Il Caso Fiasconaro e le vittime dell’ufficio del potere

[ilfattonisseno.it – di Andrea Milazzo] Il termine “Burocrazia”, è un neologismo formato dal francese bureau (ufficio) e dal greco Kràtos (potere).

Esso viene spesso utilizzato in senso astratto, purtroppo a ragione, non già per indicare il complesso apparato di pubblici funzionari frapposti tra il potere politico e la cittadinanza, ma per descrivere l’insieme di condotte e procedure che, con l’esercizio erroneo e talvolta distorto del potere, interrompono il rapporto tra la collettività ed il soddisfacimento dei fini economici, sociali, ed etici della stessa, garantiti dal diritto.

La storia di burocrazia che raccontiamo si sta evolvendo in questi giorni. E’ la cronaca del caso Fiasconaro, eccellenza produttiva siciliana con sede a Castelbuono, pittoresco comune madonita. Abbiamo scelto questa vicenda, non perché unica, ma, al contrario, tipizzante mille altre storie quotidiane di aziende normali, che affrontano situazioni analoghe, e che per loro sfortuna non possiedono un blasone così noto da meritare l’attenzione dei media.

Tra l’azienda Fiasconaro ed il paese di Castelbuono è presente una rara coniugazione tra eccellenze ambientali, urbanistiche e produzioni locali. Il centro ospita poco meno di novemila anime, a 423 metri di altezza, e fa parte del Parco delle Madonie. L’impianto architettonico principale risale al XIII secolo, caratterizzato dal Castello di Ventimiglia e della Chiesa di Maria Santissima Assunta. Incastonato come un brillante tra le Madonie ed il mare Tirreno, è spesso utilizzato come laboratorio di progettazione architettonica ed urbanistica per le interessanti fonti di ispirazione presenti nel proprio patrimonio territoriale.

In questa originale location, sessantatre anni or sono, nel lontano 1953, Mario Fiasconaro, papà degli attuali imprenditori Fausto, Martino e Nicola, decide di fare il pasticciere, ed il gelatiere.

Continua a leggere su www.ilfattonisseno.it – di Andrea Milazzo

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