Padre Domenico Costanzo trasferito in Calabria. Il convento dei Cappuccini probabilmente rimarrà vuoto

Il frate Cappuccino Padre Domenico Costanzo sarà trasferito in un monastero della Calabria, dopo decenni di permanenza a Castelbuono

Come una freccia arriva la notizia di un imminente trasferimento del caro Padre Domenico, che sempre è stato segno di umiltà, cultura e benevolenza cristiana per tutta la comunità castelbuonese.

Una notizia che non passerà di certo inosservata e che comunque lascia perlomeno un tantino di stucco. Padre Domenico è l’ultimo frate presente al Convento dei Cappuccini, Padre Valeriano che ultimamente si è occupato delle celebrazioni eucaristiche giornaliere è stato infatti trasferito a Messina, per sopraggiunti limiti di età.

E’ inutile ricordare quanto Padre Domenico si è speso per la sua missione, che è stata culturale e religiosa allo stesso tempo: il centro Aresc ne è un esempio, come pure il coro polifonico, le manifestazioni per i giovani, la prestigiosa biblioteca che ha personalmente curato, insieme a tanto altro.

Probabilmente il trasferimento di Padre Domenico determinerà la chiusura dell’ala del Convento riservata ai frati Cappuccini e non ci sarà nessun cappellano disponibile per le celebrazioni eucaristiche giornaliere nell’annessa chiesa.

Ci chiediamo il perché di questa scelta da parte dei superiori dell’ordine dei frati cappuccini, probabilmente una risposta ufficiale avrebbe a che fare con i costi di gestione del convento, ma ciò a noi non basta e non possiamo non pensare a quanto accaduto alcuni mesi fa quando Padre Domenico Costanzo ha testimoniato pubblicamente e con coraggio, nel corso della trasmissione “le iene”, a favore di una donna molestata e maltrattata presso il Convento di San Giovanni Rotondo. Padre Domenico è testimone oculare di quanto accaduto e ha avuto il coraggio di dire tutta la verità di sua conoscenza, esattamente come gli avrebbe prescritto San Francesco e come predica Gesù nel vangelo.

Ernesto1

Padre Ernesto

Ora ci dispiacerebbe moltissimo se tutto ciò sopra detto fosse stato determinato da quella testimonianza, una sorta di ripercussione o punizione che dir si voglia per non aver taciuto. Certo la nostra è solo un ipotesi, ma il contemporaneo trasferimento a Spoleto di Frate Ernesto Francesco Cicero, operante in alcuni paesi delle alte Madonie,  anch’esso testimone dei fatti accaduti a San Giovanni Rotondo alimenta il nostro sospetto lasciandoci letteralmente l’amaro in bocca.

In ogni caso, da parte nostra, sempre stima e ringraziamenti, in bocca al lupo caro Padre Domenico

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