Telescopio ESA Parco delle Madonie: governo impugna norma regionale

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato l’articolo 38 con cui si voleva consentire la realizzazione dell’osservatorio astronomico ESA sul Monte Mufara

[MeteoWeb] Il Consiglio dei Ministri ha impugnato, tra le diverse norme della finanziaria regionale, l’articolo 38 con cui si voleva derogare ai vincoli di salvaguardia dei parchi e consentire la realizzazione dell’osservatorio astronomico su Monte Mufara, in piena zona A di tutela integrale del Parco delle Madonie. “La norma – spiega Legambiente – era anche finalizzata a tentare di superare il diniego della Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo che lo scorso giugno aveva declarato che l’area e’ anche a inedificabilita’ assoluta per tutela dei boschi, come ribadito dalla Corte Costituzionale”.

Nel ricorso alla Corte Costituzionale il Consiglio dei Ministri ricorda che ” la disposizione in esame, introducendo una generica deroga alle disposizioni di vincolo insistenti sui parchi, presenta ulteriori profili di incostituzionalità, dal momento che si pone in contrasto con la previsione del vincolo ex lege di cui all’art. 142 del d.lgs. 42/2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Infatti, per quanto la Regione Siciliana abbia competenza legislativa esclusiva in materia di tutela del paesaggio, tale competenza si esplica, secondo lo stesso Statuto “nei limiti delle leggi costituzionali dello Stato, senza pregiudizio delle riforme agrarie e industriali, deliberate dalla Costituente del popolo italiano”.

La disciplina statale volta a proteggere il paesaggio funge quindi da “limite alla disciplina che le regioni e le province autonome dettano in altre materie di loro competenza”, salva la facolta’ di queste ultime di adottare norme di tutela ambientale piu’ elevata nell’esercizio di competenze, previste dalla Costituzione, che concorrano con quella dell’ambiente. “Ribadiamo oggi – afferma Giuseppe Alfieri, presidente di Legambiente Sicilia – quello che le Associazioni ambientaliste e il Comune di Petralia Sottana (proprietario dei terreni dove dovrebbe sorgere l’osservatorio) sostengono da mesi: la Mufara va mantenuta integra, occorre cambiare sito e modificare il progetto, eliminando tutte le opere edilizie e viarie non indispensabili e riducendo l’impatto”.

L’installazione del telescopio “Flyeye” dell’Agenzia spaziale europea sul Monte Mufara, nelle Madonie, con la contestuale realizzazione di un Osservatorio astronomico, era stata proprio nei giorni scorsi definita di “interesse strategico” dalla Regione Siciliana. La nuova costruzione ricadrebbe nella zona A del Parco, a oltre 1850 metri di altezza, dove vige un divieto di inedificabilita’ assoluta, prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. La regione aveva riferito di “interlocuzioni con il governo nazionale per superare le criticita’ contenute nel testo della norma approvata in Finanziaria”. Il telescopio “Flyeye” utilizza 16 telecamere per l’acquisizione dell’immagine e per espandere il campo visivo, cosi’ da mappare l’intera volta celeste ripetutamente ogni notte, consentendo di identificare oggetti in movimento rispetto alle stelle fisse.

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