“Quando alle Fontanelle non si faceva solo Teatro” – qualche noticina a margine

(Di Massimo Genchi) – Il Capogruppo di maggioranza consiliare signora Sapuppo, dopo l’ispirato intervento su fb con cui partecipava urbi et orbi la propria espressione di voto per le regionali, dopo avere glissato sulla politica nazionale, come a dire che lei non è una politica militante ma solo imprestata alla politica (chissà perché, poi – ma in paese ci conosciamo tutti), dopo l’autorevole intervento, come sempre filogovernativo, a proposito del pasticciaccio brutto sulla mensa scolastica, non ha perso l’occasione neppure per una innocente quanto telecomandata sortita sulle Fontanelle.

La signora Sapuppo, che tutti ricorderanno per i modi affettati ostentati durante il consiglio aperto sulle Fontanelle del marzo 2021, proprio all’indomani dell’interrogazione consiliare del gruppo di minoranza sulla strana stagnazione dello stato dell’arte delle Fontanelle (5 settembre 2022) e della squinternata risposta del sindaco, ha voluto ricordare, guarda un po’ che combinazione, quando alle Fontanelle non si faceva solo teatro ma anche intrattenimento, intestandosi per ciò la scoperta della carta vetrata. La sortita è dunque politica, l’anniversario di matrimonio dei genitori – si capisce – è soltanto un pretesto.

La signora Sapuppo in questi anni deve essere stata un po’ distratta o forse intenta a curare altre pratiche o forse ancora è colpa del bravo suggeritore (recentemente diventato anche bravo presentatore di candidati elettorali) al quale deve essere sfuggito che questa stupidata dei matrimoni alle Fontanelle qualche anno fa l’aveva tirata in ballo lui stesso e immediatamente era stato fulminato. Il link è il seguente

https://www.castelbuonolive.com/la-voglia-matta-di-matrimoni-alle-fontanelle-del-sindaco-cicero/

Io però alcune cosette le voglio ribadire qui anche a lei, gentile signora.

Quello dei suoi genitori non fu l’unico matrimonio alle Fontanelle e non vi ebbe luogo certamente data la vostra parentela con i Minà, allora fra i soci della società privata ARPA che gestì le Fontanelle per 29 anni. Dal 1955 al 1984 le Fontanelle, infatti, non furono nella disponibilità del Comune se non per precisi e contingentati giorni dell’anno. Quindi i privati ne facevano ciò che ne volevano del locale, ci siamo? Altra cosa è ciò che vi vorrebbe e vi potrà fare l’amministrazione che, invece, non rappresenta interessi privati ma quelli di tutta la comunità. Quindi ci troviamo in ambito pubblico, dico bene?

Io capisco che per molti non è chiara la differenza fra pubblico e privato. Ecco allora, per esempio, che si assiste all’uso esclusivamente privato di beni pubblici. Lei lo sa che ciò non è consentito dalla legge? Saprà anche che diversi amministratori, anche per molto meno, hanno avuto problemi con la giustizia?

Ma ritorniamo alle foto da lei pubblicate. Che ho trovato bellissime perché mettono in risalto le poltroncine NON smontate e fissate a terra, gli invitati seduti come al cinema, gli sposi e i parenti più stretti ai tavoli posti sul palco in muratura e in contropendenza rispetto alla sala, il sipario, e tutti quei particolari che conferiscono un’aria di provvisorietà e di adattamento alla bisogna a quel luogo la cui reale destinazione d’uso era di CINE TEATRO.

L’unica cosa che le foto non mostrano è la strada, anzi l’autostrada che, già allora, aggirando il Castello, raggiungeva il teatro. Peccato, perché avremmo potuto vedere gli sposi in macchina arrivare alle porte delle Fontanelle facendo poi l’ingresso in sala, come documentato. La strada, dunque, non si vede ma c’era, anzi c’è sempre stata, come ha rassicurato più volte il sindaco. E se lo dice lui c’è da credergli. Salvo poi, a seguito di verifiche, scoprire che non è così. Come accade sistematicamente per ogni sua asserzione.

Gentile signora Sapuppo, mi scusi, ma anziché interpretare in maniera acritica il suo ruolo di capogruppo di maggioranza, perché non prova a chiedersi, per esempio, per quale motivo l’ordine del giorno del consiglio aperto dell’11 marzo 2021 da lei presentato a nome del suo gruppo, e da voi votato, non è mai stato tenuto in alcuna considerazione dall’amministrazione? Se permette, io al suo posto, farei due più due e ripenserei al ruolo ricoperto, dandogli una interpretazione diversa. Se non altro per rispetto di me stesso.

Io personalmente, ai matrimoni alle Fontanelle preferisco di gran lunga quelli celebrati in municipio. Ma non mi riferisco a quelli cui sta pensando lei in questo momento, o forse sì, a proposito di commistioni pubblico-privato. Sa, anche io mi sono sposato in municipio una prima volta, sempre con la stessa donna di oggi, fortunatamente. E fortunatamente non con lo stesso sindaco di oggi a celebrare.

Alle Fontanelle, diversamente da lei, preferisco associare le rappresentazioni, le proiezioni, le manifestazioni civili e religiose. E siccome lei, signora Sapuppo in fondo in fondo ha un sorriso bonario e affabile, voglio chiudere questo mio intervento facendole un omaggio che riporta il discorso a dove lei lo aveva iniziato.

Sperando di farle cosa gradita, pubblico questa foto scattata alle Fontanelle il 21 febbraio 1960, nella quale – sotto il palco – riconoscerà facilmente suo padre, non nella parte principale dello sposo ma in quella meno impegnativa di chi sta partecipando a una serata di balli e rappresentazioni mascherate. Teatro, cinema, rappresentazioni, musica, veglioni. In una parola sola: Le Fontanelle. Altro che matrimoni. Si stia bene.

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