I retroscena dell’evasione di Marino Mannoia dal carcere di Castelbuono svelati dall’avv. Gioacchino Genchi

L’avvocato castelbuonese Gioacchino Genchi, sentito al processo sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio, ha svelato i retroscena dell’evasione del boss Francesco Marino Mannoia dal carcere di Castelbuono:

“Lui era evaso dal carcere di Castelbuono, dove si trovava detenuto, insomma… praticamente era diventato in famiglia, era stato messo non so come in un carcere mandamentale, era diventato amico di tutti… io tra l’altro avevo conosciuto Mannoia perché io all’epoca ero all’inizio della mia professione legale, ricordo che andavamo con l’ispettore del tempo a mangiare al carcere con le guardie carcerarie… ricordo che c’erano gamberoni, c’erano aragoste, arrivava di tutto e di più… ricordo questi fattivi detenuti che tingevano, che compravano loro il colore per tingere le grate, gli infissi del carcere… a un bel punto questo Mannoia, che era ormai di casa là, amico di tutti, disponibile, arrivava vino, arrivava mi ricordo Colomba Platino, arrivava di tutto in carcere con Mannoia, si era reso pure disponibile a tingere le grate esterne del carcere, non solo quelle interne, ma anche quelle esterne, a quel punto insomma, come l’asino di mio nonno che quando era andato a lavorare senza mangiare è morto, Mannoia ha ritenuto opportuno a quel punto non fare più rientro all’interno del perimetro del carcere e si era reso latitante”.     

L’intera audizione si può ascoltare su Radio Radicale.

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Cosa ne pensi? Commenta!x