Al coccodrillo restano solo le bugie e il tentativo di aizzare i creduloni

(Di Massimo Genchi) – Che il coccodrillo, non quello del Mississippi ma quello di via sant’Anna, non sapesse scrivere lo sapevano anche i paracarri, ora ha dimostrato di non essere neppure in grado di comprendere ciò che legge o di fare finta di non comprendere. O entrambe le cose, che forse è più corretto.

Nel mio post del 27 aprile Dove c’è Barilla c’è casa e dove c’è acqua (e ligna) c’è u sinnacu ho espresso delle considerazioni attorno a risorse idriche e tagli dissennati di alberi a Castelbuono nell’epoca del cambiamento climatico planetario. L’ho fatto con il mio ormai solito modo di scrivere, a cavallo tra serio e faceto, tra ironia e stilettate. Non è propriamente un castigat ridendo mores ma una forma di scrittura diffusa, sperimentata ormai da tanto tempo. Mario Melloni alias Fortebraccio, fu un formidabile corsivista de L’Unità il cui stile, impregnato di una ironia assai tagliente, lo ha posto fra i padri della satira politica di tipo giornalistico. Ma cosa volete che ne sappia il coccodrillo di Fortebraccio, benché millanti una militanza comunista che somiglia in tutto alla fede interista o milanista dei figli di interisti e milanisti? Assolutamente niente! Oggi, diversi  giornalisti si caratterizzano per lo stile assimilabile a quello di Fortebraccio fra i quali, chiaramente, Marco Travaglio, Andrea Scanzi, Mattia Feltri ma non solo. Questo, non a voler dire che io sia un giornalista o una penna brillante ma che questo modo di scrivere è abbastanza diffuso. Per chi legge, naturalmente.

Alla luce di ciò, che il coccodrillo all’ipocrita pianto aggiunga il teatrale frignìo per i toni espressi nel mio post, per gli aggettivi usati, per il mancato rispetto delle istituzioni, aggravato dal fatto di essere stato io un educatore, oggettivamente lo rende ancora più patetico. Ah!, dimenticavo di dire che, accolto da un eloquente imbarazzo e da un assordante silenzio, il coccodrillo ha pubblicato per i suoi fedeli only, la risentita risposta al mio post. Non accade tutti i giorni, ma stavolta lo ha fatto. Circondato dall’affetto dei suoi cari facilitatori della comunicazione ha scritto una cosa che sembra attribuibile a uno in preda al ballo di san Vito.

Insomma, degli amici mi hanno mandato la versione scritta della abborracciata elaborazione mentale del coccodrillo nella quale per rispondermi, senza dare alcuna risposta, si produce in un minestrone di bugie degne del suo miglior repertorio, di artati travisamenti del mio scritto e di espliciti tentativi di aizzarmi i cittadini contro.

Partiamo da qui, per chiarire subito un paio di cose. Se il coccodrillo, travisando in maniera disonesta le mie parole sulla questione acqua, pensa di aizzare contro di me qualche zuccone, sappia che per ogni eventuale danno alla mia persona e a miei beni è da ritenere responsabile e mandante l’inquilino pro-tempore di via sant’Anna. Così magari gli finisce lo spirito di patate.

