musica è sempre piaciuta a tutti, non penso che un intro di pochi secondi possa tramutare una maschera in un musical.

Altro aspetto: la commedia!!!! Qualche annetto fa un veglionista storico, post carnevale, mi disse: ragazzi dovete mettere inventiva…i figli di nessuno sono stati i primi a mettersi a semi-cerchio la davanti e dal quel momento vi siete aggregati tutti…mettete del vostro in un copione…cambiate la staticità che si è venuta a creare. Premetto che già dall’anno scorso abbiamo cominciato a mutare lo stile (vedi le tre vecchiette, la scena del titanic, il romeo e giulietta) anzi lo scorso anno c’erano piccoli sketch dentro gli sketch. Riguardo all’ormai celeberrima scena di “Casa Mazzola”, penso che definire lo spogliarello fuori luogo sia un’offesa alla mente che ha partorito l’dea… per noi rimarrà un arricchimento scenico dove di volgare non c’è niente, anche perché scevro da movenze indecenti (togliere due calze, i guanti ed una vestaglia non credo sia così scandaloso).

Se non si può fare nemmeno questo allora vuol dire che castelbuono ha bisogno di aprire gli occhi. Mi domando ma perché quando viene un comico famoso in estate e comincia con i suoi sproloqui in cui esagera in maniera smisurata con “minchia, pisciata, cacata, di nuovo minchia” nessuno dice nulla. Ah beh, quello è famoso. Poi arriviamo noi facilmente attaccabili solo perché giovani e passiamo subito sotto il banco degli imputati.

Mi dispiace ma questo non lo accetto!!! Siamo tutti bravi a parlare ma credetemi sopra ogni battuta ci soffermiamo diverse sere onde evitare di offendere il diretto interessato. L’appellativo “pesantezza” da parte di un giurato non voleva evidenziare eventuali tratti offensivi della maschera, ma esplicitare la presunta ridondanza di alcuni personaggi e/o delle loro battute. Altra precisazione fondamentale: non abbiamo fatto nessuna allusione alla macchina incendiata della famiglia mazzola (non ci saremmo mai permessi) ma ad un avvenimento di qualche mesetto fa (infatti una battuta successiva smentiva tutto “certi ca ci vò gnegni ppi p’incicarisi na machina postaggiata”).

Non pensiamo di aver composto un copione pesante oppure offensivo (se qualcuno si è offeso, non era nel nostro intento). Continuando così, il prossimo anno, alla prima battuta non digerita verremo tacciati come maleducati, irrispettosi…giudizi che non pensiamo appartengono ai valori che i nostri genitori hanno trasmetto a tutti noi sin dalla nascita.

 

 

Con affetto, Gabriele Perrini, componente del gruppo di satira i cchinnicchennacchi!!!!

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