Centro Covid a Castelbuono, il sindaco chiarisce: solo in casi di assoluta urgenza

In riferimento alla notizia pubblicata sul Giornale di Sicilia dell’ipotetico Centro Covid a Castelbuono, per il recupero e la cura dei pazienti con sintomi lievi, sembra giusto e doveroso, precisare per evitare incomprensioni e allarme fra la cittadinanza, che l’Amministrazione Comunale ha appreso la notizia dal Giornale di Sicilia di oggi.
Ci siamo informati con l’Assessorato Regionale alla Sanità, il quale ci ha riferito che la Curia ha messo a disposizione diverse strutture di Sua proprietà tra cui anche quella di Castelbuono, qualora si presentassero situazioni di emergenza sanitaria.
Il Sindaco sottolinea che quanto emerso, è un’ipotesi remota, in quanto, la struttura interessata prima di essere fruita per l’ospedalizzazione, necessita di numerosi interventi .
Il Sindaco rassicura la cittadinanza che tutto ciò potrebbe verificarsi, solo in casi di assoluta emergenza .
E’ possibile assemblare le visiere inutili-zzate, che secondo me sono molto più di 3.000, per costruire un filtro anti-covid a Sciumara, o ponti u Signuri e o ponti a Nuciddra?
Il Sindaco si è premurato di dichiarare che si tratta di “un’ipotesi remota”, tuttavia io non vedo nessun problema di ordine sanitario anche ad averli in paese. Non è gente che andrebbe in giro per la piazza, piuttosto è gente (Castelbuonesi e non) come noi che potrebbe aver bisogno di assistenza e magari lottare per la sopravvivenza. Quanto fatto dalla Curia mi sembra un grande gesto di apertura, ricordo a me stesso e a tutti che quando la Chiesa chiude le porte ai bisognosi facciamo presto a dire contro, oggi invece è arrivato un vero gesto di solidarietà Cristiana.
Signor Sindaco forse andrebbe ringraziata la Curia per la disponibilità dimostrata? Io penso di sì.
Me pare ca finiu come Don Camillo & Peppone i soldi sono comi u pisci du mari nu Nanni patruni
È l’ unico problema? Richiamo l’ attenzione del Sindaco e dell’ UTC sull’ aspetto degli interventi di edilizia nell’ abitato in relazione alla sicurezza degli edifici. Si dimentica sempre che gli immobili hanno muri contigui in comune che in caso di eventi sismici (Castelbuono è comune di classe sismica 2) sono causa di crolli a catena. Quale la prassi seguita pel rilascio del permesso a costruire e quali i criteri da adottare negli interventi di ristrutturazione? Quali i sistemi costruttivi di massima sicurezza per i quali da considerare seriamente dovrebbe essere il ricorso ad un sistema strutturale in c.c.a. (piastra di fondazione, muri esterni e di controvento, solai, etc.) con i muri esterni o coibentati all’ esterno secondo il sistema “a cappotto” o all’ interno previa ricorso a laterizi Poroton, sp. 8-12 cm, con gli alveoli saturati con lana di roccia o pomice, considerato che a livello nazionale sconosciuta è la tecnologia del conglomerato autoisolante del tipo leggero, come da prassi consolidtata nel Trentino-Alto Adige, grazie alla preparazione professionale degli architetti di lingua tedesca. Inoltre v’ è un aspetto rilevante da tener presente nei casi d’ interventi di ricostruzione antisismica. La profondità delle fondazione dei muri di immobili contigui deve essere la stessa e questi devono essere separati da una fuga minima di 25 mm che in Paesi avveduti, come il Giappone, è di > di 80 cm. Mi chiedo sempre del valore delle unanimente riconosciute Regole d’ arte e della tecnica nella nostra Italia superficia e caotica. Sveglia, signori di una malapolitica che deve diventare buonapolitica, e colleghi architetti, ingegneri e geometri. Il tutto nell’ interesse della committenza, in primis.