Detto questo, entriamo nelle motivazioni più vere, quelle politiche che hanno indotto il coccodrillo a rispondere in maniera così speculativa alle mie considerazioni. A dire il vero, a tutta prima mandò due emissari anonimi su Castebuonolive a commentare il mio post, forse per buttarla in caciara, ma quel suo tentativo abortì. Leggete i due commenti a nome Luigi e Marco e ritroverete il contenuto nello sproloquio del coccodrillo di due giorni dopo. Perché, dunque, stavolta ha risposto e lo ha fatto in maniera così furibonda? Per via dei presunti toni usati nel mio post? Perché le aggettivazioni ne avrebbero incrinato l’illibatezza? Per avere io messo in ridicolo una figura istituzionale? Per le mie bugie? Ma quando mai! Ma cosa volete che gliene freghi di tutto questo! Il suo incubo – ora ven’a fatta – è che prima o poi possa perdere il potere, lui deve «governare ancora per tanto tempo». Questo mi pare però più un problema dei suoi reggicoda che attendono che il coccodrillo si tolga dai piedi. Il potere! U paisi è mmia! E’ un po’ l’identico rapporto morboso e di attaccamento assatanato che Mazzarò ha con i suoi averi, con la sua roba. Allora, approfittando di questo mio post, il coccodrillo riprende un suo ormai stantio tormentone (ma tutte le cose che dice lui sono ripetute milioni di volte), vale a dire postulare che tutti gli aderenti alla Costituente, dai consiglieri al coordinatore al presidente – che non esiste ma lui lo mette lo stesso –, ma anche i semplici aderenti, siano dei burattini manovrati da un grande vecchio, cioè io, che detta loro la linea politica. Ma non solo, il grande vecchio stabilisce pure se si deve fare un comunicato di cordoglio e se si deve partecipare alla veglia funebre. Ha dimenticato, il coccodrillo, di specificare se al mattino, appena alzati, i costituenti possono lavarsi la faccia o devono attendere ordini dal grande vecchio. Evidentemente lui, coi suoi sodali, fa così! Quando si dice non avere il senso non dico della vergogna, che disconosce, ma neppure del ridicolo. Dove vuole arrivare il coccodrillo con questa sgangherata teoria? Non è difficile capirlo. Vorrebbe instillare nei vari consiglieri, nei membri del coordinamento e dell’assemblea la consapevolezza di ricoprire il ruolo degli utili idioti nelle mani di due squilibrati che vivono animati, notte e giorno, dal cieco desiderio di vendetta per avere perso le elezioni. Quindi, e questa è la strategia ma anche la spasmodica speranza, batti oggi batti domani, riuscire a rompere i legami che tengono insieme questi dannati della Costituente. Insomma il solito divide et impera. Questo fece, allorché sottrasse sei consiglieri alla maggioranza quando era all’opposizione, e questo fece nel 2022, in combutta con altri figuri, affinché si creasse la terza lista fittizia. Appunto, divide et impera.

Dunque il grande vecchio è solo un falso bersaglio, il bingo – invece – è rappresentato dal riuscire a rompere la Costituente. Ci riuscirà? Lui intanto, come il pidocchioso rinchiuso nel pozzo, ci prova e ci riprova senza tregua. Ma in questi casi bisogna essere sempre in due: chi cerca di rompere e chi si fa rompere, la sirena che lusinga col suo canto e Ulisse che si fa lusingare. Per uno come il coccodrillo, che pensa di potere tutto, questo è difficile da capire. Così come è difficile che riesca a capire che io quel post l’ho scritto di proposito con quei contenuti e con quei toni e fatto uscire a poca distanza dal comunicato del gruppo di minoranza in modo da indurlo ad abbuccarsi con questa reazione furiosa e piena di menzogne e queste allusioni ai miei condizionamenti sul gruppo di minoranza che sono una vera e propria pisse au dehors de l’orinal.

Il coccodrillo, a dire il vero, per indurmi al silenzio cerca sempre di venire in possesso di qualche asso da potersi giocare: cartelle acqua e tari da me non pagate, abusi edilizi, messa in regola della badante dei miei genitori, della signora delle pulizie, so che sulle alte Madonie ha preso notizie sulla mia professionalità, lezioni private impartite. Poiché, come gatto Silvestro, non gliene va mai bene una, si incazza maledettamente ed è costretto a sciorinare un’alluvione di bugie. Devo dire, però, che almeno in questo è creativo e spontaneo, cioè le minchiate gli sgorgano dalle labbra così, come se fossero acqua frisca.

