Via le Province, ecco i Consorzi saltano le elezioni

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L’Ars ha approvato con un’ampia maggioranza (51 voti a favore, 22 contrari) la soppressione delle Province. Entro il 31 gennaio servirà una legge per regolare i Consorzi di Comuni. Seduta fiume in Assemblea. L’opposizione protesta: “Una legge incostituzionale”.

PALERMO – Addio Province. Passa la norma che prevede l’abolizione dell’ente. E non è una grossa sorpresa. Nonostante sia servita, per giungere al voto finale, una seduta-fiume a Sala d’Ercole. Oltre sei ore di interventi. Che in molti casi non hanno fatto che ribadire concetti espressi durante la discussione generale della scorsa settimana. Schiacciante la maggioranza: 51 i voti a favore, 22 quelli contrari.

E del resto, l’esito della seduta era già tutto nel primo degli interventi, quello di Giorgio Assenza (Pdl): “Credo che il risultato sia scontato, ma mi appello alla coscienza dei deputati”. Un appello al quale è seguito quello della maggioranza dei deputati d’opposizione. Una sfilza di interventi dai quali emergeva il rammarico per la sottrazione, ai cittadini siciliani, del diritto di voto. E, in moltissimi casi, anche la preoccupazione per una possibile impugnativa del Commissario dello Stato, nei confronti di una norma che i parlamentari di centrodestra hanno definito incostituzionale, perché interviene sull’articolo della Costituzione che prevede l’istituzione delle Province. Norma successiva allo Statuto, che prevedeva come organo di secondo grado, i liberi consorzi di Comuni. Una legge incostituzionale, insomma, secondo molti esponenti dell’opposizione, tra cui Vinciullo (Pdl), Di Mauro (Pds) e Cordaro (Cantiere popolare).

Critiche di tipo maggiormente “politico”, invece sono giunte, tra gli altri, da Salvino Caputo e Nello Musumeci. Il primo ha provocatoriamente chiesto al Partito democratico: “Chiariteci le idee: la riforma è vostra o è dei grillini”. Secondo Musumeci, invece, il vero atto riformista sarebbe stato quello di “abbattere i costi degli organi rappresentativi, non certo quello di sopprimere gli organi stessi. Crocetta sembra un eroe? Lo sembrerà finché i siciliani non lo conosceranno da vicino”.

La maggioranza, invece, ha fatto quadrato attorno a una riforma che il segretario del Pd Lupo ha definito “storica”, mentre Antonello Cracolici ha sottolineato la necessità che, anche attraverso riforme di questo tipo, la politica si possa sintonizzare col “sentire” dell’opinione pubblica, e che si possa, così, intraprendere un vero cammino di cambiamento della società”. Concetto ribadito da Lino Leanza (Udc): “Per me, che sono stato consigliere e assessore provinciale, è stato difficile lavorare all’abolizione. Ma girando per le strade mi sono reso conto che la gente non vuole più sentire parlare di Province”.

Secondo Michele Cimino, invece, “indipendente” di Voce siciliana “il sistema delle Province andava certamente rimodulato, ricreato. Ma questo è solo il primo tempo, di una partita che non si chiude qui. L’azione del governo è certamente coraggiosa: non ha voluto semplicemente ristrutturare un palazzo, ma ha deciso di buttarlo a terra e costruirne uno nuovo”. Francesco Cappello, del Movimento cinque stelle, invece, ha puntato l’indice contro l’opposizione, definita “il partito delle Province”: “Perché avete tanta paura – ha detto – del 30% dei cittadini che ci ha votato?”. Il capogruppo dei grillini, Giancarlo Cancelleri, ha sottolineato che l’abolizione delle Province non rappresenterà una limitazione alla democrazia, ma “un colpo alla casta, che costa ai siciliani milioni di euro l’anno”. Quindi il deputato ha fatto notare, dal suo Ipad, come l’abolizione delle Province fosse compreso nel programma del Pdl per le ultime Politiche.

A chiudere la seduta, l’accorato intervento del presidente della Regione Rosario Crocetta: “”La presenza delle Province, che non sono previste dallo Statuto, ha rappresentato finora un abuso. Non capisco come si possa considerare incostituzionale una norma che abolisce un ente che non è prevista dal nostro Statuto. “E’ un falso dire che si arriverà alla proliferazione dei Consorzi. Ne nasceranno infatti tra dodici a quindici. Voi volete la Sicilia dello sciupa-sciupa. Io voglio dare un sogno ai Siciliani: quello di poter cambiare”. E qualcosa, stasera, è cambiato davvero. Le Province, di fatto, non esistono più. Spazio ai commissari, che accompagneranno la riforma che porterà ai Consorzi.

(Accursio Sabella – LiveSicilia.it)

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