Il blog nemico CastelbuonoLive esprime parole di conforto all’amico Di Donato

Nell’articolo di Giuseppe Spallino dal titolo “Si spacca il Partito Democratico. Spallino guida la fronda”, apparso sull’ultimo numero di Supra u ponti, vengono riportati nei dettagli i termini della colluttazione verbale intercorsa tra il segretario PD Di Donato e Martino Spallino in occasione di una assemblea degli iscritti di quel partito. A quanto pare, il combustibile fu fornito dall’intervento del 9 aprile – su questo blog – del professore Martino Spallino che, in piena autonomia, ha espresso un giudizio non proprio laudativo su quella che, a suo modo di vedere, è la miope strategia politica messa in atto dal suo partito in consiglio comunale. Strategia che, non è detto ma si lascia intendere, non è condivisa dagli attivisti o da una parte – non si sa quanto consistente – di essi.

Nel corso di questa “dialettica forte”, che poi è un eufemismo, Di Donato, abdicando al savoir faire ha attaccato il prof. Spallino, rimproverandolo di “avere stigmatizzato sul blog nemico Castelbuonolive la scelta aventiniana”.

Da queste poche parole è lampante la mancanza di spazio per il savoir faire perché sembra che, prima di parlare, il professore avrebbe dovuto inoltrare permesso scritto alla segreteria, la quale si sarebbe riservata – eventualmente – la facoltà di concederglielo. Evidentemente è questo il terreno di coltura del segretario.

Ma non c’è spazio neppure per il significato delle parole, anche le più elementari. Tutti sanno – tranne Di Donato, a quanto pare – che il termine nemico, sia che venga usato come aggettivo che come sostantivo, è da riferire a due parti entrambe a conoscenza dei sentimenti di inimicizia che coltiva l’altra parte. Di Donato, invece, assieme a qualche altro, lo usa in senso unilaterale. Un po’ come certi bambini che millantano di essere fidanzati con la più bella delle compagne ma, in verità, è solo lui a saperlo perché l’altra è all’oscuro di tutto. Così Castelbuonolive è il nemico, ma lo sa solo lui e noi lo abbiamo appreso, chissà quanto tempo dopo, dal giornale.

Di Donato, probabilmente, non percepisce il peso e la gravità dell’aggettivo nemico. A meno che per lui non siano da considerare nemici tutti coloro – e sono veramente tanti, forse tutti – che hanno idee diverse dalle sue, che hanno un modo diverso di guardare e vedere le cose. Nemici, senza dubbio devono essere tutti coloro che coscienti o fortuitamente si vengono a trovare fra lui e il suo obiettivo.

E qui si arriva al dunque. Alcuni, probabilmente numericamente confrontabili con le dita di una sola mano, e fra questi lo stesso Di Donato, avevano ideato e predisposto una serie di stratagemmi, neppure tanto originali, per mandare a casa il sindaco e l’amministrazione scatenando un linciaggio a mezzo internet dove, chi legge, ha la sensazione che il tutto venga da chissà quale grosso movimento di opinione ma, in realtà, dietro ci sono solo sparuti compari seduti al tavolo di un bar con un tablet. Inizialmente il bluff stava cominciando a dare i suoi risultati ma, purtroppo per loro, Castelbuonolive o per meglio dire, i suoi lettori e commentatori, gli hanno mandato in aria il piano. Per questa ragione, Castelbuonolive è il blog nemico ma, attenzione, dietro questa affermazione di per sé grave ce n’è un’altra inquietante. Lui non teme Castelbuonolive, ma la sua devastante forza che risiede nei vostri giudizi. Lui teme voi, o meglio, il vostro pensiero e detesta il vostro diritto di essere liberi di dissentire. E maschera, lui e i suoi compari più stretti, questa libertà come asservimento a una ben determinata parte politica.

Castelbuonolive, fino a prova contraria, ha dimostrato di essere per la pluralità di opinioni. Se qualcuno può dimostrare di essere stato imbavagliato per un attacco politico fatto a un qualsiasi personaggio o gruppo, si faccia avanti. Castelbuonolive, in altre parole, non ha mai censurato per partito preso, lo ha sempre fatto – invece – ogni qual volta che personaggi che parlano bene e razzolano male hanno mirato alla sfera privata di Tumminello, di Mario Cicero, di Gianclelia Cucco, di Polizzotto. Anche (e soprattutto) dell’ex direttore del Museo Civico quando ancora non era diventata oggetto di culto da parte degli stessi personaggi che, per l’intera durata della sua esperienza, la tennero assediata sotto un terrificante fuoco denigratorio.
Dal momento che viene accuratamente salvaguardata la dignità della persona e ogni forma di strumentalizzazione, Castelbuonolive – anche se a Di Donato e ai suoi sostenitori non piacerà – continuerà a pubblicare commenti coperti da anonimato, esattamente come fa il Corriere della Sera, Repubblica, LiveSicilia e financo Europa, quotidiano del PD.

Una volta per tutte vorremmo qui chiarire due cose. La prima è che se essere schierati significa essere dalla parte della correttezza e dell’onestà siamo certamente schierati. Se essere schierati significa, invece, fare parte del codazzo di questo o di quell’altro politico certamente non lo siamo, per un paio di ragioni: perché possedendo una ragguardevole quota di dignità ci fa schifo e perché, a differenza di quanti oggi aspirano a entrare nei remunerativi meccanismi della politica per sbarcare il lunario, abbiamo di che cosa vivere.

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