Ne seleziono solo alcune nel suo post, per non annoiare, ma che forniscono la cifra delle menzogne che riesce a dire. Qualcuno sostiene di averlo sentito mentire anche rispondendo alla domanda: «che ore sono?». Allacciate le cinture:

  1. «Durante la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco nel 2022, la candidata Annunziata Cangelosi, in un suo comizio, ci comunicava che era cosciente che suo marito, era una zavorra per lei, considerato il suo carattere “particolare”: asociale, scontroso, polemico per natura, in poche parole ha un malecarattere, ci assicurava che questo non doveva preoccupaci, perché Lei sarebbe riuscita a tenerlo a bada, se diventava Sindaco!». Questo è l’incipit del post del coccodrillo. Sotto potete rivedere lo stralcio del comizio del 24 aprile 2022 l’unico in cui Annunziata (cusà alivoti u cuncutrigliu si cridi ca è parola d’offisa) pronuncia la parola “marito” o il mio nome e cognome. Come si vede, non una sola parola pronunciata da Annunziata che corrisponda alle bugie del coccodrillo. MITICO! Surclassati anche i più gloriosi pallisti di Castelbuono.
  2. «è bello sentirsi accusare che il cambiamento climatico nel Mondo è responsabilità dell’amministrazione di Castelbuono». Qui sotto c’è il link del mio post, vediamo se qualcuno vi trova questa accusa https://www.castelbuonolive.com/dove-ce-barilla-ce-casa-e-dove-ce-acqua-e-ligna-ce-u-sinnacu/
  3. «per quanto riguarda il taglio degli alberi al Cimitero la maggior parte già secchi, siamo stati autorizzati della Soprintendenza». A questo link https://www.castelbuonolive.com/risposta-scritta-allinterrogazione-della-costituente-in-merito-ai-lavori-di-potatura-nel-territorio-comunale/ troverete scritto, da lui naturalmente, «Non abbiamo ritenuto necessario mettere a conoscenza la Sopraintendenza, in quanto, come fatto con le potature precedenti, non si è mai chiesto il parere». Formidabile! Tutto e il contrario di tutto.
  4. «il Professore Mazzola ha impedito al mancato principe consorte, di fare danni al museo Francesco Minà Palumbo, allontanandolo dalla frequenza di quel museo». Il professore Pietro Mazzola non mi ha allontanato da niente e da nessuna cosa per il semplice motivo che io non ho mai rivestito alcun ruolo all’interno del Museo Minà. Io, diversamente da tanti altri lì dentro, ho fatto ricerca dimostrabile su Minà Palumbo, non sono andato né a scaldare la sedia del CdA né a pavoneggiarmi. Con il professore Mazzola abbiamo avuto un furioso e definitivo litigio in occasione del centenario della morte di Minà. Il rag. Giuseppe Spallino conosce la questione per filo e per segno, il coccodrillo la può apprendere da lui, io ho profondo rispetto per un defunto per poterne parlare pubblicamente. Lo stesso rispetto che mi ha impedito di fare una ipocrita passerella davanti alla sua bara, diversamente dal coccodrillo. Tutto ciò che il coccodrillo aggiunge sulla vicenda della veglia funebre non aggiunge nulla alla sua arcinota signorilità. Comunque, ribadisco quanto detto nel precedente post: per la veemente reazione del professore Mazzola alla capitozzatura dei frassini nel 2005, il coccodrillo avrebbe voluto sollevarlo dall’incarico di direttore ma poi, abracadabra, ciò non accadde. E il coccodrillo ingoiò il rospo, altro che!
  5. «l’obiettivo del mancato principe e del Movimento a cui detta la linea politica è quello di portare il nostro paese ad avere l’acqua razionata a giorni alterni, per mettere in difficoltà i cittadini». Al link del mio post https://www.castelbuonolive.com/dove-ce-barilla-ce-casa-e-dove-ce-acqua-e-ligna-ce-u-sinnacu/ chiunque può verificare che si condanna il suo volere schedare tutti i cittadini che hanno bisogno di acqua. Dove è scritto che l’obiettivo del mancato principe e del Movimento a cui detta la linea politica è quello di portare il nostro paese ad avere l’acqua razionata a giorni alterni, per mettere in difficoltà i cittadini? Dove? Su questa ennesima volgare bugia del coccodrillo rideremo.
