Caso Huawei, Genchi: “Google costretta da Trump messo alle strette da Apple”

[Strettoweb.com – Danilo Loria] L’avvocato Gioacchino Genchi, esperto di informatica e telefonia, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sull’importanza dei big data. “Oggi affidiamo al nostro smartphone la nostra vita, i segreti più importanti, gli impegni, gli appuntamenti, è un po’ la scatola nera del nostro passato, presente e futuro –ha affermato Genchi-. Quindi la proliferazione degli interessi può servire nell’analisi dei big data per pianificare le offerte commerciali tramite le inserzioni pubblicitarie. Questo è l’aspetto più banale e meno invasivo. Fino a 20-30 anni fa una nazione era importante e faceva paura a seconda di quante testate nucleari aveva, oggi la vera potenza è rappresentata dai big data. Le guerre del futuro non si combatterà più con le testate atomiche, ma con i dati”.
Sul blocco di Google a Huawei. “Trump è stato messo alle strette dalla Apple che sul mercato degli smartphone è stata superata dai cinesi e ha costretto Google ad assecondare la propria strategia espansionistica, dandogli l’ok a bloccare gli aggiornamenti su Huawei. Mi sembra più un proclama che altro, dato che ancora non sta succedendo nulla. In ogni caso credo che Google stia facendo un grosso errore. Nel mondo dell’informatica tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Quando Apple fece il cloud ha condizionato gli utenti, e gli smanettoni hanno avuto bisogno di qualcosa di più aperto nell’utilizzo del device. Le accuse di spionaggio? Valgono per tutti. Non è che il cloud di Apple sia più sicuro degli altri. Il risultato concreto di questo proclama di Trump è che la Apple, che era in grossa crisi e non riusciva più ad avere il dominio del mercato internazionale degli smartphone, adesso sarà scelta più facilmente da chi domani andrà a comprare uno smartphone. Dopo queste notizie, è più facile che qualcuno scelga un I-Phone piuttosto che un Huawei. Ad un certo punto era rimasto solo Renzi ad avere l’I-phone e poi ha fatto la stessa fine, è passato di moda in fretta”.
Belle parole e ottimi concetti, Avv. Genchi.
È giusto informare, ma quel che si legge deve essere capito da tutti i cittadini, e anche dai tanti “dottori”. Una forma di glossario di sicuro non guasterebbe. Diversamente si resta dove si è, il mondo corre e lo scimmiottare continua ad ingrassare.
Grande Gioacchino Genchi! La tua analisi non fa una pecca! Dalla morte di Steve Jobs la chiusura del sistema Apple va in controtendenza con l’apertura dei “Big Data” e dell’open source. Anch’io ritengo che sia un potenziale errore per Google assecondare Trump (ed Apple). D’altronde già Android è stata una prima risposta “open”, chissà che così non ne arrivi un’altra da oriente (e ne sono più che capaci).
Ad un certo punto era rimasto solo CICERO ad avere l’I-phone e poi ha fatto la stessa fine, è passato di moda in fretta”.
Sono pienamente d’accordo con l’analisi dell’avvocato Genchi. Quello di Google è più uno slogan pubblicitario a favore di Apple che altro. La sicurezza informatica auspicata
da Trump non c’entra nulla, non esistono apparati elettronici perfettamente sicuri e tutti potenzialmente potremmo essere “spiati” se solo ci fosse la volontà. Personalmente rimarrò fedele ad Android e i device prodotti in Cina (anche se non Huawei). Le case cinesi a livello tecnologico ormai hanno superato tutti. Anche a livello informatico sono avanti, infatti Huawei ha già pronto un sistema operativo alternativo ad Android e già da tempo produce i processori dei propri smartphone (kirin). il problema a livello software è che non avrebbero ampia diffusione a breve termine perché l’utenza ormai si è “appiattita” sul duopolio iOS e Android, con Microsoft che la fa da padrona sui PC. Ma i cinesi avrebbero tutte le potenzialità per diventare autonomi anche a livello software.
Conclusione è solo un pretesto per trovare accordi economici più favorevoli a l’uno rispetto che all’altro.
A proposito della questione big data/ profilazione, per chi volesse capirne di più o semplicemente approfondire, consiglio la lettura di questo libro consultabile gratuitamente in questo link
https://archive.org/details/tecnologiedeldom0000ippo