  6. Castelbuono di Bevagna. Il coccodrillo nega che sia stata acquistata, di certo in quella casa le trasferte e i soggiorni si fecero eccome, ma dalla sua risposta dell’altro giorno traspare che il vero problema è che io ne abbia parlato solo oggi e non prima. Perché il coccodrillo vorrebbe stabilire pure questo. Ma la cosa più bella è leggere che, dopo esserci stato il coccodrillo e tanti altri a passare splendide giornate in quel meraviglioso posto, anche io, da principe, eventualmente, ambissi ad andarci con la regina. Ahahahah! Io per andare in giro per l’Italia, per l’Europa, no a Bevagna, per bere Barolo e Barbaresco non ho avuto bisogno di diventare sindaco, l’ho fatto a mie spese, non a spese di voi cittadini.
  7. Non stia preoccupato l’egregio coccodrillo, perché io non ho nessun incubo né da farmi alcuna ragione per le elezioni perse perché il problema della spesa l’ho risolto da tempo. Noi della Costituente, pur con lo stratagemma della terza lista, e senza fare accordi con nessuno se non con la nostra legge morale, senza vendere l’anima al diavolo, abbiamo conseguito un risultato enorme. Il lutto da elaborare sarebbe stato tutto del coccodrillo qualora avesse perso perché si sarebbe dovuto mettere alla ricerca di un’altra Campofelice, magari stavolta sarebbe potuta essere Castellana o Polizzi, chissà. Posso assicurare al coccodrillo che ho avuto e continuo ad avere una vita stracolma di soddisfazioni e di felicità, tanti riconoscimenti nella scuola e nel mondo della cultura (farò avere al coccodrillo l’elenco delle mie pubblicazioni, così quando affronterà – come ha detto – questo tema, cioè mai, avrà le idee più chiare). A fronte dell’accusa di essere asociale – Ahahahah- posso vantare una schiera di sincere amicizie, non certamente intessute per interessi. Ho visto politici molto più potenti e riveriti del coccodrillo finire la loro carriera e la loro vita nella più totale solitudine, ignorati dagli stessi che avevano contribuito a farli crogiolare nella gloria e nel tripudio. E’ una scena che, sono sicuro, rivedremo.

    Al coccodrillo ha dato enorme fastidio il mio riferimento all’esemplare interpretazione del ruolo di sindaco di Lorenzo Spallino, nobile figlio di Cefalù, di padre castelbuonese, certamente per la signorile discrezione e per la non comune generosità. Avrei forse dovuto portare a esempio il sindaco di Terni? O qualche altro sindaco sistematicamente ubriaco già di prima mattina? O forse pensava che dovessi parlare d lui come esempio di signorilità e generosità?

    Non sono atterrito dall’idea che il coccodrillo possa reggere a vita questo paese, magari gli fanno una legge apposita. Quindi, per quanto mi riguarda, il coccodrillo in via sant’Anna po stari quantu un cristo nta na chiesa. Anzi, già che il municipio è casa sua, potrebbe pensare di farsi costruire, naturalmente a spese della comunità, un mausoleo nell’androne, fra l’ingresso e le scale. Come quello di Napoleone, all’Hotel des invalides, con l’epigrafe GLORIA ETERNA AL GRANDE STALIN! Magari ci ha già pensato. Cû sapi? Speriamo solo che nel frattempo la popolazione residente di Castelbuono non sia scesa a cinque unità, esattamente quante ne contava l’omonima frazione di Bevagna nel 2003.

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